Sta per uscire l'ennesimo capitolo della sequela di ricorsi che la Juventus ha proposto (e riproporrà, statene certi) contro una delle decisioni secondarie dell'estate del 2006. Il 6 agosto davanti alla Corte di Appello federale verrà di nuovo rigettata la richiesta della società bianconera di revoca dello scudetto 2005/06 all'inter.
Non ripercorriamo i fatti, speriamo che le vicende siano note, almeno con un livello di dettaglio elementare: La Juve chiede che sia revocato lo scudetto di cartone assegnato dall'allora commissario straordinario Guido Rossi. La società bianconera aveva già impugnato la dichiarazione di incompetenza del TNAS del 2011. Il tutto prese le mosse dalla relazione Palazzi che mise nero su bianco che le condotte di cui sicuramente si è macchiata la società nerazzurra erano uguali se non peggiori di quelle contestate a Moggi e alla Juventus.
Francamente abbiamo perso il conto di quante volte la Juve abbia presentato la richiesta di revoca di quel titolo all'inter. Quello che abbiamo ben presente è che
muovendosi tra dichiarazioni di incompetenza e altre di inammissibilità gli organi della giustizia sportiva e ordinaria a cui si è rivolto Andrea Agnelli
se ne sono sempre lavate le mani.
In attesa della prossima dichiarazione di incompetenza o rigetto per inammissibilità, vogliamo soffermarci sulla strategia bianconera. È facile intuire la linea di azione di Andrea Agnelli: c'è la convinzione che se togliessero quel titolo ai nerazzurri verrebbe meno l'esclusività dei rapporti con i designatori addebitati a Moggi e così cadrebbe uno dei presuposti fondamentali dei processi sportivi, che eventualmente andrebbero rivisti.
Sottolineiamo "eventualmente". Noi non riteniamo infatti che la tanto agognata revisione sportiva di calciopoli sia scontata. Ci sono
ragioni di opportunità sistemica che a noi sono sembrate sempre ben presenti all'agire del presidente bianconero, il quale ad oggi ha portato avanti schermaglie ma non ha mai realmente attaccato battaglia. Ci ricorda quel tipo che andava sbandierando al mondo l'esistenza di un'arma segreta e poi mandava i soldati con le scarpe di cartone pressato...
La Juventus sta subendo una serie di risposte (giuridiche) senza esclusione di colpi bassi,
perché allora deve continuare a proporre ricorsi che mai nessuno vorrà esaminare nel merito? L'estate del 2006 sarà sempre un fardello che rallenterà la crescita economica e sportiva della Juve (pensate solo ai danni di immagine che ancora oggi si pagano). Se non si convincono con le carte bollate, perché non si passa a una guerra commerciale (vera!)?
Basta fare affari con società italiane a cui fa comodo lo
status quo, basta "reinvestire" in Italia i risultati di un fatturato che viene dipinto come una colpa da chi poi se ne intasca novanta milioni in soli due anni. Basta spendersi per ottenere la quarta squadra italiana in Champions e fare gli interessi di un movimento che aggredisce vilmente la Storia bianconera e accusa i dirigenti (anche quelli attuali) di associazionismo malavitoso. E basta andare incontro a chi già abbastanza tutelato ha bisogno di un attaccante e da rifilarci un terzino scarso. Basta!
Se veramente vuole la guerra come dice, allora AA chiuda i rubinetti. Li tocchi nel portafogli. Ma non agitando lo spettro della superlega (almeno non solo), non faccia vedere più un soldo a un movimento che ha principi giuridici atti solo a perseverare nella mancanza di trasparenza evitando di pronunciarsi. Trovi il modo di recuperare alla Juventus quote di diritti TV (argomento "politicamente" più vasto di questa provocazione, ne siamo consapevoli).
Le guerre commerciali esistono, si combattono a tutti i livelli. In otto anni altro che "caschi blu",
gli incompetenti sarebbero venuti a Torino col cappello in mano per chiedere udienza. La nostra pagina facebook
La nostra pagina twitter
Commenta con noi sul nostro forum!