Il tritacarne di incompetenza, approssimazione, incapacità varia che da almeno tre anni sta attanagliando le sorti e la storia della Juventus ha schiacciato anche una delle sue bandiere più recenti, una di quelle che ancora non hanno la stella allo Stadium, ma che la meriterebbe ampiamente per quanto dato alla causa bianconera. Pirlo se ne va. Dopo un anno. Come Sarri. Come era facilmente preventivabile, viste le condizioni al contorno, visto il clamoroso e incomprensibile "lavoro" di smantellamento tecnico messo in atto da un altro che se n'è andato insieme a Pirlo, e per fortuna. Pirlo buttato nella mischia da un presidente che in tre anni ha esonerato Allegri, ha esonerato Sarri, ha voluto Pirlo per dargli il benservito, il terzo di fila all'allenatore della Juventus. Così che la Juve, al netto dell'attivazione della presunta clausola rescissoria sul contratto di Sarri, attualmente si trova a pagare tre allenatori, per complessivi 14,8 milioni di euro netti annui, per farne lavorare uno soltanto, uno che fra l'altro vaneggia da anni che in buona sostanza l'allenatore non serve a niente, perché il finale delle filosofie sui corti musi, sugli schemi che non servono, sul bel gioco che è una suggestione, col fatto che se hai i campioni vinci, se no perdi, è quello: pagare un allenatore è tempo e denaro buttati. Figurarsi tre allenatori... Ma il punto dell'addio di Pirlo, prevedibile come il fatto che domani il sole sorgerà e lo farà di nuovo ad Est, non è fare di nuovo un'analisi sullo stato di fatto della Juventus, ma è focalizzare la nostra analisi su un passaggio che chi scrive ha trovato gravissimo; questo: "Se dovessi tornare indietro rifarei esattamente la stessa scelta, pur consapevole di tutti gli ostacoli che ho incontrato legati ad un periodo così difficile per tutti, che mi ha impedito di pianificare al meglio le mie intenzioni e il mio stile di gioco, ma durante il quale ho comunque raggiunto gli obbiettivi che mi erano stati chiesti ". Abbiamo aspettato due giorni prima di scrivere questo articolo in attesa di una smentita da parte del club. Smentita non c'è stata, per cui si ritiene che quanto detto da Pirlo sia vero. E cosa dice Pirlo di così grave? In sostanza dice che la Juventus si è ridimensionata, nonostante Ronaldo, nonostante un debito altissimo, nonostante tre rossi di bilancio consecutivi, sempre più pesanti, nonostante campagne acquisti faraoniche, che questa Juventus, la società che non ha mai dimostrato interessi europei che non fossero i dividendi UEFA, chiede al suo allenatore di arrivare in campionato almeno quarto; non solo non gliene frega più niente di primeggiare in Europa, ma non gli importa più nemmeno vincere lo scudetto, nemmeno il mitologico "desimo", che mitologico rimarrà. A questa Juve da famiglia è bastato vincere qualcosina, prendersi qualche frattaglia, lasciando l'arrosto a qualcun altro. E cosa altrettanto grave è che Pirlo, che oggi costa quattro volte meno di colui che lo dovrà sostituire, e a questo punto non si capisce neppure il perché debba essere sostituito, viene esonerato nonostante abbia "raggiunto gli obiettivi" che gli erano stati chiesti! Ma come? Allenatore esordiente, preso per la U23, scaraventato in prima squadra per una voglia o una ripicca del presidente, nel primo e si spera unico campionato totalmente sotto pandemia covid, con un dirigente non confermato a fine anno che gli ha costruito una delle rose con meno senso compiuto della storia del calcio planetaria, e anche per questo, si spera, è stato cacciato, allenatore che comunque raggiunge gli obiettivi prefissati dalla dirigenza e viene esonerato. Perché? Perché viene cacciato per riprendere uno che fu esonerato due anni fa perché si dimostrò incapace a vincere in Europa? È clamorosa questa cosa. O no? Perché da un lato c'è l'ipocrisia e la mancanza di faccia dei dirigenti più alti, perché non metterci la faccia e far fuori sottoposti come se si fosse al tiro al bersaglio quello è: mancanza di faccia, dall'altro c'è la Restaurazione di un qualcosa o qualcuno che però due anni fa non andava più bene, proprio perché non vinceva niente in Europa. Da un lato c'è una proprietà, che è anche dirigenza, che fissa obiettivi al ribasso e poi per placare le folle furenti che tali obiettivi non ritengono sufficienti, gli dà in pasto l'elemento più debole, quello meno colpevole, l'unico che ha centrato, bene o male, l'obiettivo; dall'altro c'è sempre la solita proprietà, che è anche dirigenza, che sostanzialmente conferma, fissa nel tempo e nella storia, la filosofia confinata di questo club, la cultura della vittoria che è l'unica cosa che conta, ma fino al confine; perché ciò che sta accadendo in questi giorni quello ci dice: che la Juventus europea, che può e vuole vincere in Europa, non esisterà mai più. L'Europa è, al più, un salvadanaio; non serve per le vittorie, per il blasone, per scrivere belle pagine di sport. No: serve per fare quattrini e figure di merda, come le ultime tre; serve per fare i soldi da "reinvestire orgogliosamente nel campionato italiano". E la cosa sconvolgente è che a nessuno frega più niente di sentire cose del genere. Il tifoso juventino rimane apatico di fronte ad una sua leggenda, una sua bandiera, che sostanzialmente gli svela quello che chi scrive ha denunciato, ha urlato ai quattro venti da anni, seppur anche lui ingannato dall'acquisto del cartellone pubblicitario denominato "CR7". Agli juventini hanno venduto il futuro, i sogni di gloria, le speranze di tornare dopo 26 anni ad alzare il trofeo più bello ed importante del calcio per club e a loro non gliene frega niente! Anzi: esultano per questo! Scene di giubilo, tifoseria in brodo di giuggiole, società che fa l'evento social manco stesse arrivando il Papa... Invece di arrabbiarsi, di contestare, di chiedere la testa di chi da tre anni sta di nuovo distruggendo il club, il popolo gode. Il popolo esulta. Gli confermano che sarà sempre e solo una piccola ranocchia in fondo ad un piccolo pozzo e il popolo gode, il popolo esulta. Perché si sa: chi si accontenta gode.
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