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Attualità di P. CICCONOFRI del 07/05/2021 10:28:47
Suarez, l'affare di tutti

 

Nella divertita cronaca circa la richiesta di cittadinanza italiana da parte di Suarez possiamo identificare la classica valvola di sfogo antijuventina.

Tutti indagati tranne Suarez - Già dalle prime indiscrezioni c’era qualcosa di strano, secondo le solite prese di posizione del buontemponi antijuventini: Suarez sarebbe stato infatti coinvolto in una truffa organizzata per fargli avere la cittadinanza a sua insaputa nel mentre cercava di memorizzare le risposte.

Sollecitato dal clamore della vicenda, il giocatore afferma: «Avevo tante proposte, non solo dalla Juventus. Non era l’unico club interessato a prendermi. Il passaporto lo volevo già da un anno». Ed inoltre, a domanda su dove gli era stato prospettato di fare l’esame, il pistolero aveva così risposto: «Avevo già contattato il Consolato e sapevo che dovevo venire in Italia per sostenere l'esame. Mi è stata indicata solo Perugia come sede di esame».

La fuoriuscita di notizie segretate - Il Colonnello della Guardia di Finanza che ha coordinato le indagini, Selvaggio Sarri, ingenuamente si presta a rispondere alle domande di ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello, noto tifoso napoletano, in onda su Radio Punto Nuovo.  Per la serie “approfittiamo” della visibilità che garantisce la Juve.

Cantone, dopo giorni di notizie in prima pagina, ferma l’indagine per violazione del segreto istruttorio, dichiarando: «Sono indignato per quanto successo finora, compreso l’assembramento dei mezzi di informazione oggi sotto alla Procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più».

Era il 25 settembre 2020 e da quel momento ad oggi abbiamo letto i messaggi delle chat WA di Paratici e di altri coinvolti a vario titolo nella vicenda, le intercettazioni telefoniche e addirittura abbiamo visto lo svolgimento dell’esame a Suarez.

Perché Perugia e non Torino? - Gli esami per l’ottenimento della certificazione B1, necessaria per l’ottenimento della cittadinanza italiana, non si possono svolgere ovunque, sono rilasciate da istituzioni universitarie quali: Università per stranieri di Siena, Università per stranieri di Perugia, Università di Venezia, Università di Roma Tre o da istituzioni culturali di vario genere quali l'Accademia Italiana di Lingua, Società Dante Alighieri.

Informarsi non è reato sportivo - Riprendiamo un altro aspetto già trattato in altro approfondimento: informarsi, a mezzo terze persone, sulle modalità e sulle date di un esame, non ci risulta sia un reato, né un illecito sportivo. Ad oggi non è emerso altro.

Suarez non è stato tesserato dalla Juventus - il certificato B1, qualora ottenuto, non dà alcun diritto al tesseramento del giocatore, perché è necessario solo per il completamento di una domanda da presentare e per la quale la legge dà tempo 4 anni per la concessione della cittadinanza.

La «cocumella» è un'invenzione - Il video del famigerato test di Suarez all'Università per stranieri di Perugia è abbastanza diverso da come è stato raccontato. Il famoso video di circa 20 minuti, passato da tutti i TG e tutte le redazioni giornaliste d’Italia, mostra il giocatore che si barcamena con dignità davanti agli esaminatori. Comprende bene l’italiano e si corregge, in alcuni passaggi, ancor prima di essere ripreso. E la famosa cocumella? Un errore di chi ha trascritto l’audizione; in realtà Suarez dice “cocomera” anziché “cocomero”. Ma ricordate quante volte questo errore è stato ripreso nei titoloni nei mesi scorsi?

