Il week-end appena trascorso aveva messo in luce un dato chiarissimo: la lotta per la conquista della Premier stagione 2010 appartiene a Chelsea e Manchester United.
La formazione di Ancelotti aveva avuto la meglio sull'Arsenal, ritrovando la vetta della classifica e allontanando (forse) definitivamente la squadra di Wengér dal primo posto. I "red devils" a loro volta avevano nettamente sconfitto il Portsmouth all'Old Trafford con un roboante 5-0.
In soldoni: lunedì mattina i volti sorridenti erano quelli di Ancelotti e Fergusson.
A distanza di soli tre giorni, però, tutto è tornato come prima, o quasi.
Il Chelsea, che già domenica pomeriggio a Stamford Bridge aveva fatto intravedere enormi lacune (e qui l'abbiamo scritto e sottolineato), è caduto a Goodison Park. Netta ed indiscutibile la sconfitta, solari i problemi di gioco che affliggono i "blue's": pericolosi quando possono andare in contropiede, imbarazzanti quando devono fare la partita. Lo United, che si conferma comunque la squadra più completa (nonostante le partenze di Ronaldo e Tevez), non è andata oltre il pareggio contro l'Aston Villa, uscendo comunque con un buon punto dal difficile campo del Villa Park.
E l'Arsenal? Stampa specializzata, addetti ai lavori e appassionati lo davano per spacciato. Guardando i risultati nudi e crudi non vi era nulla da eccepire, ma osservando gli episodi con cui questi erano avvenuti i termini usati parevano oltre modo eccessivi. Cinque i gol subiti, di cui tre in contropiede, uno su calcio piazzato e uno con un evidente errore di Almunia. I restanti 180' avevano evidenziato, invece, un'altro dato: dominio del campo, possesso palla e un elevato numero di palle gol non tramutate in gol.
Ieri sera all'Emirates, di conseguenza, l'Arsenal ha continuato il suo cammino: fraseggio a centrocampo, verticalizzazioni ed un gioco che in Premier League non ha eguali. Risultato: Liverpool battuto, distanze ridotte dalla vetta e allungate dagli inseguitori.
Il risultato dell'Arsenal, oltre a ridare fiducia ad Arséne Wenger & Co., ha riaperto scenari europei per tutti coloro che inseguono il quarto posto utile per la prossima Champions League.
Ne ha approfittato il solo Manchester City, vittorioso martedì, seppur non meritatamente, contro il Bolton, e giunto a quota 44 punti (in comproprietà con il Liverpool) con ben due gare da recuperare (un virtuale quarto posto a quota 50; a meno 2 dall'Arsenal e a più 6 sul Liverpool).
Non ne hanno approfittato, invece, il Tottenham, fermato ancora una volta dal Wolverhampton (doppia sconfitta stagionale per 1-0); l'Aston Villa, giunta al terzo pareggio consecutivo; il Birmingham, fermato ad Upton Park da un meraviglioso West Ham; il Liverpool, uscito sconfitto come sopra descritto da Londra.
In fondo alla classifica, e con le vittorie di West Ham e Wolve's e i pareggi di Portsmouth e Sunderland, tutto è tornato in discussione. Le sconfitte patite da Hull City, Bolton e Burnley hanno nuovamente rimescolato le carte, chiudendo otto squadre nella forbice di 10 punti e ben sette in appena quattro.
Al termine del ventiseiesimo turno ci si ritrova da punto a capo, sia per quel concerne la lotta al titolo e la qualificazione alla prossima Champions, sia per quel riguarda la lotta per non retrocedere.
La Premier domenica osserverà un turno di riposo, lasciando spazio al quinto turno di FA Cup e per far rifiatare (Chelsea escluso) le squadre impegnate negli ottavi di Champions League.
L'appuntamento con la Premier è rimandato al 20 febbraio: l'Arsenal sarà impegnato all'Emirates contro il Sunderland per continuare ad inseguire un sogno; lo United farà visita ad un Everton che ha riscoperto la vena realizzativa di Saha; il Chelsea sarà di scena al Molineux, con un Wolverhampton impegnatissimo nella lotta per la salvezza. Il big-match sarà Manchester City-Liverpool, il big-match ci dirà chi, con molta probabilità, assumerà il ruolo dell'altra "big-four".
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