Tribunale di Napoli - Udienza del 15 dicembre 2009. Ermanno Pieroni. Viene introdotto il teste Ermanno Pieroni, ex arbitro e poi dirigente sportivo. Pieroni nonostante l’inibizione per cinque anni inflitta dalla giustizia sportiva, presta consulenze per qualche società. Dal 2000 al 2004 è stato maggior azionista e presidente dell’Ancona.
Capuano: «Lei nel 2004/2005 ha avuto modo di conoscere il giornalista Ignazio Scardina?»
Pieroni: «Ebbi modo di conoscerlo già quando ero a Perugia essendo Ignazio Scardina un amico di Gaucci e di un dirigente del Perugia, Carlo Lancella. Era un giornalista molto stimato nel mondo del calcio».
Capuano: «Professionalmente, lei ha avuto contatti con lo Scardina?»
Pieroni: «Parla lei del periodo in cui ero direttore sportivo?»
Capuano: «Lei ricorda di aver reso dichiarazioni agli organi di stampa nel febbraio del 2005?»
Pieroni: «Sì»
Capuano: «Ricorda che tipo di dichiarazioni fece? E poi il contatto che, all’esito di tali dichiarazioni, ebbe con lo Scardina?»
Pieroni: «Intanto, per quanto riguarda il dottor Scardina io non ho fatto dichiarazioni alla stampa, bensì sono stato interrogato a Roma dai carabinieri, sulla mia conoscenza. Non ricordo di aver fatto dichiarazioni giornalistiche sull’episodio». Non è chiaro, già sa che gli verrà chiesto di un episodio specifico?
Capuano: «No, no. Non sull’episodio. L’episodio a che cosa alludeva? Lei ricorda l’intervista che rilasciò l’otto febbraio 2005?»
Pieroni: «Sì però, guardi dottore, non è che nell’intervista io parlavo di Ignazio Scardina».
Capuano: «No, assolutamente. Di che cosa parlava?» Capuà, ma di che stai a parlà?
Pieroni: «Venne un giornalista di Repubblica (toh! - ndr) che mi chiese come mai mi trovavo nella situazione che mi trovavo…»
Capuano: «In che situazione si trovava?»
Pieroni: «Al sette agosto del 2004 subii un ordine di custodia cautelare e poi gli arresti domiciliari per un certo periodo abbastanza lungo. Poi quando uscii da questa mia prima esperienza traumatica, avendo io dato molto al calcio, anche in termini economici perché a seguito del fallimento dell’Ancona calcio ho messo a disposizione tutti i miei beni. Mi sono trovato dalla mattina alla sera in un dramma. Sentii Ignazio Scardina perché feci un’intervista per una trasmissione televisiva, Dribbling, lui mi mandò un giornalista a Perugia e nell’occasione questo giornalista mi chiese un po’ notizie su questa mia…».
Capuano: «Ebbe un po’ risalto questa sua intervista su Repubblica. Il giornalista che la venne ad intervistare per la Rai tramite Scardina, fu Montingelli?»
Pieroni: «Esatto».
Capuano: «Successivamente lei partecipò anche al Processo di Biscardi?» Ho capito tutto!
Pieroni: «Esatto, sì. A distanza di pochi gironi, quasi contestuali furono. Poi il giorno dopo fu pubblicata l’intervista su Repubblica».
Capuano: «Ricorda una battuta che le fece il figlio di Aldo Biscardi all’esito di questa sua partecipazione?» “All’esito”?
Pieroni: «Beh, se lei me o dice, io obiettivamente… Mi dica che cosa…?»
Capuano: «Le fece la domanda: “Sa chi sarà il primo a telefonare a mio padre per protestare per questa sua presenza?”»
Pieroni: «Ah sì, fece questa battuta, era a casa mia. Disse questa cosa, disse, se ricordo bene, “probabilmente questa tua intervista non sarà molto gradita”».
Capuano: «A chi?»
