Giovanni Agnelli non ha certo bisogno di presentazioni, ma a beneficio di qualche teenager(*) eventualmente meno informato, preciso che, oltre ad essere stato per anni la guida del più grande gruppo industriale italiano, è stato anche l’ambasciatore italiano nel mondo per eccellenza. Uomo dal grande aplomb, è ricordato per il suo stile inimitabile, l’infinita serie di donne che ha avuto, l’essere stato per anni il “primo tifoso bianconero”, impersonando il cosiddetto “Stile Juventus” e per il suo fine senso dell’umorismo.
Le sue frasi e le sue definizioni riferite a fatti, personaggi politici, alla sua squadra del cuore, ai calciatori, sono sempre apodittiche e definitive, impossibili da controbattere. L’unico che ci riusciva era Michel Platini, come quando, l’Avvocato, sceso negli spogliatoi durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo, vide il francese con una Marlboro tra le labbra:
«Ma come Michel? Un atleta come lei fuma nell'intervallo?» «Avvocato, l'importante è che non fumi Bonini, è lui quello che deve correre. Io sono Platini». O come racconta lo stesso Gianni Agnelli.
«Un giorno mi dissero che Maradona si allenava centrando la porta con un tiro da centrocampo. Andai al Comunale e lo dissi alla squadra, Michel Platini non disse nulla ma chiese al magazziniere di aprire la porticina dello spogliatoio che stava al di là della pista di atletica, si fece dare un pallone e da centrocampo lo spedì negli spogliatoi. Mi guardò sorridendo e se ne andò senza dire una parola».Ricordo alcuni altri spotlight dell’Avvocato, come quando, parlando di Marcello Lippi, disse
«Il più bel prodotto di Viareggio, dopo Stefania Sandrelli», dopo i Mondiali USA, definì Baggio
«Coniglio bagnato» e parlando del “Cabezon” disse che
«Sivori è un vizio». O quando, prima di una partita dei bianconeri, se ne uscì con
«Vinca la Juve o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono». Invece, mentre Enzo Biagi è stato uno dei più grandi giornalisti italiani del dopoguerra, Tommaso Buscetta è stato membro di “Cosa nostra” e collaboratore di giustizia. Perché vi parlo di costoro? Perché da un’intervista che il celebre pentito concesse al grande giornalista, nasce una delle poche battute dell’Avvocato che sono databili. Infatti, nel corso dell’intervista di Biagi del 30 ottobre 1997, giusto vent’anni orsono, al giornalista che gli riferiva:
«Il famoso pentito Buscetta mi ha detto di dirle che è un tifoso della Juventus», Agnelli rispose:
«Se avrà occasione di rivederlo, gli dica che è l’unica cosa di cui non dovrà pentirsi». Nota(*): buon per lui!
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