Per salvare la stagione calcistica, la FIGC lo scorso agosto ha firmato un protocollo di concerto con tutte le società professionistiche impegnate in competizioni ufficiali. il documento, redatto sulla base delle vigenti disposizioni in materia di prevenzione e contenimento dell’emergenza emanate dalle Autorità governative italiane, ha tenuto conto delle specifiche indicazioni provenienti dagli organismi internazionali UEFA e FIFA, che hanno disciplinato con appositi protocolli (in particolare "l’UEFA Return to Play Protocol" dello scorso 15 luglio) e raccomandazioni generali il ritorno allo svolgimento delle competizioni calcistiche internazionali. Il protocollo, nei suoi successivi aggiornamenti è sempre stato validato dal CTS (Comitato Tecnico Scientifico).
Protocollo disatteso ad ottobre dal Napoli che, non presentandosi a Torino per disputare il match con la Juve a causa della positività di due giocatori e con le successive azioni intraprese, ha creato di fatto un precedente che avrebbe finito per falsare il campionato. Il tutto con la complicità della giustizia sportiva incapace di difendere il protocollo.
Questa mattina, Repubblica scrive che la partita tra Inter e Sassuolo sarebbe a rischio vista la positività di due giocatori nerazzurri.
Come può essere giustificata questa ipotesi quando ci sono state squadre che sono scese regolarmente in campo con 8-9 positivi? Puntualmente qualche minuto fa è arrivata la notizia del rinvio della partita, la ATS (Agenzia Tutela Salute) di Milano ha infatti vietato la disputa della gara.
La realtà è che dopo la sentenza del CONI a favore del Napoli, con la complicità della FIGC che non si è nemmeno costituita in giudizio, ognuno può fare quello che vuole! Non è possibile non pensare ai condizionamenti (dovuti alla legittima prudenza) che le autorità sanitarie potrebbero subire in un momento particolare nella corsa scudetto. Per fare un esempio specifico: l'Inter avrebbe giocato con un portiere che non ha vestito la maglia da titolare in Serie A da due anni. Juve e Milan, hanno invece giocato, in un periodo fittissimo di impegni, senza rispettivamente Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic.
Una disparità di trattamento e una mancanza di certezze che stanno rendendo questo campionato una barzelletta. Eppure, se avessero avuto a cuore la regolarità della competizione, le istituzioni calcistiche avrebbero fatto di tutto per far rispettare quel protocollo. Ma Gravina doveva raccogliere consensi per le imminenti elezioni e Malagò, nonostante le continue brutte figure rimediate, fa il prezzemolino ovunque senza mai essere chiamato a pagare la sua evidente mancata vigilanza.
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