Quando Charles Martin "Chuck" Jones creò Wile E. Coyote, a tutto pensò tranne a rendere il simpatico coyote un personaggio fortunato, i funambolici tentativi di cattura tra le montagne del Grand Canyon si risolvevano puntualmente a favore del velocissimo e astuto pennuto dai colori sgargianti.
Ma dalle pagine di
Repubblica, in un'altra storia da cartoni animati, si leggono le fortune di Luciano Moggi, derivanti dalla distruzione (il prossimo 18 giugno ore 10, aula della prima d´assise d´appello, piano terra del tribunale) dell´attività illecita raccolta in otto anni dalla Security che venne gestita dall´ex brigadiere dell´antiterrorismo, Giuliano Tavaroli.
L'omertà dei dossier rimarrà perenne, e tutti noi non potremo, secondo il pensiero di Emilio Randacio, venire finalmente a conoscenza della (testuale)
«...presunta «cricca» che legava la “Gea” di Luciano Moggi e i vertici arbitrali. Tra le carte processuali «cestinate», anche i report sull´ex direttore generale della Juventus, sul figlio Alessandro, sul capo dei designatori Paolo Bergamo, sull´ex giacchetta nera Massimo De Santis. Sospettati di ordire trame illecite per garantire successi al clan bianconero, questi signori sono stati pedinati e controllati dalla struttura Telecom per capire quale fossero i rapporti e i ruoli precisi di questa congiura. Vittima delle angherie del clan Moggi, ovviamente l´Inter, di cui la Pirelli di Tronchetti Provera è sponsor storico».La voglia di cominciare a riscrivere quello che in questo spazio avete sempre letto è tanta, perché non si può, il 14 marzo 2010, continuare a leggere che la Gea fosse di Moggi, e che questi ultimi facevano "merende" con i vertici arbitrali; c'è una sentenza di primo grado che sancisce l'assoluzione piena di tutti gli imputati del processo Gea dall'accusa di associazione a delinquere. Ma quando si passa direttamente al grottesco scrivendo ancora:
«...Vittima delle angherie del clan Moggi, ovviamente l´Inter, di cui la Pirelli di Tronchetti Provera è sponsor storico», viene automatico ricordare a chi legge che Marco Tronchetti Provera, all'epoca del "lavori", era presidente Telecom, e che la scorsa settimana era impegnato, come testimone, al processo Telecom-Sismi; ma anche in questo caso è un'altra storia, e non da cartoni animati.
Vil Coyote ha usato qualunque tipo di esperimento, nel maniacale e mai fruttuoso inseguimento a Beep Beep, servendosi molto spesso di strani arnesi, regolarmente difettosi. La storia, però, racconta della cattura, nell'ultima sfida, dell'odiato nemico, lasciando presagire che le avventure non potessero finire così.
Luciano Moggi, nella sua maniacale ricerca della giustizia, ha ottenuto qualche frutto, ma anche per lui, il grande giorno potrebbe arrivare.
Sul proseguo delle avventure non temete, ci saranno, con altri protagonisti e diverse trame, ma con sempre il solito filo conduttore: l'animazione.
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