Calciopoli non è finitaDopo anni di inutile attesa, passati a sperare, senza troppa convinzione, che qualcuno prendesse almeno in considerazione i ricorsi presentati dalla Juventus, con tutte le perplessità del caso su quanto veniva con questi regolarmente chiesto (la revoca del “cartone”, come abbiamo sempre detto, deve essere una conseguenza della restituzione dei titoli e non il fine unico delle azioni), è di questi giorni una novità importante.
Antonio Giraudo, condannato “a vita” come ormai neppure capita ai serial killer,
ha presentato apposito ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo nei confronti dell'Italia, che avrebbe violato l'art. 6 della Convenzione per aver consentito alle proprie federazioni sportive la creazione di giurisdizioni disciplinari non "precostituite per legge" e per violazione del diritto ad un giusto processo, essendo stati a suo tempo concessi al ricorrente e ai suoi avvocati soltanto 7 giorni per predisporre le difese, a fronte di un fascicolo composto da oltre 7000 pagine.
Ulteriore motivo di ricorso, l'applicazione della legge n. 280/2003 che prevede che le giurisdizioni dello Stato non abbiano il potere di annullare le decisioni delle giurisdizioni disciplinari sportive, laddove la giurisprudenza della CEDU stabilisce che il cittadino debba sempre poter ricorrere ad un giudice che abbia potere di "piena giurisdizione".
È quello che ci aspettavamo da tempo (Giraudo ha dovuto attendere la conclusione dell'iter processuale interno, con la pronuncia della Cassazione di questo autunno), dopo anni di pronunce di “incompetenza” a vario titolo da chiunque venisse di volta in volta interpellato.
Cosa succederà a questo punto? Difficile dirlo, sicuramente i tempi non saranno brevi, ma gli effetti del ricorso potrebbero essere dirompenti, perché una pronuncia di accoglimento
potrebbe costringere a cancellare quanto fatto nel 2006 e a ripartire da zero, ammesso e non concesso che tanto sia possibile dopo quasi 15 anni.
E la Juventus? Non è scontato che possa giovarsi di un eventuale accoglimento del ricorso di Giraudo, che, in astratto, potrebbe riguardare solo la sua specifica posizione, con effetti solo con riferimento alla sua condanna, ma è evidente che
si potrebbe concretizzare una sorta di attestazione ufficiale di illegalità di Farsopoli, di cui non si potrebbe più non tener conto in ogni diversa sede.
Ovviamente la CEDU non entrerà nel merito del processo (questo occorre dirlo) e, quindi, in nessun caso vi potrebbe essere una pronuncia che “assolva” la Juventus definitivamente o che stabilisca
tout court la restituzione del maltolto, ma dopo anni di delusioni e di inattività, questo ricorso è sicuramente un bel passo avanti.
Come abbiamo sempre sostenuto: “
Ci sarà pure un giudice a Berlino”, in questo caso a Strasburgo...
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