Dove nasce l’inchiesta di Perugia? - L’ateneo era nel mirino delle Fiamme Gialle da tempo a causa di ammanchi nelle casse dell’Università per stranieri di Perugia, che a settembre aveva già subito un sequestro amministrativo con le Fiamme Gialle impegnate a verificare la presenza dei dipendenti negli uffici e il lavoro svolto. Nel mirino tre milioni di euro che mancavano alle casse dell’università. Nessuno ne parla e sembra tutto passato in secondo piano. L’inchiesta e i suoi protagonisti, ottengono visibilità, solo con la Juve e con Suarez.

La posizione della FIGC - Il 23 settembre, la Procura delle Federcalcio, apre un'inchiesta sulla vicenda. Il Procuratore federale, Giuseppe Chiné, rendeva noto di aver chiesto gli atti dell'indagine della magistratura ordinaria di Perugia.

Il Procuratore di Perugia Dott. Raffaele Cantone, ritenendo la sussistenza del segreto istruttorio, ha negato l'estensione degli atti dell'indagine penale ai sensi dell'art. 329 del codice di procedura penale, riservandosi di trasmetterli alla fine dell'indagine qualora fossero cessate le esigenze correlate al segreto istruttorio fissato dalla legge.

Tutti vengono chiamati a dire la loro e Gravina, presidente della Federcalcio, prova anche a fare il simpatico: «Lui è arrivato in Italia per completare il suo corso di studio, visto che aveva cominciato a masticare l'italiano qualche anno fa. Chiellini ne sa qualcosa. Lasciamo lavorare la Procura Federale, se ci saranno presupposti fondati credo che si debba avere fiducia nel corso della nostra giustizia sportiva».

Sibilla, candidato a suo tempo, alla presidenza della FIGC: «Abbiamo necessità di avere delle risposte certe ed evidenti. E, come ho detto in assemblea federale, abbiamo più volte visto decisioni ribaltate al terzo grado di giudizio. Dobbiamo avere un approfondimento rispetto a quello che c’è ora. Dovremmo raccogliere tutte le sentenze e i precedenti. Serve una riflessione ampia sulla giustizia sportiva, mantenendo però l’autonomia riconosciuta e che deve rimanere».

Sandulli, ex presidente della Corte di Appello della FIGC, di recente si espone sul caso con queste parole: «Il rinvio a giudizio è stato chiesto solo per un'avvocatessa officiata dalla Juve. Dal punto di vista della giustizia sportiva non ci sono alterazioni perché il calciatore non è stato tesserato, allo stato attuale il club non rischia nulla».

Il silenzio della Juventus - Come spesso accade, c’è la notizia che tira in ballo la Juventus, le intercettazioni segrete pubblicate quotidianamente sui giornali in modo sempre più dettagliato e sempre più romanzato; lo sdegno dei moralisti e degli onesti cittadini, e quello politici sempre pronti ad esporsi quando c’è così tanta visibilità; un sentimento popolare già chiaramente orientato.

Al popolo dei tifosi non interessa che non ci sia nulla di concreto. Il messaggio che è stato lasciato passare nell’indifferenza della dirigenza juventina, è che Suarez ha cercato illegalmente e con l’aiuto dei vertici bianconeri, di ottenere la cittadinanza. Come per calciopoli, come per l’acciaio scadente dello Stadium, come per i terreni della Continassa, come il “non poteva non sapere”, come i rapporti con la ndrangheta. Ennesimo danno di immagine ed economico grazie ad una società assente che ha lasciato il via libera alle tesi colpevoliste.

Un affare per tutti - La vicenda non è ancora chiusa e non sappiamo se emergeranno ulteriori fatti. Ma una cosa è certa: Suarez è stato un affare per tutti tranne per la Juve. Il giocatore non è stato mai tesserato, anzi, la pista è stata ufficialmente abbandonata ancor prima dell’esame.
La procura di Perugia, e tutti quelli coinvolti nell’indagine, hanno avuto visibilità, le redazioni sportive (e non solo) materiale da sbattere in prima pagina sfruttando l’odio antijuventino ben attecchito in Italia.

L’università di Perugia voleva sfruttare la popolarità del giocatore ( e della Juve) per ottenere visibilità.

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