Uno scapolo con molti, molti denari, se interessato, può avere rapporti sessuali con molte bellissime donne, ma solitamente è difficile che trovi l’Amore. Similmente, il fratello minore di Gian Marco Moratti, con molti, molti denari ha acquistato molti (non sempre) bravissimi calciatori, ma non riusciva a vincere uno Scudetto che fosse uno.
Ecco, era il periodo in cui, vista l’estrema divergenza tra capitali investiti e risultati ottenuti, non comprendendo di essere lui stesso la causa dei risultati mancanti, il Signor Denti Gialli, come molti, cercava in altri le cause dei propri fallimenti. Da qui la genesi di un’isteria interpretativa, che lo faceva pensare a complotti e stravolgere le immagini delle moviole, vedendo cose che solo lui e la buonanima di Prisco riuscivano a vedere, con Prisco che aveva l’attenuante dell’età avanzata. Il problema vero, invece, stava nel fatto che esisteva una squadra che, senza ricorrere ai denari dell’azionista di maggioranza, aveva un Direttore Sportivo che, anno dopo anno metteva nelle mani di Marcello “Paul Newman” Lippi una squadra di calcio formata da ottimi elementi, acquistati a poco prezzo, mentre a Milano si scialacquavano i denari della Saras cambiando allenatore ogni cinque minuti, comprando brocchi a prezzi elevati e preferendo i Pistone ai Roberto Carlos.
Arriviamo al supposto fattaccio. Il campionato 1997/98 inizia con la partenza sprint dell’Inter di Ronaldo che, al giro boa è superata dalla Juventus trascinata dalle reti di Del Piero. Un girone di ritorno equilibrato porta Juve e Inter allo scontro diretto del 26 aprile, con quattro gare da disputare, e l’Inter indietro, distanziata di un punto. Del Piero segna l’uno a zero al ventunesimo, l’Inter prova a reagire, ma poco succede fino al ventiquattresimo della ripresa,
quando Iuliano e Ronaldo si scontrano in area: gli interisti reclamano un rigore che l’arbitro non concede. Per Boskov sarebbe finita lì:
«Rigore è, quando arbitro fischia». Inizia invece un pippone che dura fino ai nostri giorni. E’ Iuliano che atterra a Ronaldo, o è il brasiliano che fa una sorta di fallo di sfondamento? In un periodo in cui non esisteva ancora il “danno procurato”, l’arbitro Ceccarini ha poi dichiarato che, riguardando l’azione, avrebbe al più concesso ai nerazzurri un calcio a due in area per fallo di ostruzione. Questo rigore non assegnato è il motivo per cui gli interisti sono convinti che il venticinquesimo scudetto bianconero appartenga a loro, ma come avviene abbastanza spesso, il loro ragionamento fa acqua da tutte le parti.
Nel campionato virtuale dell’Inter, concesso il rigore, i nerazzurri non ammettono che questo potesse essere sbagliato, con la fine di ogni querimonia e loro che restano a meno quattro dalla Juventus, come nella realtà. Ammettendo invece la trasformazione del rigore, l’uno a uno avrebbe lasciato la Juventus in vantaggio di un punto e non determinato alcun sorpasso, come invece sostenuto dagli interisti. Proseguiamo con questo campionato “Sliding doors”: a tre gare dal termine (32° giornata), mentre la Juventus vera pareggia a Vicenza,
l’Inter virtuale, che vince gli scudetti a parole, al Meazza dovrebbe fare a brandelli il Piacenza, portandosi in vantaggio di un punto sulla Juventus. La cosa in realtà non avviene, e l’Inter resta sotto di un punto nella classifica virtuale (70 - 66 in quella vera). 33° giornata: mentre la Juve fa secco il Bologna, l’Inter perde a Bari ed anche la classifica virtuale (71 - 67), evidenzia che lo scudetto è destinato altrove. Alla 34° giornata non serve più che l’Inter stenda il povero Empoli mentre la Juve impatti a Bergamo: classifica virtuale e classifica reale indicano la stessa quadra vincitrice. Da ricordare che il “Fenomeno”, in quel campionato segnò venticinque reti, mentre il “modesto” Del Piero solo ventuno.
«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nell’occhio tuo?» (Luca 6,41). Non sono uso scomodare il Padreterno, così come sono certo di non avere pagliuzze da nessuna parte, mentre i nerazzurri hanno dimenticato una certa trave. A parte tutte le manate date da Galante, in area, agli attaccanti delle varie squadre, i nerazzurri dimenticano una data, una partita (d’andata) e due fatti. La data è il 4 gennaio 1998 e la partita è Inter - Juventus 1 a 0 (arbitro Braschi, marcatore Djorkaeff al 47°). I due fatti? Eccoli. L'intervento di Taribo West in area di rigore, che affossa Inzaghi impedendogli il colpo di testa e il gol annullato allo stesso Superpippo, per un inesistente fallo di mano. Questa sì, che è una partita rubata.
Di che parlano, allora, questi nerazzurri da vent’anni? Di nulla. La nostra pagina facebook
La nostra pagina twitter
Commenta con noi sul nostro forum!