Pieroni: «Mi disse che probabilmente
Luciano Moggi non sarebbe stato contento di questa intervista». Ecco, non solo si riferiscono sensazioni et similia di chi viene interrogato, ma addirittura ascoltiamo le “sensazioni de relato”. Ottimo!
Capuano: «Perché non sarebbe stato contento?»
Pieroni: «Questo non lo so. Bisognerebbe chiederlo a lui perché lo ha detto».
Capuano: «Lo chiederemo…» Bravo Capuano! «Successivamente lei si è incontrato con lo Scardina?»
Pieroni: «Sì. Quando ci sentimmo mi chiese notizie, come stavo».
Capuano: «La chiamò lui?»
Pieroni: «Non ricordo. Gli dissi che non stavo particolarmente bene. Con il sequestro dei beni…Feci presente la mia situazione, avevo anche problemi di salute. Lui mi disse: “Guarda Ermanno, se capito a Perugia ti vengo a trovare”. Dopo un po’ di tempo venne a trovarmi». Si incontrarono per un’ora in un bar. Nell’occasione Scardina espresse solidarietà. «Dissi che avevo difficoltà perché non avendo la macchina avevo difficoltà a presenziare alle cure ospedaliere. Lui si fece partecipe a questo mio problema economico e mi disse che poteva risolvere il problema della macchina. Nell’occasione mi disse anche che quello che io avevo dichiarato a Repubblica non era l’esatta verità e che Luciano Moggi ci era rimasto molto male. Dice: “Come mai proprio lui, siamo amici da tanti anni. Perché ha dichiarato queste cose?”. Dissi, “ho dichiarato, come sono nate queste cose? Dissi “Maledetto quel giorno che ho firmato un contratto con il Torino calcio”, Essendo venuto meno questo contratto, automaticamente mi sono trovato a fare il presidente» Poi spiega la genesi del mancato rispetto del contratto da parte del Torino e le vicende successive.
Capuano: «
Lei questo mancato ingresso nella società Torino lo addebitò a Moggi?»
Pieroni: «
No, non è che io l’ho addebitato. Dagli atti del processo dell’Ancona, l’avvocato Maglione - legale di un altro imputato, Gianni De Vita-, disse e risulta agli atti, che il mio mancato arrivo al Torino fu volere di Luciano Moggi. Lo ha detto Maglione e io citai questo episodio, non è che io posso dire chi è stato e non è stato». Di cosa non è colpevole Moggi?
Capuano: «Questo suo mancato ingresso nel Torino in che periodo è datato?»
Pieroni: «Subito dopo l’esperienza a Perugia, lo ricordo bene, 16 maggio 2000. Io andai a Torino, incontrai il presidente Ciminelli». Il presidente granata lo convinse a firmare un contratto di tre anni per il Torino. «Quando la notizia divenne pubblica, ci fu una presa di posizione da parte della tifoseria, ci fu un corteo di protesta». All’inizio Ciminelli rassicurò Pieroni, poi riferì che dovette desistere per la sussistenza di «condizioni ambientali».
Capuano fa ripetere la storia che secondo l’avvocato Maglione…
Capuano: «E quindi il Moggi rappresentò poi allo Scardina che lui non si sentiva…»
Pieroni: «Scardina mi disse: “
Guarda, Luciano ci è rimasto molto male, perché obiettivamente non pensava che tu dicessi quelle cose che lui non ha mai fatto, tramato contro di te”. Presi atto di questa situazione e di quello che mi disse Scardina».
Capuano: «Poco prima ha anche detto che lo Scardina si è fatto portatore dell’interesse suo di avere un’autovettura».
Pieroni: «Sì. Viste le mie difficoltà mi disse: “Mi farò promotore di trovare una soluzione”. Credo che mi chiamò dopo qualche tempo,
mi disse che aveva parlato con Luciano Moggi e che comunque aveva trovato una soluzione per una panda. Quando fu pronta mi fu detto di contattare un funzionario della FIAT, cosa che feci fare a un mio ex collaboratore dell’Ancona calcio, contattò, andò a ritirare la macchina. E quindi questa macchina mi fu data».
