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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 12/02/2010 13:54:30
Calciopoli: esame Auricchio – III parte

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 09 febbraio 2010.

Auricchio quindi va oltre ed espone l’attività investigativa inerente alla gara Lecce-Juventus del 14 novembre 2004, arbitrata da De Santis. «Già prima del sorteggio arbitrale ci sono contatti tra Moggi e i designatori» che fanno emergere un sistema di contatti riservati su numeri «ancora non censiti» dai carabinieri.

Alla lettura e al commento di queste telefonate interviene l’avvocato De Vita: «Presidente scusi, ma questa è un’anticipazione della requisitoria del pubblico ministero? È una rilettura di tutte le telefonate, con dei commenti. Sono atti che dobbiamo leggere noi e commentare noi. Io non so neanche se queste telefonate sono quelle che sono state trascritte… Ma ripeto, più che fatti, ho la sensazione che il teste ci stia facendo un’anticipazione della requisitoria del pubblico ministero. E mi pare che questo tipo d’esame non sia previsto dalla legge. Il teste ci deve dare degli elementi oggettivi sui quali poi noi, e ovviamente il tribunale per ultimo, dobbiamo esprimere delle valutazioni».

Prioreschi: «Evidentemente non ha fatti da dire…».

Interviene anche l’avvocato Furgiuele, contestando la lettura dei brogliacci di p.g. che non possono essere considerati alla stregua delle trascrizioni dei periti: «Il tribunale potrà conoscere unicamente, come lettura, come documenti cartacei, la trascrizione dei periti. Il teste può riferire (solo, ndr) sull’attività da lui svolta, non può riferire i contenuti della trascrizione fatta da altra persona, ma solo quello che ha ascoltato personalmente… Il tribunale non può consentire una prova inutilizzabile».

Narducci interpellato: «Presidente, dovrebbe riferire sulle investigazioni. Ovviamente le investigazioni fondate sulle intercettazioni. Se prescindiamo dalle intercettazioni, il contenuto diventa tutto impraticabile e incomprensibile».

La questione sollevata dalle difese verte sulla consultazione da parte del teste di documenti non a sua firma.

Casoria: «Pubblico ministero, cerchi di indirizzare il suo esame in questi binari».

Narducci ribadisce che il riferimento delle intercettazioni è imprescindibile: «Altrimenti la testimonianza del colonnello Auricchio potrebbe non avvenire». Hai le intercettazioni, che lo hai chiamato a fare, per perdere tempo?

Sulla scorta delle repliche del pm, in verità molto pertinenti (si è fatto così in altre udienze, leggendo i brogliacci della p.g., senza difficoltà di sorta), il presidente rigetta le obiezioni dei difensori. Al contempo invita il teste ad evitare di fare commenti.

Il teste ritorna sulle indagini circa Lecce-Juventus: «La Juventus vince 1-0, ci sono delle polemiche relative a situazioni calcistiche sulle quali soprassediamo…».

Il teste commenta poi la telefonata intervenuta nella serata della partita tra l’arbitro De Santis (che si vanta del bottino di magliette che si porta a casa) e Manfredi Martino. Questa telefonata sarebbe una ulteriore conferma dei rapporti di connivenza tra il De Santis e Moggi & Co., visto che l’arbitro comunica «all’amico Martino» che ha «partecipato alla statuizione del voto» per la terna da parte dell’osservatore arbitrale.

Ma «il dato investigativo più interessante, più utile per noi» è la circostanza che De Santis il giorno dopo si faccia vanto con Ceniccola di aver raccolto a mo’ di trofeo molte maglie dei calciatori della Juventus. Prioreschi interviene per chiedere al presidente di non consentire queste considerazioni del tenente colonnello.
Prioreschi: «Lui è un ufficiale di P.G., riferisce sui fatti, sugli accertamenti. È un continuo commento…».

Casoria: «Avvocato, abbiamo già detto». Poi, rivolta al teste: «Lei legga le parole e andiamo avanti».

E Auricchio? «Ecco allora. “Ahò a li mortacci vostri…ho preso tutte le magliette… sai quante ce ne ho? Otto”».
Prioreschi: «E questo sarebbe il vanto? Vede che il commento è totalmente inattendibile!? Che vanto è questo?»

A questo punto Prioreschi manifesta la preferenza a sentire le trascrizioni dei carabinieri «ancorché inutilizzabili», piuttosto che sentire «i commenti, le valutazioni, le ipotesi e i pensieri investigativi del maggiore Auricchio».

Il Presidente: «Certo, si potrebbe in evidenza solo quelle che sono essenziali, senza approfondire il contenuto. Il contenuto poi lo vediamo noi».

