Dopo il linciaggio di Calciopoli per “l’allineamento della Corte sulla lunghezza d’onda della gente comune”, occorreva difendersi con energia. Per questo, forte della verità e delle dichiarazioni di Sandulli, Presidente di quella Corte (
«Non ci sono stati illeciti. Il campionato era regolare … il campionato 2004/05 non è stato falsato») e riportate da “Il Romanista” e il “Corsera”, una Società normale avrebbe fatto il massimo per opporsi all’immane porcheria subita. Infatti, il C.d.A. della Juventus decise di presentare ricorso al TAR del Lazio (21 agosto 2006), per chiedere la sospensiva della sentenza di condanna e quindi la riammissione della squadra in Serie A. Tra lo sconcerto dei tifosi, pochi giorni dopo averlo presentato, il 31 agosto il ricorso è ritirato.
Il ricorso al TAR del Lazio, competente in materia sportiva, verteva su vari argomenti, che vi vado a riassumere:
primo: il capo del collegio giudicante è stato scelto appositamente, violando il principio del “giudice naturale precostituito per legge”;
secondo: inconsistenza del reato d’illecito sportivo (art. 6), perché “desunto” per la ripetizione di comportamenti contrari alla deontologia sportiva (art. 1);
terzo: violazione del principio del contraddittorio, col dimezzamento dei tempi per l’espletamento, da parte della difesa, delle incombenze procedurali;
quarto: improprio utilizzo delle intercettazioni, selezionate a senso unico e a dimostrare una tesi precostituita;
quinto: proscioglimento di tutti quelli che avrebbero dovuto concorrere ad alterare i risultati delle partite;
sesto: Moggi non era amministratore della Società e non aveva poteri di rappresentanza della stessa;
settimo: individuazione delle sanzioni lasciata alla discrezionalità della corte, oltretutto estese a più anni, cosa del tutto inedita e inammissibile, una discrezionalità che porta alla società un danno patrimoniale enorme, che gli articoli 81 e 82 della normativa europea limitano invece a10% del volume d’affari annuale di un solo esercizio;
ottavo: sanzioni disciplinari che impediscono, per due anni, la partecipazione della squadra alla Champions League, mentre la Juventus ne avrebbe avuto diritto per la vittoria nel campionato 2005/06, annullato sebbene non soggetto ad alcuna contestazione;
nono: dichiarazioni non processuali attribuite a un membro della Corte, il Prof. Serio che indicava l’assenza delle condizioni per procedere a un giusto processo (“subordinazione delle decisioni della Corte Federale alle pressioni mediatiche e della piazza”).
La presentazione del ricorso avrebbe bloccato i campionati, facendo finta di terrorizzare FIGC e CONI, ma era evidentemente una mossa di facciata, vista la genesi di Calciopoli: la dimostrazione che quel ricorso era stato presentato come alibi, fu il suo ritiro a pochi giorni dalla sua presentazione. Nel frattempo, la Società, in maniera assai strana, aveva già iniziato a svendere i giocatori: il pensiero di Vieira, e soprattutto di Ibrahimovic, ceduti a prezzi di saldo all’Inter mi fa ancora rabbrividire. Ufficialmente, la scusa per il ritiro del ricorso al TAR era una falsa apertura di dialogo da parte delle istituzioni calcistiche, il famoso “arbitrato”. Tutto andò come previsto da chi voleva affossare la Triade e con essa le possibilità di Andrea Agnelli a poter aspirare alla guida delle società del gruppo.
Come sostenne a suo tempo Piero Ostellino, certo non un talebano come me, ma un colto e misurato editorialista del “Corsera”,
«Il ricorso al TAR non poteva non portare all’annullamento della sentenza del processo sportivo, che non è stato un processo ma una decapitazione. Non è possibile che un’associazione privata come la FIGC si possa dotare di un codice comportamentale che contraddice le regole del Diritto: solo il Codice Civile può giudicare uno sport che non è più tale. E un fatto di civiltà, non solo per difendere la Juventus, che non è solo un club di calcio, ma una Società quotata in Borsa». Anche Antonio Baldassarre, un galantuomo di provate qualità, già presidente della Corte Costituzionale, avvalorò la scelta del ricorso al TAR da parte della Juventus:
«La sentenza mi ha molto sorpreso, immagino perché la Juventus, in quanto società per azioni, se avesse voluto impugnare la sentenza di fronte a un giudice ordinario, probabilmente avrebbe avuto ottime chances di vittoria. Da uomo di diritto, se mi fosse stata sottoposta la sentenza di Calciopoli in sede di Corte Costituzionale, l’avrei definita del tutto sbagliata». Infine, Corrado De Biase, ex Procuratore Federale, un giurista con ottima conoscenza del mondo del calcio, dichiarò:
«Se anche le accuse fossero risultate del tutto motivate, in base ai provvedimenti presi nel corso del tempo nei confronti di altre squadre, la Juventus, al massimo sarebbe stata condannata a una penalizzazione di qualche punto e a una multa».
Ma il ricorso al TAR fu ritirato. Ricordatevi sempre il perché.
Bibliografia essenziale:
P. Bertinetti – Solo noi – Rizzoli
G. Fiorito – Tutta colpa di Calciopoli – GLMDJ
G. Moncalvo – Agnelli segreti – Vallecchi
M. Pasta, M. Sironi – Juventus, il processo farsa – Guerini
M. Prioreschi – 30 sul campo – Baldini & Castoldi
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