Capuano: «Le venne regalata la macchina?»
Pieroni: «
Sì regalata ».
Capuano: «E a chi venne intestata, a lei?»
Pieroni: «No, l’ho intestata alla mia compagna convivente perché guardi lei per aiutarmi vendette la sua piccola Peugeot, perché nei momenti difficili… E quindi era un debito morale che io avevo verso questa persona».
Lo spessore criminoso del “regalo” si commenta da solo.
La vettura fu ritirata a Torino da Carlo Menghini l’ex autista di Pieroni all’Ancona. Il funzionario FIAT che se ne occupò era Pastore.
Capuano: «Lei poi ebbe modo di parlare con il Moggi di questo regalo dell’autovettura?»
Pieroni: «Io credo che anche al telefono ne parlai. Anzi no, Ignazio, Scardina, mi disse di chiamarlo, e io poi lo chiamai un paio di volte».
Capuano: «Per ringraziarlo?»
Pieroni: «Anche per ringraziarlo. Se non vado errato scrissi anche una lettera. In quel momento mi sentivo moralmente in debito».
Capuano: «Senta lei in quel periodo concordò un’intervista con la gazzetta dello sport, con il giornalista Boldrini?»
Pieroni: «Sì, mi chiamò».
Capuano: «E come andò?»
Pieroni: «Doveva venire a Perugia. Fissammo una data e un orario. Se non che la mattina che ci doveva essere questa intervista, lui mi chiamò e mi disse: “Guardi presidente, purtroppo io non vengo più perché io sono ad Orte,ma mi hanno chiamato dalla gazzetta…”».
Capuano: «Non le motivarono?»
Pieroni: «No, non mi disse nessun motivo».
Capuano: «Ha saputo dopo?»
Pieroni: «No».
Capuano: «Torniamo al mancato tesseramento al Torino, lei poi ha iniziato con l'Ancona, ha avuto a che fare con Moggi o la sua famiglia, la Juventus? »
Pieroni: «Guardi nel calcio ci sono da tantissimi anni quindi contatti ne ho avuti tantissimi perché è normale che ci si conosceva, ci scambiavamo anche opinioni. Io presi anche dei giocatori in particolare Max Vieri, fratello del più famoso, in prestito dalla Juventus. Poi conoscevo anche i rappresentanti della Gea, Moggi, Zavaglia, Calleri etc.»
Capuano: «Ricorda in particolare un incontro?»
Pieroni: «Eravamo a Milano l'Ancona aveva delle serie difficoltà e quasi li diffidai Moggi, Zavaglia alla presenza di Tomei il mio Ds. Dissi ragazzi capisco che dovete fare i vostri interessi ma non mi toccate l'Ancona. Perché lì ho riversato 40 anni della mia vita. Guardate cercate di rispettare perché se qualcuno farà un danno allora io saprei a chi rivolgermi»
Capuano: «in che modo potevano danneggiarla?»
Pieroni: «ma sa quando c'è il mercato ehhhh....» (Boh!)
Capuano: «tipo?»
Pieroni: «Per prendere un giocatore piuttosto che un altro. Diciamo che io sono un Ds diventato Presidente, sono un autodidatta, quindi non avevo grandi amicizie, facevo da solo, come se fossi un cane sciolto.»
Capuano: «Perché c'era chi non lo era?»
Pieroni: «E' normale che nel calcio ci siano delle alleanze, dei rapporti consolidati nel tempo. Ci sono tra direttori, procuratori, società....»
Capuano: «Tra arbitri ce ne erano?»
Pieroni: «
Se ne dicevano tante. Credo di averlo detto a Palamara e Palaia e alla Procura di Torino»
Capuano: «Si parlava di una combriccola romana»
Pieroni: «Si parlava»
Capuano: «ne era a conoscenza?»
