Tribunale di Napoli - Udienza del 16 marzo 2010.«L’8 febbraio Luciano Moggi mi ha chiamato (io ricordo perfettamente la cosa) e mi dice: ”Guarda che Ermanno Pieroni ha fatto delle dichiarazioni”.
Io conosco Ermanno da tanti anni (rapporti di lavoro). Io facevo l’inviato e Ermanno faceva il direttore sportivo del Perugia, quindi normale rapporto di lavoro. Allora mi dice:”Ha fatto delle dichiarazioni a Repubblica” ed io gli faccio :” Luciano è il primo giorno di riposo che prendo da un mese. Adesso leggerò Repubblica poi vediamo". Il signor Moggi non sapeva che il giorno 5 maggio avevo mandato il mio inviato a fare un intervista a Ermanno Pieroni e in cui c’erano - poi ho verificato - le stesse cose dette a dribbling il 05/02, ascolto di 2.200.000 persone, quindi ascolto importante nazionale, non certo un ascolto da processo del lunedì.
Allora gli dissi: ”Adesso cercherò di sentirlo”.” Ermanno ma che hai dichiarato?” - questo è testuale - “Veramente ho detto le cose che ho sempre detto. Le ho dette anche a voi a dribbling”.
Tanto per puntualizzare. Nessuno nasconde niente, anzi, in quel momento faceva gioco averlo, perché lui aveva avuto delle implicazioni ad Ancona. Averlo ai nostri microfoni era importante.
Secondo punto, il Colonnello è andato via, ha detto: "presero un macchina". Presero è una parola brutta, forse si è spiegato male.
Io non ho preso una macchina io ho comprato una macchina per mia figlia alla Fiat di Torino, e l’ho pagata 14.000,00 €. 1000,00 €,
questa era cosa che andava verificata, così, prima di dare un’associazione a delinquere ad uno che passava da quelle parti come nel caso mio; allora 1.000,00 € mandati da Banca di Roma su San Paolo di Torino (ho tutto quello che serve e poi le produrrò), e 13.000,00 € da BPA a Torino. Quindi ho pagato un’idea 14.000,00 €, quindi non ho preso una macchina , io l’ho comprata. L’ho comprata con uno sconto sconto normale; a me la Fiat fa il 20% data la mia qualifica (data la qualifica che avevo), perché ho già detto all’inizio, quando mi ero un po’ turbato, che sono 4 anni che non lavoro e spesso mi chiedo perché, ma queste sono altre considerazioni. Questo volevo precisare.
Che una telefonata che mi dica “ma che ha detto Ermanno”? insomma ma cerchiamo di..io non ci posso fare niente se quello fa dichiarazioni. Dichiarazioni che ha fatto a noi. Io ho mandato una persona, Saverio Montincello; è stato premiato per questo servizio a Palazzo Barberini. Perché era un servizio vero, con tantissime cose dentro; era un servizio di un uomo che in quel momento gli avevano dato gli arresti domiciliari. Ed ecco perché sono andato a trovarlo a Perugia (piangendo mi ha detto "vienimi a trovare sono disperato, almeno vedo un vecchio amico"). Sono andato a trovarlo, ho visto un uomo distrutto, pensi sono andato con mia moglie e la mia bambina (io ho una bambina piccola che aveva un anno e mezzo allora). Questo è quanto, tanto per precisare perché sembra davvero..vedo le sbarre»
Casoria:«Le sbarre non sono per voi, non esageriamo eh...ancora non è stato arrestato nessuno..»
«Ho visto tante cose, ascolto il processo.. »
«Le faccio un piccolo appunto, il "Processo". Io ho portato delle cose, forse gli potrei dedicare 5 minuti, anzi glieli dedico proprio. Il "Processo del lunedì" (trasmissione di grande ascolto e grande importanza), le voglio leggere
Antonio Dipollina di Repubblica del 22.03.2000.
“Quando lunedì sera hanno sentito Aldo Biscardi proclamare in tv che "la querela contro di noi è stata archiviata in modo definitivo", a quelli dell' Associazione italiana arbitri è saltata la mosca al naso. E i capi dei fischietti italiani si sono attivati per raccontare il loro punto di vista, rendendo pubblico il dispositivo con cui la Procura di Roma ha in effetti archiviato nei mesi scorsi la querela in questione. La vicenda risale allo scorso anno. L' Associazione arbitri, in un lunedì del febbraio ' 99, decise che nelle polemiche in corso al processo biscardiano (sì, erano contestati anche lo scorso anno) si era passato il segno. E querelò per diffamazione quattro persone: Aldo Biscardi, conduttore, e i giornalisti Maurizio Mosca, Franco Melli e Xavier Jacobelli. Tutti ospiti pressoché fissi del "Processo" in onda su Telemontecarlo. A ottobre, arriva l' archiviazione, firmata dal pm Giuseppe Amato, sostituto procuratore al tribunale di Roma. Ma perché Amato archivia? Semplice, perché accoglie la tesi difensiva di uno degli indagati, lo stesso Aldo Biscardi. Il quale, si legge nella sentenza, argomentò "in termini convincenti e rispondenti al vero che trattasi di un programma televisivo il cui oggetto principale è proprio quello di suscitare con linguaggio diretto ed espressioni volutamente forti discussioni, spesso pretestuose, tipiche da bar sport". In tale prospettiva - prosegue il giudice, a quanto pare continuando a citare o quantomeno a parafrasare la tesi di Biscardi- "la credibilità oggettiva delle notizie riportate e fatte oggetto di dibattito è riconosciuta come assai bassa, secondo l' opinione comune, trattandosi non infrequentemente di notizie create o gonfiate per suscitare la polemica". Conclusione del giudice: "I toni, la sede e la natura degli interventi depongono per essersi trattata di una tipica discussione ' ' da bar' ' finalizzata all' incremento dell' audience attraverso l' uso di toni e contenuti platealmente esagerati....".. C’è molto altro..voglio dire..l’indice di ascolto. Il processo del lunedì in Rai (fin quando è stato in Rai) ha raggiunto punte da 1.200.000 spettatori con una media di 800.000, poi Biscardi si faceva scrivere - magari da qualche collega - che aveva toccato alte vette, ma insomma non era così.
Quando è andato a La 7 (era la trasmissione di più alto ascolto) faceva 800.000 ma la media era di circa 600.000. Io ho curato il 90° minuto, ho un record di 10 milioni di ascoltatori fatto il giorno in cui la Juventus vince il campionato a Udine. Ho fatto 10 milioni quel giorno, il conduttore non mi ricordo se era Fabrizio Maffei o Giampiero Galezzi, uno dei due. Vuole sapere chi c’era a Udine quel giorno? La
signora Sanipoli, massimo ascolto ..tanto perché dice che qualcuno la trattava male, ma queste sono altre considerazioni.
Questo volevo dire, ma ce ne sono ancora altre proprio sul processo. Le ho portate perché son cose, è il mio lavoro, era il mio lavoro, e adesso speriamo torni ad esserlo. Solo questo volevo dirle».
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