di A. Pavanello Il decennio fu caratterizzato da un numero maggiore di finali, ma i risultati concreti per il club bianconero, furono al di sotto delle aspettative, visto che furono vinte solo due coppe… La stagione 1990/91 vide un cambio tecnico alla guida della squadra: nonostante i buoni risultati della stagione precedente, Dino Zoff era sostituito da Luigi Maifredi, fortissimamente voluto dall’Avvocato. In virtù della vittoria alla Coppa Italia, la squadra partecipò alla Coppa delle Coppe.
I sedicesimi di finale videro la Juventus opposta al club bulgaro Sliven, che, dopo essere stato battuto in casa (2-0), subì un cappotto a Torino (6-1, con una doppietta del neoacquisto Baggio, fra l’altro). Nemmeno l’Austria Vienna, al turno successivo, fu avversario difficile: 4-0 a Vienna (con doppietta di Casiraghi e poi Baggio e Schillaci) e punteggio identico a Torino (con tripletta di Baggio). Ai quarti di finale, i bianconeri trovarono sulla loro strada il Liegi: nella partita di andata in Belgio fu 3-1 per gli ospiti (i padroni di casa peraltro aprirono le marcature…in favore della Juve, giacché si trattò di un autogol) e nella gara di Torino, fu 3-0 per Baggio e compagni (con ancora una volta un autogol dei belgi!).
In semifinale la Juventus incontrò il Barcellona; nel match di andata, Tacconi e compagni dopo i primi minuti passati a subire gli attacchi dei padroni di casa, sbloccarono la situazione con Casiraghi e poi seguitarono ad essere pericolosi, pur senza concretizzare. Il secondo tempo però vide un Barcellona più offensivo, che tra il 55’ e il 60’ ribaltò il risultato. Al 75’ il terzo gol dei catalani che chiuse l’incontro.
Il match di ritorno si annunciò difficile per gli uomini di Maifredi che partirono all’attacco fin dall’inizio; ma dopo una sfuriata durata una ventina di minuti, gli spagnoli si resero pericolosi e costrinsero i bianconeri a ripiegare; il finale del primo tempo fu ancora bianconero, con due occasioni fallite tra il 34’ e il 44’. Il secondo tempo vide la Juve ancora all’attacco, concretizzando le numerose occasioni solamente al 60’, con una magistrale punizione di Baggio. Il Barcellona poco dopo restava in 10 e la Juve premette ancor di più nel disperato tentativo di ribaltare il risultato dell’andata, ma malgrado i tentativi (Baggio, Galia, Schillaci o ancora Fortunato), il risultato non cambiava e la Juve fu eliminata.
La stagione terminò per i bianconeri nella peggiore delle maniere, giacché Baggio e compagni non riuscirono nemmeno a qualificarsi per nessuna coppa europea, dopo 28 anni di presenze consecutive.
Il fallimento della stagione precedente impose un cambio dirigenziale e di allenatore: fu il ritorno di Trapattoni sulla panchina, mentre Boniperti ritornò come amministratore delegato. Per il ritorno della Juve sul palcoscenico europeo bisognò aspettare la stagione 1992/93 in Coppa UEFA. Il primo avversario sulla strada della squadra del Trap fu l’Anorthosis Farmagosta, club di Cipro. Il match di andata fu un monologo bianconero con risultato di 6-1 (e doppietta di Vialli), il ritorno fu ancora favorevole ai bianconeri (4-0, doppietta di Casiraghi, fra l’altro). Il Panathinaikos si rivelò più ostico del previsto, ma l’unico gol di Platt, nel match di andata ad Atene fu sufficiente per poter passare il turno; il match di Torino finì 0-0. Gli ottavi di finale videro contrapposti i bianconeri al club ceco Sigma Olomouc: Moller prima e Baggio poi permisero ai bianconeri di portarsi sul 2-0, prima che i padroni di casa accorciassero le distanze. Il match di Torino non lasciò però speranze ai cechi: fu un secco 5-0 (e ancora una doppietta di Vialli). Il Benfica Lisbona, avversario dei quarti, riuscì ad imporsi in casa, seppur di misura: fu comunque importante il gol del momentaneo pareggio di Vialli. I bianconeri con Kholer, Baggio e Ravanelli fecero loro il passaggio alle semifinali.