Pieroni: «ne sentivo parlare come ho detto a Palaia e a Guariniello, io non ho elementi particolari però si diceva nell'ambiente»
Capuano: «Io allora procedo a contestazione perché in data 29 maggio 2006 lei dice "nell'ambiente del calcio tutti ne erano a conoscenza e anch'io"»
Pieroni: «Sì, se ne parlava, le dico di più ci fu anche Franco DalCin che era presidente del Venezia, che dopo una partita giocata a Bari fece questa accusa pubblicamente. Se ne parlava nell'ambiente
ma io non ho alcun elemento per dire che alcuni arbitri erano associati , questo ho detto anche ai suoi colleghi e lo confermo, si diceva»
Capuano: «Ha mai avuto modo di dolersi di come venivano assegnati gli assistenti?»
Pieroni: «Io dissi questa cosa alla Guardia di Finanza nel marzo 2004. Devo far notare che Ancona, Empoli, Chievo, Perugia, Brescia e Modena pur avendo sottoscritto un contratto per diritti televisivi, che è una voce che assorbe uno dei capitoli più importanti nelle entrate di una società di calcio, non hanno percepito un euro. Quindi lei pensi lo stato d'animo quando fummo chiamati a deporre nel merito, io dissi che gli assistenti non erano sorteggiati come gli arbitri.»
Capuano: «Per adesso non ho altre domande.»
Av. Bonzano (parte civile Rai): « posso sintetizzare alcune sue dichiarazioni rilasciate alla carta stampata e alle televisioni come il racconto di una persona vittima di una ingiustizia?»
Pieroni: «Sì, lo può dire perché all'epoca che rilasciai l'intervista, febbraio 2005, ero ancora con le ferite fresche. Oggi devo dire con altrettanta onestà e questo è emerso dagli atti del processo Ancona calcio, ho commesso un grave errore, fondamentale. L'Ancona calcio non fu iscritta perché chi l'assisteva legalmente e tributariamente, l'avv.Taverna di Roma, ha messo a debito l'intero debito erariale che erano 17 milioni quando essendoci un contenzioso in corso, dichiarazioni del dott. Maugeri nel dibattimento in 1' grado, poteva non essere messo tutto, bensì solo una rata. quindi l'Ancona poteva essere iscritta al campionato. Quindi dico a caldo....»
Bonzano: «Sono tutte cose interessantissime, ma io vorrei solo sapere se all'epoca Lei si sentisse vittima di una ingiustizia e se ha rappresentato questo in queste interviste.»
Pieroni: «Sì, lo confermo avvocato.»
Bonzano: «Quindi mi sembra di aver capito che avrebbe ascritto nel novero di queste responsabilità che ha vissuto
anche il Sig. Luciano Moggi per questa situazione o sbaglio? (ma vaff......) Abbia individuato in Luciano Moggi un possibile corresponsabile di alcune ingiustizie nei suoi confronti, segnatamente quella relativa al suo mancato rapporto con il Torino calcio. Esatto?.»
Pieroni: «Quel maledetto episodio mi cambiò la vita: avrei continuato a fare il Ds. Nel calcio ho fatto cose buone ho lanciato moltissimi giovani, Grosso, Materazzi e Gattuso sono tre ragazzi sconosciuti che sono diventati campioni del mondo. Ho vinto 13 campionati quindi qualcosa di buono ho fatto. Chiaramente ho rappresentato che se non ci fosse stato quell'episodio non sarei andato all'Ancona.»
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Sì, ma l'Avvocato le ha chiesto se riferisce questo mancato contratto al Moggi, questo vuole dire?.»
Pieroni: «
NO! No, no. Io non ho mai parlato con il Moggi di questo contratto!.»
(possiamo andare a casa? Fine dei giochi? Per nulla sentite questo imbroglione della rai cosa inventa)
Bonzano: «Io non ho chiesto se ha parlato con Moggi.»
Pieroni: «Allora avvocato adesso ricordo il nome
Corrado Zunino (!!) di repubblica mi chiese come mai tutto questo? Io dissi tutto nasce da quel maledetto contratto che è venuto meno.»
Bonzano: «Quel maledetto contratto chi l'ha fatto venir meno?.»
Pieroni: «Nei verbali del processo Ancona....»
