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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 11/02/2010 13:52:03
Calciopoli: esame Auricchio – I parte

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 9 febbraio 2010-

Narducci: «Vorrei partire dal momento iniziale dell’investigazione che lei ha diretto, dalla delega che le è stata conferita dalla procura della Repubblica di Napoli e dello svincolo di questa delega nella parte iniziale».

Auricchio chiede di poter consultare gli atti a sua firma e davanti alla complessità del carteggio, di potersi avvalere dal personal computer, ottenendo l’autorizzazione da Casoria.

Le investigazioni inerenti a questo procedimento (del 2002) sono originate il 22/07/2004, in ricezione di una delega della procura a firma di Narducci e Beatrice, in cui chiedevano di verificare – sulla base di alcune investigazioni da loro seguite – circostanze inerenti l’ambito del calcio professionistico ed in particolare i «rapporti che il Messina poteva intrattenere con alcuni arbitri e con una società di calciatori: la Gea. Chiedevano anche alcuni accertamenti per verificare la fondatezza di questa ipotesi iniziale e a supporto fornivano alcune dichiarazioni del presidente del Venezia Dal Cin e di procedere all’assunzione di alcune informazioni di altri soggetti: Cellino e Spinelli».

Per scelta investigativa giunse al nucleo operativo di Roma e fu gestita e curata – in tutte le sue sezioni – da quella che si occupava per competenza dei reati di pubblica amministrazione e reati associativi, sezione diretta dal Colonnello Auricchio. A partire da luglio al 18 settembre 2004, l'ufficio di Auricchio svolge attività di verifica per valutare la fondatezza dell’ipotesi investigativa: «Da questa prima valutazione, che era un elaborato di due risposte, avanzammo una richiesta di attività di investigazione telefonica. Da settembre 2004 a settembre 2006 ho curato questa valutazione investigativa e i referti man mano prodotti e consegnati all’autorità giudiziaria portano la mia firma. Su questo primo esito, io e il mio ufficio produciamo già una sorta di doppia ipotesi di lavoro investigativo, che poi nel tempo rappresenterà esattamente il percorso da me seguito. Una prima ipotesi in ambito calcistico e tecnico: lo sviluppo del regolare svolgimento del calcio professionistico (dall’organizzazione affiancate dalla gestione squisitamente e prettamente tecnica, in particolare della gestione dell’arbitro) da chi di questo sport rappresenta l’imparzialità in assoluto». Questo era il primo filone di indagine che ha comportato una serie di ipotesi investigative.
«Il secondo filone, lo divido tecnicamente. E' stato successivamente stralciato e formato oggetto di specifico procedimento penale alla procura di Roma, già risolto in primo grado, inerente alla gestione degli attori del gioco del calcio (la contrattualizzazione e i rapporti), dei giocatori e in particolare delle società di gestione che curavano interessi e contratti, con particolare riferimento alla Gea da cui si era partiti. Quello iniziale, inerente l’organizzazione e l’aspetto tecnico, ha rappresentato il filone principale e attualmente in dibattito. Il secondo filone – quello della Gea – mentre da un lato era strettamente collegato all’ipotesi di frode sportiva e associativa, la gestione era concentrata su ipotesi di illecita concorrenza in ambito commerciale e professionistico. Questo è il dato di partenza».
«Nel primo referto sosteniamo che la Gea rappresenta un elemento di interesse investigativo, in quanto assumendo notevoli procure di calciatori (un budget imponente), poteva provocare delle disfunzioni nella gestione del mercato dei calciatori. Sono partito da una ricostruzione della Gea...».


La disfunzione, secondo Auricchio, era relativa al «corretto funzionamento del campionato», ed in quella prima delega, «già dalla raccolta delle dichiarazioni dei presidenti Cellino e Spinelli», si richiede un controllo della «regolarità di risultati in termini calcistici» e su alcuni arbitri legati dalla sede romana (De Santis il principale) e quelli della cosiddetta «combriccola romana in grado di condizionare il regolare svolgimento delle partite. Questi arbitri avevano dei contatti con la proprietà Gea e questa cosa incideva sulla regolarità delle gare. Svolgemmo accertamenti su due arbitri di questa combriccola: Gabriele e Palanca, responsabili di alcuni favoritismi calcistici. Una delle squadre maggiormente favorita era il Messina che aveva il numero di maggior rilievo di giocatori gestiti dalla Gea e ritenuta vicina alla Juventus con Luciano Moggi e sulla scorta del fatto che Moggi era un esponente di rilievo della Gea».

Questo è il quadro della prima informativa, quella di partenza con intercettazioni telefoniche di soggetti legati ad alcuni componenti Gea, combriccola romana, Messina calcio e con la Juventus.
Narducci: «Successivamente al deposito, nel mese di ottobre, l’autorità di Napoli concede le autorizzazioni richieste e si parte con le investigazioni compendiate con reperti successivi».

