Lo ha espressamente messo nero su bianco "Panorama", scandagliando gli eredi, o meglio l'erede più annoiato e rampante della famiglia più ramificata della penisola. Dall'ultima riunione della Giovanni Agnelli BV (oggi una società di diritto olandese) fino all'operazione (sfumata) Fca-Renault (dove il gruppo avrebbe incassato un assegno miliardario), passando per la morte di Marchionne e la cessione (con tanto di scorpacciata di dividendi) della Magneti Marelli, il settimanale fondato da Arnoldo Mondadori ha messo in evidenza il percorso di John Elkann (presidente del gruppo Fca e di Exor, finanziaria della famiglia Agnelli), dipingendo un personaggio che "a meno di un anno dalla morte del vero cervello di Fca Group-Exor-Ferrari, si è sentito come liberato dalle "catene" in cui era stato avvolto".
Potendo inebriarsi del potere assoluto, potendo finalmente fare di testa sua senza rendere conto a nessuno, pervaso da una incontenibile frenesia: diventare sempre più ricco, monetizzare quanto più è possibile, liquidare le "vecchie attività", fottersene delle raccomandazioni del nonno. Un quadro, facendo riferimento alle "vecchie attività", che inevitabilmente ha toccato anche la Juventus e quella brutta storia che ha coinvolto nell'estate del 2006 la più gloriosa società italiana di football.
Il periodico diretto da Maurizio Belpietro non ha lasciato spazio a dubbi, mettendo nero su bianco quanto accaduto nei meandri di casa Agnelli.
"Per non parlare della Juventus: piuttosto che lasciarne la guida ad Andrea Agnelli, ha accettato di mandarla in serie B (privandola di una difesa legale adeguata e subendo tutte le decisioni del presidente della Juve di allora, Franzo Grande) nel timore che il cugino diventasse troppo popolare e facesse ombra alla sua leadership. Andrea è riuscito ad avere quell'incarico solo con quattro anni di ritardo dopo che milioni di tifosi juventini hanno assistito impotenti allo scempio sportivo e finanziario compiuto dalla coppia Jean-Claude Blanc (scelto personalmente da John) e Giovanni Cobolli-Gigli (imposto da Gabetti e ignaro perfino di quanti scudetti avesse vinto il club bianconero)." L'ennesima conferma, a distanza di ormai tredici anni, di ciò che in pochi (allora) compresero dopo le parole espresse in data 7 maggio 2006 dallo stesso John Elkann: "Siamo qui per dimostrare la nostra vicinanza alla squadra. Tutta la vicenda non ci ha lasciato indifferenti, ma ci sono le sedi opportune per discuterne e per risolvere". Quell'opportunità (mandare in serie B la Juventus) che si scontrò inevitabilmente con l'inopportunità dello scandalo equity swap che coinvolse l'Avvocato Gabetti (John Elkann dichiarò "inopportuno" prendere provvedimenti, dichiarando fiducia ed attendendo gli esiti dell'inchiesta) e l'inopportunità della vicenda Margherita relativa all'eredità Agnelli (John Elkann dichiarò "inopportuno" parlarne sui giornali e infangare la memoria del nonno).
Quell'opportunità che si avvalse del dossieraggio illegale e delle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche su Luciano Moggi, atti che violarono il segreto istruttorio e fecero scoppiare lo scandalo e tutto ciò che inevitabilmente ne conseguì.
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