Quante volte abbiamo assistito alla descrizione dei calciatori come idoli pagani dei nostri giorni? Un accostamento che riteniamo anche coerente con le dinamiche sociali che governano lo sport. I calciatori godono di una infinita serie di totem che rilanciano la propria immagine e alimentano spesso a fini commerciali l'idolatria da parte dei tifosi.
In questi giorni abbiamo visto il "rovesciamento" di almeno un paio di questi simboli. Il primo rappresentato dal ripudio di Romelu Lukaku il cui murales è stato "oltraggiato" dagli ormai ex seguaci feriti per il trasferimento con tanto di voltaspalle alla causa nerazzurra. L'altra cancellazione ha riguardato invece Lionel Messi, le gigantografie della Pulce sono state prontamente sbianchettate dal Barcellona.
Nel primo caso si è trattato di una addolorata rivolta di fedeli, nel secondo di esigenze aziendali volte alla corretta gestione dell'immagine del club e del giocatore. C'è però chi sta facendo qualcosa di più sorprendente: l'UEFA ha omesso dalla sigla della prossima CL le immagini di Juve, Barcellona e Real (
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Una scelta che dà conto della guerra sempre in atto dovuta al progetto Super Lega e soprattutto di
un gesto che sa di ripicca infantile da parte di Ceferin e compagni. L'UEFA pretende di sembrare un soggetto serio con questi atteggiamenti? Omettere immagini delle tre squadre dalla sigla non è altro che un dispettuccio che colloca la credibilità della confederazione del calcio europeo anche dietro quella di chi imbratta un murales.
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