L'avversario del penultimo atto della competizione fu il Paris St. Germain, che a Parigi aprì le marcature, ma i bianconeri pareggiarono con Baggio al 10’ del secondo tempo e finirono coll’imporsi ancora con Baggio alla fine della partita. Ancora Baggio fu protagonista del ritorno, segnando l’unico gol dell’incontro. La Juventus si qualificò così per la finale di Coppa UEFA: avversario il Borussia Dortmund.
Nel match di andata a Dortmund, i padroni di casa segnarono già al 2’, ma i bianconeri non si persero d’animo: si resero pericolosi al 7’ e ancora al 23’. Il ritmo dei tedeschi poi calò, la Juventus accentuò la pressione e la spinta fu premiata con il gol di Dino Baggio (23’), per poi raddoppiare al 31’ (Roberto Baggio). La partita diventò più cattiva e i falli da parte tedesca abbondarono. Ad un quarto d’ora dalla fine, terzo gol della Juventus, ancora grazie a Roberto Baggio.
A Torino, con la Coppa quasi in tasca, e di fronte ad un Borussia rimaneggiato, i bianconeri sbloccarono il risultato con Dino Baggio. Gli ospiti cercarono una reazione, peraltro timida e i padroni di casa sfiorarono il raddoppio al quarto d’ora. I gialloneri si resero più pericolosi verso la mezz’ora, ma la Juventus raddoppiò al 42’ ancora con Dino Baggio. Alla ripresa i tedeschi si resero pericolosi, il che scosse la squadra di Trapattoni che reagì con Baggio e poi segnò il gol del definitivo 3-0 con Moller. I bianconeri si permisero pure il lusso di sbagliare il quarto gol con Baggio…
La Juventus vinse così la sua terza Coppa UEFA. La stagione successiva, gli uomini del Trap parteciparono nuovamente alla Coppa UEFA; ai trentaduesimi, una doppietta di Baggio e un gol di Ravanelli, permise ai bianconeri di ipotecare il passaggio del turno col Lokomotiv Mosca. Nel ritorno a Mosca fu Marocchi a segnare l’unico gol della gara. Ai sedicesimi, l’avversario di turno fu il club norvegese Kongsvinger: all’andata fu pareggio per 1-1, mentre il ritorno a Torino fu più agevole (Moller e Ravanelli). Il Tenerife fu l’avversario degli ottavi: la Juventus risolse la pratica con relativa facilità: 3-0 a Torino e sconfitta di misura a Tenerife (con Moller che segnò il gol del provvisorio pareggio).
Nei quarti di finale, scontro tutto italiano tra Juventus e Cagliari. Cagliari, la Juventus pensò più a contenere i padroni di casa, che ad attaccare. Il Cagliari si rese pericoloso soprattutto verso la mezzora del primo tempo. L’attitudine bianconera non cambiò nella ripresa e le uniche occasioni per i sardi vennero da errori dei giocatori juventini. Al 60’ furono i cagliaritani a segnare l’unico gol della partita. Nella partita di ritorno, Dino Baggio aprì le marcature (23’) e fece sperare agli uomini del Trap di ribaltare il risultato dell’andata, ma il Cagliari pareggiò al 33’ e due minuti dopo i bianconeri rimasero in 10 dopo l’espulsione di Kholer. Alla ripresa, il rigore fallito da Roberto Baggio fu un duro colpo per la Juventus e al 60’ il Cagliari segnò il gol del definitivo 2-1.
