Se c’è qualcuno che sperava di vedere improvvisamente un cambio in positivo nel modo di raccontare il nostro calcio, magari in modo professionale e super parters, dovrà aspettare ancora.
In questi giorni possiamo vedere uno spaccato del nostro calcio in modo chiaro: il tifoso telecronista di Sky, il giornalista confuso, la paura per l’esordiente che potrebbe fare bene, l’ex campione che ha rifiutato la Juve.

La delusione per la mancata vittoria dell’Europa League, che in molti consideravano già in tasca ancora prima di giocarla, a Bergomi non ha permesso di presentarsi davanti alle telecamere in modo lucido. Nel post partita, nel salotto di Sky, ha affermato: “Il Siviglia è una squadra diversa da quelle che ABBIAMO affrontato prima…ehm…abbiamo nel senso di NOI dell’Inter”. Va tutto bene, sappiamo il suo passato e ancor meglio il suo credo sportivo, ma poi non ci venissero a raccontare che siamo dei visionari quando, nelle telecronache, con quel “la voglio rivedere”, indugia sempre per instillare qualche dubbio sugli episodi che coinvolgono diretti concorrenti. È un tifoso e ne prendiamo atto.

Da Bergomi passiamo al buon Sconcerti che nel giro di 4 giorni si presenta così: “Siviglia-Inter, Conte ha costruito la squadra più forte d’Italia. Adesso deve crescere del tutto anche lui” (21.08.2020); “Conte resta all’Inter, ma il punto vero è se i nerazzurri sono una squadra o no” (25.05.2020). Capisco che occorre cogliere il momento, quello che non capisco è come può rimanere credibile dopo, tanto da avere uno spazio giornaliero si un quotidiano nazionale.

Questo cambio inaspettato alla guida della Juventus ha ridato qualche speranza alla concorrenza, ed anche per sfatare l’idea di un nuovo trionfo bianconero, ci troviamo a leggere Fabio Capello che, sulle prossime competizioni europee, si esprime così: “Io credo che l’unica squadra che possa competere sia l’Inter, l’incognita è la Juventus”. D’altra parte cosa mai ha fatto la Juventus negli ultimi 9 anni?

Non poteva mancare l’intervista all’ex giocatore che ha rifiutato la Juve e che ne parla con vanto. E’ il turno di Alessandro Diamanti che afferma: “Nella Juventus e in altre due grandi squadre, non ci sono andato a giocare per scelta…E un’altra volta non ci sono andato per riconoscenza nei confronti del Bologna..”. Contento lui, contenti tutti.

È evidente che se i media continuano a presentare questo format è perché il loro pubblico di riferimento gradisce questo tipo di gestione. Ed è ancor più triste vedere tifosi che trovano conforto in queste uscite e continuano ad alimentare questo aspetto assurdo che qualcuno vorrebbe spacciare come competenza.

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