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Attualità di E. LOFFREDO del 09/02/2021 14:30:54
Un ministro che sguazza

 

«Lei è ignorante? Bravo, bravo! Viva l'ignoranza! Tutti così dovrebbero essere! E se ha dei figliuoli non li mandi a scuola, per carità! Li faccia sguazzare nell'ignoranza!». Così disse il notaio Felice Sciosciammocca - adattatosi a fare lo scrivano – della commedia "Miseria e nobiltà".

Chi in un certo senso si è beato della propria ignoranza è l'uscente Ministro dello Sport, «Quando diciassette mesi fa ho giurato come ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport eravamo in un’altra era, in un momento completamente diverso da questo.
Per molti anni avevo seguito le questioni relative ai diritti dell’infanzia e dei giovani, è sempre stato il centro del mio impegno. Non conoscevo invece il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione
». La "confessione" è stata oggetto di troppo facili ironie ed era scontato.

Purtroppo parliamo di un ministro di cui ci siamo già occupati in passato ( Link), non ci accorgiamo solo adesso della "competenza" di Vincenzo Allibisco. In diciassette mesi ha "ignorato" la riforma varata dal suo predecessore e che è quasi costata l'esclusione del tricolore dai Giochi Olimpici. Spadafora è il ministro che nella scorsa primavera pontificava sulla non necessità del calcio durante la pandemia e che poi non ha saputo difendere il protocollo dagli eccessi di qualche società troppo "interpretativa". Protocollo, è bene ricordarlo, che era stato approntato anche dal suo ministero.

Il nostro in diciassette mesi si è distinto per la stucchevole polemica da bar che ha intrapreso contro Cristiano Ronaldo e per il tweet da tifoso col quale ha salutato al vittoria in Coppa Italia del suo Napoli. Ma gli si può perdonare di aver inquinato del proprio tifo un messaggio che aveva una valenza anche istituzionale.

Ma non è solo il calcio che ci fa apprezzare la competenza di Spadafora. Come dimenticare che durante il primo lockdown non è riuscito a comprendere che lo sport individuale fatto all'aperto e distanziati poteva essere un'occasione per stemperare le tensioni sociali? Non ricordiamo un suo intervento per fermare la gogna a cui sono stati sottoposti i runners, fatti passare per gli untori del 2020. Un ministro per lo sport che anziché trovare soluzioni per l'attività sportiva e motoria fatta in sicurezza ha preferito il silenzio. Chissà se nel prossimo futuro non pagheremo anche in termini sanitari l'immobilità dovuta all'immobilismo del ministro.

Ci sarebbe un risultato di cui Spadafora potrebbe vantarsi: l'aumento degli agonisti di alcune discipline quali il tennis. Un successo? No, una sconfitta. Per chi non conosce la questione. Molti appassionati non potendo praticare attività sportiva al chiuso (parecchi circoli al nord durante la stagione invernale montano palloni pressostatici) avevano la possibilità di aggirare il divieto sottoponendosi alla visita medica per l'idoneità agonistica (costo dai cinquanta euro in su), munirsi della tessera federale (almeno trenta euro) o della tessera UISP (circa venti euro) e infine della tessera del circolo (altri venti euro circa). Cento euro e iscrivendosi fittiziamente a un torneo si può giocare. È giusto? No perché tutto questo rende la pratica sportiva qualcosa di elitario e in momenti di magra si rinuncia anche a una passione sportiva. Padre e figlio (familiari conviventi) non possono giocare se non spendono cento euro a testa per aggirare l'ostacolo che un ministro consapevole di cosa sia l'attività sportiva non avrebbe frapposto.

Caro Spadafora, se come pare non farà parte del nascente esecutivo, lei non ci mancherà. E se avrà dei figliuoli li mandi a scuola, o almeno non li faccia sguazzare per i ministeri.

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