La stagione 1994/95 vide un ennesimo cambio alla dirigenza e alla guida tecnica della squadra: arrivò Marcello Lippi. La squadra partecipò nuovamente alla Coppa UEFA: ai trentaduesimi i bianconeri incontrarono il CSKA Sofia e nella gara di andata in Romania, perdettero di misura (3-2), ma l’UEFA concesse il 3-0 a tavolino per la posizione irregolare di uno dei giocatori del CSKA, Mihtarski (tra l’altro autore di una doppietta). Nella gara di ritorno una cinquina di Ravanelli, assicurò alla Juventus il passaggio del turno.
Ravanelli fu ancora protagonista nel turno successivo con il Maritimo: segnò l’unico gol del match di andata e una doppietta in quello di ritorno. L’Admira Wacker fu l’avversario della Juve per gli ottavi: all’andata Baggio e compagni si imposero facilmente (e proprio il “divin codino” fu autore di una doppietta). Il match di ritorno a Torino fu gestito relativamente bene dalla Juventus che vinse 2-1. Ai quarti, la Juventus si ritrova con l’Eintracht Francoforte, il match di andata finì 1-1 (la Juventus passò momentaneamente in vantaggio con Marocchi al 37’, prima di essere raggiunta al 28’ del secondo tempo).Il match di Torino registrò una netta affermazione della Juventus: 3-0 con reti di Conte, Ravanelli e Del Piero.
La squadra di Lippi accedette alla semifinale, dove trovò una vecchia conoscenza, quel Borussia Dortmund domato in finale due anni prima e dove peraltro giocavano gli ex Reuter, Moller e Julio Cesar. La semifinale di andata si svolse a Milano, allo stadio Meazza e fu una gara di sofferenza per i bianconeri: gli ospiti passarono in vantaggio con Reuter all’inizio del primo tempo, Baggio rimediò su rigore al 27’; nel secondo tempo, ancora i tedeschi avanti con un altro gol dell’ex, Moller, prima del pareggio di Kholer al 43’. I bianconeri finirono l’incontro in 10, per l’espulsione di Torricelli. A Dortmund subito una fiammata bianconera con il vantaggio di Porrini al 6’, ma tre minuti dopo, pareggio del Borussia ad opera…ancora di un ex (Julio Cesar)! Alla mezz’ora però i bianconeri passarono nuovamente in vantaggio con Roberto Baggio e il punteggio non cambiò più.
La Juventus così, accedette ad un’altra finale di coppa, nel giro di pochi anni e per la seconda volta nella storia del club, fu una finale tutta italiana, con quel Parma che in Campionato disputava proprio ai bianconeri lo Scudetto.
Nella partita di andata, i padroni di casa aprirono le marcature con l’ex Dino Baggio. Il gol però non sgomentò più di tanto gli uomini di Lippi che iniziarono ad attaccare e mantennero il ritmo della gara piuttosto alto. Al 18’ e poi al 20’ i bianconeri sfiorarono il pareggio e il portiere dei parmigiani ebbe il suo daffare. Al 33’ la Juventus si rese ancora pericolosa. La ripresa non cambiò, con la Juventus protesa all’attacco e il Parma che continuò’ a subire, tuttavia il punteggio restò sull’1-0.
Il match di ritorno si svolse a S. Siro. L’incontro fu all’insegna del gioco duro e del ritmo altalenante. La Juventus partì in modo arrembante, ma il Parma diede l’impressione di poter segnare ad ogni momento, tuttavia Vialli aprì le marcature al 34’, su una disattenzione dei difensori avversari, il Parma sfiorò il pareggio verso la fine del primo tempo. La squadra di Lippi sprecò l’occasione di prendere il largo all’inizio della ripresa e due minuti dopo, ancora con l’ex Dino Baggio gli ospiti pareggiarono. La Juventus accusò il colpo e la gara si innervosì, ma il punteggio restò invariato (il gol di Torricelli al 24’ venne annullato per il fuorigioco di Vialli, che era sulla traiettoria del pallone). Il Parma così vinse la Coppa UEFA, ai bianconeri però andarono Campionato e Coppa Italia.
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