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Eventi di S. BIANCHI del 14/08/2019 13:38:55
60 anni a Villar Perosa!

 

La storia di Villar Perosa, 489 metri sul livello del mare, in bassa Val Chisone, inizia quando la Contessa Adelaide, vedova di Ottone di Savoia, dopo aver fondato l’Abbadia di Santa Maria (1064), ne cede all’Abate i diritti sulla zona circostante. Nel 1711, i Conti Piccone di Ivrea costruiscono quella villa in barocco piemontese, che nel 1853 è acquistata, con centoventicinque ettari intorno, dalla famiglia Agnelli di Racconigi. Il 13 agosto 1866, Aniceta Frisetti, sposa di Edoardo Agnelli vi partorisce Giovanni, il futuro fondatore della Fiat. Egli, nel 1895, è eletto sindaco di Villar, e sempre confermato per cinquant’anni, fino alla Liberazione. Il motivo di questa rielezione quasi “monarchica” è che, a Villar e in Val Cisone molti gli devono la possibilità di migliorare la propria esistenza abbandonando l’agricoltura come fonte primaria di reddito, assunti nella sua fabbrica di cuscinetti a sfere, prodotti per la prima volta in Italia dalla RIV (acronimo di Roberto Incerti & C. - Villar Perosa) fondata appunto nel 1906 da Incerti e dal futuro senatore Agnelli. L’azienda s’ingrandisce sempre più e provvede anche all’assistenza dei lavoratori e delle loro famiglie, alla scolarizzazione dei giovani, fonda una scuola aziendale e costruisce il villaggio operaio e quello per gli impiegati. Decaduto poiché legato al regime fascista, dopo una breve reggenza da parte del CLN, è eletto sindaco suo nipote Gianni, anche lui per un periodo “spropositato”, continuativamente fino al 1980.

Il connubio tra Juventus e Villar inizia nel 1946: per allontanarsi da una Torino ferita dai bombardamenti, gli Agnelli la portarono nel paesino, dove avevano la propria residenza estiva. La squadra di Parola, Rava, Depetrini, dei fratelli Sentimenti, Boniperti e Vycpalek, alloggiava in un’ex clinica, anch’essa danneggiata dai bombardamenti ma restaurata a decoroso alberghetto, in seguito sempre migliorata nel livello di recettività fino all’ultimo restyling, opera di quell’Ernesto Pellegrini, il cui nome forse vi dice qualcosa. Dopo quella volta la Juventus si è divisa tra i ritiri a Villar e quelli di Cuneo, ma è dal 1959 che la cittadina è sede fissa della preparazione, o almeno della partita tra Juventus A e Juventus B che solitamente inaugurava la nostra stagione.

Con la sola eccezione del 1962, da quella prima volta della squadra condotta da Cesarini e fino agli anni ’80, la squadra bianconera ha sempre fatto la preparazione estiva proprio a Villar Perosa, dove, a ferragosto, ha sempre inaugurato la stagione con la partita tra Juventus A e Juventus B. Solo nel 1962, appunto, con la Juventus “dei grandi” in ritiro a Cuneo la sfida interna, si è disputata in quella città. Dagli anni ’80, il ritiro precampionato è diventato itinerante tra Svizzera, Lombardia, Trentino e poi fermarsi (?) allo Juventus Training Center. Comunque, ovunque fosse il ritiro, e anche dopo l’inizio di quella corsa all’oro costituita dalla partecipazione a quegli assurdi trofei estivi internazionali, con gare che non dicono nulla per la scarsa forma fisica degli atleti reduci dalle vacanze e per lo scarso amalgama tra nuovi arrivati e vecchi campioni, la Juventus continua a disputare, a Ferragosto, la sua prima partita “ufficiosa” qui in Val Chisone.

Quando la Juventus faceva qui il “vero” ritiro precampionato, la valle si riempiva di tifosi, con gli alberghi e campeggi prenotati un anno per l’altro, oltre ai tifosi “pendolari”. Curiosa la vacanza in montagna di questi tifosi: niente camminate per rifugi, arrampicate o ferrate, ma tempi dettati dai ritmi imposti dall’allenatore alla squadra. Solitamente, l’attesa gara d’apertura aveva luogo per Ferragosto, alle diciassette, ma peggio che al vecchio Comunale, già tre ore prima della gara la tribunetta del campo era già strapiena e la gente si accalca attorno alla rete di recinzione, poi si andava addirittura a sedere a boro campo. Nei pressi dello stadio, manco a dirlo, bancarelle come a una fiera. Un tempo, qualche minuto prima dell’Ora X si sentiva arrivare un elicottero e poco dopo appariva Gianni Agnelli. Spentosi l’entusiasmo per l’arrivo del Numero Uno, regolarmente seduto in panchina accanto al tecnico, s’iniziava a guardare la nuova squadra, per capire il grado d’integrazione dei nuovi, notare qualche girovita diventato più simile a maniglie dell’amore e se il nuovo allenatore aveva già impresso il suo stile. L’astuto supertifoso Pier Carlo Perruquet, speculando sui frequenti acquazzoni che nel periodo si vedono in montagna, era uso dire: “Debutto bagnato, debutto fortunato”. Naturalmente, abbiamo vinto scudetti senza che quel giorno, a Villar, fosse caduta una sola goccia di pioggia.

I villaresi vegliavano sulla tranquillità dei graditi ospiti con un servizio d’ordine attorno all’albergo, dove i nostri dormivano (almeno alcuni). Il solito Haller (ne abbiamo già parlato) passava il Chisone, dove trovava la sua lei, sistemata nel vicino borgo di Inverso Pinasca; “Gianlucaccio” Vialli, camminava molto meno, appartandosi con le sue belle ai vecchi rifugi antiaerei. Quest’anno, per vedere all’opera nell’usuale vernissage i “vecchi” più De Ligt, Demiral, Rabiot, Ramsey e Pellegrini (ma spero proprio in un altro “colpaccio inglese” di Paratici), bisognerà anticipare al 14 agosto. Se giocano di pomeriggio, come spero, sarà per me una giornata piena: dalle mie parti, la sera suonerà l’amata PFM di Franz Di Cioccio, Patrick Djivas e Lucio “Violino” Fabbri.

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