Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
Juventus
Sabato 14.09.2024 ore 18.00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di N. REDAZIONE del 10/12/2020 15:11:57
Paolo Rossi: L’uomo del destino

 

di Crazeology

A 64 anni, se n’è andato Paolo Rossi, portato via da un male incurabile. Presto, troppo presto. E' stato un grande giocatore, tra i più sottovalutati di sempre della storia del nostro paese. Opportunista e pragmatico sotto porta, certo, ma con grandi doti tecniche, dribbling compreso.E’ stato alla Juventus per alcuni anni, ha vinto titoli, ci ha regalato soddisfazioni. Ma per descrivere meglio cosa è stato, bisogna cominciare dicendo che era una persona molto per bene, mai polemica, mai onnipresente davanti alle telecamere neanche finita la carriera di calciatore. Un uomo tranquillo e “ordinario”, nel senso più alto del termine. Eppure, fu anche eroe nazionale e se mi permettete “uomo del destino”.

Premetto che forse chi scrive è un po’ di parte, perché Paolo è uno dei miei primi ricordi nitidi di calcio, perché del prima non ricordo nomi e facce, ricordo nitidamente solo la maglia della Juve, bianca e nera, nei televisori dell'epoca, in bianco e nero anche quelli. Poi ci furono i sorprendenti mondiali dell’82, seguiti da quelli deludenti del '78 dove forse la nostra nazionale era ancora più forte, ma meno fortunata. Nell'82, come tutti sanno, si vinse, e secondo me si ebbe la prima festa nazionale reale e totale dell'era moderna, con la gente per strada, e senza la maglia della parrocchietta di appartenenza. Tutta l'Italia in festa. Avevamo come Presidente della Repubblica un uomo che aveva davvero combattuto una battaglia di civiltà durante la guerra, facendosi anche la galera. Pertini andò in Irpinia dopo il terremoto. Oggi sarebbe scontato visitare i luoghi di un disastro, ma una volta non lo era, perché i politici erano molto più austeri e lontani e dalla realtà e dalla società civile. Poi andò in Spagna, gioì coi nostri nazionali e se li portò a casa con l'areo presidenziale, (non senza qualche polemica strumentale dei soliti media tontoloni italioti). E durante il viaggio il Presidente giocò a carte con allenatore e giocatori, come un uomo ordinario qualunque di una qualunque osteria del nostro paese (abitudine tradizionale che si sta perdendo, ma che ancora sopravvive nei piccoli paesi).

E così in quella Italia così lacerata, che usciva da anni difficili e tremendi, i bui anni 70, con tanti attentati, tante vittime e i morti sparati in mezzo alla strada, quella nazionale che come al solito aveva tutti contro (troppi campioni gobbi nella rosa?), e che ebbe un inizio travagliato, diede una vera e propria scossa di ottimismo al paese. Paolo Rossi ne fu protagonista assoluto perché, è vero che il complessivo era molto forte (lo capirono in molti soprattutto successivamente, ma basta leggere i nomi leggendari della rosa), ma alcune reti se le inventò lui, da grande opportunista d'area e non. I suoi 3 gol contro il Brasile poi, furono addirittura epocali, non tanto per la vittoria nostra e la sconfitta loro, ma perché cambiarono per sempre la storia del calcio brasiliano.

Dopo quei 3 gol subiti, il calcio brasiliano non fu più lo stesso. Anche perché quel Brasile da centrocampo in su era una vera bomba, e l'uscita prematura dal mondiale fu inattesa e la patirono moltissimo. In Brasile si discusse molto a tutti i livelli, per mesi interi, del loro gioco storicamente troppo spregiudicato, e la filosofia cambiò (anche se poi hanno sempre continuato a sfornare grossi attaccanti, tipo Ronaldo, Ronadinho, Neymar, ecc, ecc). In pratica impararono a difendersi di più, anche collettivamente. E' grazie a Paolo Rossi che successivamente ci sono stati grandi giocatori, difensori moderni, come Lucio, T. Silva, Roberto Carlos, e via dicendo. E tuttora in Brasile vi sono anziani nostalgici che rimpiangono il calcio offensivo, efficace, divertente e spensierato dei decenni precedenti.

Il Brasile intero patì così tanto la sconfitta, che rimase nell'immaginario collettivo per un sacco di tempo, al punto che una volta, Paolo stesso (lo ha raccontato diverse volte in varie sedi), molti anni dopo fece un viaggio in Brasile, e arrivato all'aereoporto dovette scendere da un taxi perché il tassista lo riconobbe e non voleva portarlo in città.

Da notare che da quel Paolo Rossi Mundial in poi, in Italia arrivarono nel giro di pochi anni (diciamo un lustro circa) grandi giocatori come Platini, Maradona, Zico, Junior, Socrates, Rumenigge, ecc. Fu l'inizio di un'era calcistica leggendaria per il nostro calcio, che ancora oggi in molti ricordano (se vogliamo celebrata anche dal film cult "l'allenatore del pallone" di Lino Banfi).

Ricordo nitidamente tantissimi bambini nelle partitelle ai giardini e nei parchi di quella estate e di quelle immediatamente successive, che durante le loro azioni, e i loro piccoli gol sconosciuti, citavano e gridavano il suo nome. Quindi formalmente anche quei gol sono suoi, perché ha ispirato coloro che li realizzavano. Paolo Rossi non è stato solo un grande campione di uno sport che tutti amano, ma ne è stato un protagonista, volontario e non, talmente influente da averne cambiato il destino. Privilegio che non capita a tutti, nemmeno ai più grandi di tutti. Poi, ovviamente, ha anche giocato nella nostra Juventus, e ne ha aiutato molto le sorti, e a noi sarebbe bastato anche solo questo per ricordarlo con affetto. Ma è giusto ricordarlo a 360° perché se lo merita come pochi altri.

Ciao Paolo, sarai sempre con noi.

La nostra pagina facebook

La nostra pagina twitter

Commenta con noi sul nostro forum!




 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our