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Editoriale di G. BELVISO del 24/12/2009 00:34:57
Il progetto che non c’è

 

La mancata condivisione del famoso e fumoso progetto quinquennale dell’era post-farsa da parte della nostra Associazione non rappresenta di certo il quarto segreto di Fatima.

Un progetto che ha dilapidato fortune economiche e tecniche come mai in passato. L’intero ricavato della campagna svendite e prostrazioni dell’estate 2006 e risultato ben inferiore alla campagna acquisti e sperperi della trinità calcistica. L’attuale monte ingaggi è equiparabile a quello dell’ultima stagione di Fabio Capello. Rappresenta quindi fatto di inconfutabile gravità il passaggio da fior di campioni come Ibrahimovic, Emerson, Mutu, Viera, Zambrotta, Cannavaro (in quel momento pallone d’oro), ecc…, ai vari Poulsen, Boumsong, Knezevic, Tiago, Almiron, Andrade, Melo, ed altri “mediocri” sovrapagati.

Inoltre, delinea incontrovertibile segnale di fallimento il rapporto tra investimenti attuati e risultati sportivi, pressochè nulli. Anzi, dobbiamo registrare la prematura dipartita di due titoli vinti sul campo da una squadra tra le più forti della nostra storia. A ciò aggiungiamo l’ormai costante prematuro fallimento sportivo – di conseguenza economico - sia in ambito europeo che italiano. È la Juve dei record!!! Nelle stagioni post farsa squadre come Cagliari, Catania e Napoli hanno espugnato lo stadio olimpico dopo interi decenni. Abbiamo vinto ambiti riconoscimenti come il “bidone d’oro”. Senza dimenticare la disgustosa coppa Zaccone, titolo di cui francamente non sentivamo alcuna necessità.

Che dire poi dei tanto decantati risultati della gestione economica. Perdita economica dai proventi delle sponsorizzazioni, perdita economica dai proventi dei diritti tv, perdita di capitalizzazione in borsa. Future perdite, rispetto al progetto Giraudo, dai ricavi della gestione stadio. Minori introiti dalla vendita del naming rights stadio, mancanza di introiti dalla gestione dei terreni contigui allo stadio (si è preferito vendere per far cassa piuttosto che fittare con introiti utili al sostentamento futuro della squadra), gestione basata “esclusivamente” sulle plusvalenze dei giocatori ottenuti in eredità. Un bagno di sangue che difficilmente potrà essere risanato in futuro.

Una gestione legale, infine, degna dei migliori film satirici targati “f.lli Vanzina”. Patteggiatori in uno processo sportivo privo delle minime garanzie costituzionali, patteggiatori nel procedimento sulle presunte sim svizzere, patteggiatori in un procedimento sui presunti falsi in bilancio della vecchia gestione, che ha suscitato l’ilarità di tutto il mondo giuridico allorquando il giudice ha decretato l’insussistenza del fatto.

Oggi a furor di popolo, poiché anche le redivive tifoserie organizzate hanno avviato una contestazione, l’azionista di riferimento ha finalmente avviato il ritorno al futuro. Il rientro di Roberto Bettega segna un primo passo per riappropriarci, garantendo continuità, di quella Juve “vincente” simbolo di organizzazione ed efficienza. Ma è solo un primo passo che non potrà restare fine a se stesso. Un primo tassello del mosaico che dovrà necessariamente compiersi con l’ingresso in società di Andrea Agnelli e la ricerca di un Direttore Generale e di un Amministratore Delegato degni di questo nome. A dire il vero due nomi potremmo consigliarli al Sig. Elkann. Non siamo certi tuttavia che i due professionisti accetterebbero in assenza delle più sentite e sincere scuse.

Il solo Roberto Bettega, specie se con compiti minori, non potrà divenire l’ago della bilancia tra una Juve perdente ed una vincente. Il suo ritorno in società rappresenta comunque un segnale di speranza, la speranza che l’azionista di riferimento abbia finalmente compreso i suoi errori passando la mano a chi ha realmente la Juve nel cuore. Bentornato Roberto!!!
 
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