Con tanto sentimento popolare L’ Elisir d'amore è un melodramma giocoso altrimenti detto Opera Buffa scritto e musicato intorno alla seconda decade del 1880 da Gaetano Donizetti.
Narra la traversia di un umile contadino, Nemorino, innamorato di tal Adina ed incapace di dichiararsi.
La vicenda sembra risolversi, secondo il comune sentire popolare, (ma ovviamene la soluzione è altra, mai fidarsi di quel sentire lì!) con l'arrivo di Dulcamara (un ciarlatano), che, fingendosi dottore, vende a Nemorino il fantomatico elisir d'amore.
Dulcamara chi era costui? No, mi sto confondendo.
Scusate.
Intendevo ragionare di cert’altro, tal
Palamara.Personaggio apostrofato come “faccia di tonno” dal compianto Presidente Cossiga, mentre svolgeva l’attività di presidente dell’ ANM (molto di più di un partito politico, ma non soggetto ad alcun controllo o responsabilità, che di propria sponte indica rappresentanti con diritto di vita e di morte sui cittadini e le Istituzioni, per uno strano privilegio divino interpretato così “inequivocabilmente” dal CSM, il proprio organo di autocontrollo), ex PM nel processo GEA, periodo in cui profuse a iosa l’
Elisir del comune sentire popolare dei peggiori bar dè rroma. Probabilmente viene da qui la confusione.
Nell’ attualità, la vicenda di cui è protagonista lo vede indagato per corruzione, atta a pilotare e sollecitare alcune nomine di Uffici giudiziari.
Emerge anche, secondo l’ipotesi accusatoria, essere uno snodo per altre nomine interne alla magistratura con il bene placido di lobby politiche (coinvolti in questi “incontri” almeno altri 4 (!) suoi colleghi oltre a Lotti e Ferri deputati di matrice PD, probabilmente incaricati di salvaguardare l’Indipendenza e il colorito delle toghe).
Vicenda spinosa che ha già portato alla autosospensione (formula segreta ed efficace come quella dell’Elisir d’Amore) dei succitati.
Adesso ricordo, improvvisamente, anche la prima volta che lo sentii nominare:
caso Bergamo-Sensi, in una intercettazione ambientale l’allora designatore arbitrale confidava ad un’ amico che il Sensi gli avrebbe promesso contratti molto importanti con la Ina-Assitalia (società assicurativa sponsor della Roma, nella quale lavorava, pensate un po’, lo stesso Bergamo) in cambio di una lista di cinque arbitri graditi. La cattivissima Giustizia Sportiva fece come quel consigliere del CSM, si abbioccò.
Lessi poi che il giudice per le indagini preliminari della Procura di Roma, sollecitato formalmente dalla richiesta del Pm, don Luca Palamara,
archiviò l’indagine.
Che ve lo dico a fare.
Sollecitava, incontrava, si interessava già allora, poichè pare che dell’Elisir dopo l’uso imponga una immediata dipendenza.
Altro cicchetto.
Mi ricordo che nella arringa del
processo GEA (inutile costoso e infondato procedimento per eliminare una società a beneficio dei Baldini, Auricchio, Canovi, Antonelli, Orlandini etc.) ci propinò come “prova regina” (Elisir anche questo) un “pizzino” anonimo trovato nella scrivania di Zavaglia in cui qualcuno suggeriva a qualcun altro di smetterla con gli abusi.
Venne presentato così, senza perizie calligrafiche, senza senso. Altro che Dulcamara.
Ma adesso bando alle ciance si parta con il coro:
Qua, dottore... a me, dottore...un vasetto... due... tre.
Viva il grande Dulcamara, la Fenice dei dottori: con salute, con tesori possa presto a noi tornar.
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