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : « Avvocato non è un suo pensiero, l'aveva già anche detto....»
Bonzano: «Ho capito che non è un suo pensiero, è emerso dal processo Ancona lei lo ha rappresentato o no al giornalista?Questo è un fatto non è un pensiero, Presidente.»
Gazzarra in aula su questa ultima, perla della parte civile (si fa per dire ) Rai
Bonzano: «Allora se ha rappresentato questo pensiero, la rilevanza è che siccome Scardina dice che Moggi si lamenta di questo episodio, dopo di che gli dice ti faccio avere dallo stesso Moggi una macchina io francamente vorrei mi si spiegasse come tutto questo si verifica.»
Prioreschi : «Questo è un collegamento che ha fatto l'avvocato e che non ha fatto il teste. Non facciamo dire al teste cose che non ha detto!.»
Pieroni: «Alt, avvocato, andiamo per ordine.»
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Ha detto che è un rapporto umano avvocato.»
Pieroni: «Bravissima. Io anche nell'intervista di repubblica dico, emerge dagli atti del processo, che l'avvocato di De Vita dice....quindi è scritto e non lo dico oggi! E' scritto!.»
Bonzano: «Perfetto, nell'intervista è scritto che emerge dagli atti del processo, Grazie. Dopo di chè c'è il colloquio con il Scardina »
Pieroni: «Sissignore.»
Bonzano: «Scardina le rappresenta che Moggi le rappresenta che sarebbe rimasto dispiaciuto di questa sua intervista.»
Pieroni: «Diceva che non era la verità. Aggiungo che disse che lui con le mie disgrazie non c'entrava niente, mi disse queste parole.»
Bonzano: «Perfetto. Dopodiché in ragione del rapporto personale tra lei e Scardina lo stesso fa in modo che lei possa avere una vettura per recarsi presso i nosocomi dove lei riceveva cure o era sottoposto a terapia. Dicendo che si sarebbe interessato presso il Moggi per farle avere questa autovettura o sbaglio?.»
Pieroni: «Sì.»
Bonzano: «Ohh, bene, può darmi una spiegazione logica a tutto questo
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «iI teste deve rispondere a delle domande, non dare spiegazioni. Non è ammessa la domanda. Non deve dare spiegazioni, di che cosa dovrebbe dare spiegazioni.»
Bonzano: «Presidente perché il Moggi si lamenta nei suoi confronti, dopo di che gli fa avere una macchina, a me sembra una cosa strana.»
Pieroni: «Scardina è stata la prima e unica persona che ha avuto a cuore la mia situazione e i miei problemi, se ricordo bene credo di aver scritto anche una lettera di ringraziamento a Luciano Moggi perché mi era stata data questa macchina.»
Bonzano: «Il sig. Scardina le ha chiesto di rivedere la sua posizione riguardo al sig. Moggi in altri ambiti o in future interviste o di meglio chiarire il suo pensiero in altri eventi futuri?.»
Pieroni: «
Ma io non avevo niente da rivedere avvocato, mi scusi.»
Bonzano: «Le ho fatto una domanda precisa, le ho
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «isponda alla domanda, le ha detto comportati bene?.»
Pieroni: «No no, intanto lo so io come mi devo comportare.»
Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «gliel'ha detto?.»
Pieroni: «
NO! Nessuno mi ha chiesto niente di questo.»
Bonzano: «Bene. (Ta-ta-rattattatata)Lei è in grado di riferire quali fossero i rapporti tra Luciano Moggi e Ignazio Scardina?.»
Pieroni: «
Ma guardi non sono in grado , ma penso che fossero nè più e ne meno come i miei o come tanta gente del calcio.»
Bonzano: «Grazie Presidente ho finito.»
(emigra su plutone, ignavo)
Poi
Prioreschi gli fa ribadire ancora la questione relativa al contratto rescisso col Torino in quanto i tifosi non lo volevano e fecero una contestazione durissima alla quale Cimminelli dovette sottomettersi.
Commenta l'articolo sul nostro forum!