(Signor giudice, qui non c’è nulla di potenzialmente essenziale, ndr)

Auricchio dice che per lui è preferibile dare il contenuto che gli pare… Il testimone fa le valutazioni al posto dei giudici. Auricchio: «Fondo il mio giudizio…». Sempre dato come investigativamente qualificante è che il De Santis nella telefonata dica: «”Oh, ma poi quando te servono (le magliette, ndr), tu me lo dici e io lo chiamo. Capito? Gli telefono”. Proseguendo su questo, riusciamo forse a trarre qualche elemento sul “chi chiamo” e al “chi glielo dico”…». Forse??! Forse!!!
Perché il De Santis dice: “stavo de llà, e poi è arrivato lui”. L’innominabile. “Mi ha detto bravo, m’ha detto sei stato spettacolare…”. De Santis, Lui (l’innominabile) e ‘o malament!
Auricchio continua a riferire: “gli ho fatto, ma secondo lei posso tornare a fare la Juve? E lui si è messo a ridere… Vuoi tornà? Ha detto, non te ne voj annà mai da qui?”. E magari lo ha chiuso dentro… De Santis prosegue: “No, tutto a posto…”.

Segue il resoconto di un’altra telefonata con Manfredi Martino in cui l’arbitro si vanta del record di magliette conquistate. Un’associazione per quattro magliette. Ma che criminali!

Interviene il Presidente: «Pubblico ministero ma non sarebbe opportuno indicare solo quelle che sono rilevanti?»

Eh, ad avercele quelle rilevanti!

Il pm Narducci sospira e svicola: «Sì, sì, presidente. Allora, colonnello proseguiamo…».

Per Inter-Juventus, arbitro Rodomonti, è stata ritenuta interessante una chiamata di Bergamo a Moggi del 24 novembre precedente al sorteggio arbitrale, una di Pairetto a Bergamo del giorno 25. Il teste si limita a indicare i riferimenti delle telefonate, ma il pm gli chiede di illustrare «un pezzo della telefonata». Quale pezzo il teste già sa: è un elemento investigativo dal quale emerge il sistema riservato di comunicazione. Pairetto: “Io ho avuto un po’ di problemi, te ne volevo parlà. Semmai all’altro telefono”. Narducci chiede di riferire anche la risposta di Bergamo: “Ti richiamo tra dieci minuti, vai. Ma tu ce l’hai l’altro dietro?”. Narducci suggerisce la replica di Pairetto: “Sì”.
Poi segue il riferimento alla famosa telefonata delle 11.56 in cui la segretaria comunica la terna arbitrale. Il pm chiede la lettura integrale di questa telefonata. Prioreschi si oppone: «Leggeremo la trascrizione». Il Presidente acconsente specificando che la corrispondenza sarà verificata.
Trofino a Prioreschi: «Vebbè, fagliela leggere».

Un altro “dato investigativo” emerge dalla telefonata del pomeriggio successiva al sorteggio, chiamata tra Carraro e Bergamo, in cui il presidente federale dice dell’arbitro Rodomonti: «Mi raccomando che non aiuti la Juventus…». Vabbè, la conoscete ormai.

Avvocato Messeri: «Per una questione di forma, io come difensore di Bertini mi oppongo a che l’esame testimoniale venga svolto in questo modo. Perché non ho capito, e le chiedo di indicarmelo, quali sono gli atti dei quali il colonnello Auricchio è autorizzato a consultare per deporre. Perché altrimenti non si sa. “La domanda è rilevante”, dice. Ammesso che la domanda sia rilevante, dice: “riferiscimi il contenuto di questa telefonata”. Se passa questo tipo di domanda, dal punto di vista difensivo passa anche di farsi raccontare tutti i brogliacci telefonici. Anche di domande che non sono state rivolte e che non sono state trascritte. L’ammissibilità della domanda non dipende dalla risposta che si dà, “questa mi fa comodo… quest’altra non è rilevante perché non mi interessa la risposta”. L’ammissibilità si valuta a monte». L’eccezione (come ricorda lo stesso legale) era stata già rigettata, motivo per cui ritiene l’acquisizione della testimonianza illegittima. “Consulta un book di mille pagine e dei documenti informatici di cui non conosciamo la natura”. Per questo motivo si oppone il legale.

«Ancora, di interesse sul punto, abbiamo fatto delle valutazioni sull’arbitro Rodomonti. In particolare abbiamo indicato, con l’obiettivo investigativo di ritenere Rodomonti arbitro vicino a Moggi, abbiamo indicato la conversazione…», una conversazione tra la Fazi e Bergamo. E così via il numero progressivo di altre telefonate. Queste telefonate «sono state utilizzate per evidenziare il gradimento, la vicinanza dell’arbitro Rodomonti al Moggi».

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