Auricchio: «Da una prima informativa datata 16.04.2005, una seconda del 02.11.2005 e un terza del 21.01.2006 e via via, che rappresentano gli esiti di specifiche richieste di attività investigative».

Auricchio: «Le ipotesi di partenza vengono caratterizzate in questo senso: il sistema di calcio professionistico in Italia, nella massima competizione, è caratterizzato da un'organizzazione falsata e inficiata da condotte esterne, che ne condizionano il regolare svolgimento. Come si realizza il condizionamento è presto detto. In particolare, Giraudo e Moggi, in stretto collegamento con i due designatori arbitrali Bergamo e Pairetto e con l’apporto del presidente Tullio Lanese, si adoperano – avvalendosi di specifici arbitri legati a questi gruppo di gestione – per influire, influenzare il risultato delle singole competizioni». Accanto a questo dato tecnico-sportivo, l'attività investigativa «ricostruisce interventi collaterali che consentono di avvalorare questo sistema di potere, in grado di influenzare i risultati sportivi che gode di appoggi istituzionali esterni per potersi mantenere in questo meccanismo di potere e monopolio». Accade attraverso persone – sostiene Auricchio – come Mazzini. Attraverso questi personaggi, il «gruppo ha un suo obiettivo: di mantenersi nella situazione di potere istituzionale».
Il Colonnello premette che il meccanismo a quel tempo (campionato 2004/05), attraverso il quale gli arbitri venivano individuati, era quello del sorteggio misto e che «questo formale aleatorio meccanismo si è rivelato molto pilotato dai due designatori, strettamente legati alle decisioni e scelte che Moggi assumeva direttamente con loro. L’anomalia era appunto che il rappresentante della società Juventus, al di là delle singole cariche rivestite, era in stretto contatto con i due designatori (non per rapporti extra calcistici)» .
Narducci: «Nel mese di ottobre, autorizzate ed iniziano le prime operazioni di intercettazione. Se ci ricorda quale sono state le prime e gli sviluppi...»

Auricchio conferma le prime intercettazioni effettuate già nel mese di ottobre e di aver adottato il sistema del riascolto. Intercettazioni autorizzate dal GUP di Napoli e al riascolto da parte della procura della Repubblica di Roma presso gli uffici del nucleo investigativo di Roma.

A partire dall’11 ottobre i soggetti interessati, come attivazione iniziale, furono: Moggi Alessandro, Zagaglia, Calleri Riccardo, Cellini Tommaso, Geronzi Chiara, Moggi Luciano, De Mita Giuseppe, Palanca, Gabriele e il fax della Gea. Le prime risultanze saranno relative alla prima fase del campionato di calcio.
Auricchio: «Dal punto di vista della gestione sportiva, abbiamo già a partire dall’incontro della 6a giornata di campionato (Juventus-Messina)... iniziano questi contatti telefonici nella direzione designatori - Moggi».

Il colonnello ricorda due chiamate tra Moggi e Pairetto del 14 ottobre, il cui elemento é ritenuto «qualificante, anche perché in quella data ancora non c’era stato il sorteggio per la partita che vedeva impegnata la Juventus il 16.10.2009». «Aveva una sua collocazione temporale», ritenuta valida investigativamente. Il sorteggio avverrà il 15 a Roma.
Il contenuto dei colloqui viene «ritenuto non significativo. Il dato su cui riflettevo era l’interesse per la collazione temporale».
Casoria: «Non c’era niente di particolare? Andiamo avanti...» .

Auricchio: «Proprio in ragione di questi iniziali contatti», il passo successivo «fu quello di implementare le utenze sottoposte con quelle dei due designatori».

Auricchio: «Successivamente c’è un’accelerazione investigativa legata agli eventi connessi alla partita Reggina-Juventus, terminata con il risultato di 2 a 1 per la Reggina. La vicenda legata a Reggina-Juventus consente a noi, in questi primissimi tempi, di cogliere una serie di risultanze investigative di interesse. La Juventus perde la partita malamente». Il Colonnello precisa che gli addetti parlano di evidenti errori da parte dell'arbitro che hanno penalizzato la Juventus.
«Questo evento negativo origina una reazione dei due dirigenti presenti allo stadio, ed in particolare questa reazione si sostanzia con la discesa nello spogliatoio dell’arbitro con invettive nei confronti dello stesso (considerate intense). In particolare, si passa dalle affermazioni telefoniche di L. Moggi che, esaltando l’episodio, afferma – esternazione piuttosto colorita – di aver chiuso l’arbitro nello spogliatoio».
Auricchio ricorda che in serata lo stesso argomento viene trattato con il giornalista Damascelli e ad emergere anche un dato utile dal punto di vista investigativo relativo al contatto tra Pietro Ingargiola (osservatore degli arbitri) e Tullio Lanese, proprio in relazione a questo episodio.

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