Udienze Processi di E. LOFFREDO del 18/03/2010 14:59:15
Processo Calciopoli, audizione Auricchio
Tribunale di Napoli - Udienza del 16 marzo 2010. Terza audizione teste Auricchio. Parte I
In aula sono presenti Moggi, Pairetto, De Santis, Scardina e Bergamo, che revoca l’avvocato Uccelli e conferisce il mandato all’avvocato Morescanti.
Dopo il lungo appello delle parti, viene introdotto il teste Auricchio, il quale deve terminare l’esame dei pm e sottoporsi poi al controesame delle difese.
Il pm comincia l’esame chiedendo dell’attività di indagine in relazione alla partita Livorno-Siena del 8 maggio 2005. Auricchio: «In merito alla gara Livorno-Siena, conclusasi 6-3 per il Siena, abbiamo “censurato” alcune conversazioni tra l’arbitro della partita, De Santis e alcuni soggetti, in particolare il vicepresidente federale Mazzini…». E riporta i progressivi di alcune telefonate tra i due, o (in vece di Mazzini) il segretario di Mazzini. I due interlocutori commentano episodi della partita, in particolare l’espulsione di Galante del Livorno e l’atteggiamento di Lucarelli. «In particolare il De Santis commentando l’espulsione riferisce di aver scritto bene sul referto, “visto che a gioco fermo spintonava e colpiva da dietro un avversario che doveva essere sottoposto a cure mediche, e dopo tre minuti doveva essere sostituito. Mò voglio vedè se gliele dà tre giornate Laudi”». Analogamente “significativa” è la telefonata tra Racalbuto e De Santis: «6-3, hai visto? Pronti via e espulso Galante». Auricchio riferisce anche del resoconto che De Santis fa al collega circa l’incontro che ha nell’intervallo con il presidente del Livorno, Spinelli. «Mi fa “bellin”, gli dico “bellin un ca…! Ti ricordi le stro…ate dell’anno scorso? Tu e Cellino la dovete finire di dire cazzate…». Questa intercettazione trova riscontro nelle dichiarazioni fatte all’autorità giudiziaria circa la “combriccola romana” degli arbitri romani capeggiata da De Santis.
Arezzo - Salernitana (1-0), 8 maggio 2005, arbitro Dattilo. Di interesse è la conversazione tra uno degli assistenti della partita, Titomanlio e l’addetto agli arbitri del Milan, Meani. Auricchio: «Titomanlio dice a Meani, “ieri ho fatto la partita comunque, era una rogna, ho tirato via due tre situazioni. Mazzei (per conto di Bergamo, ndr) mi ha chiamato alle nove per dirmi, .”. Poi Titomanlio spiega in che modo avrebbe dato il suo contributo tecnico, “ci sono stati due episodi dubbi, c’erano due azioni per la Salernitana, l’attaccante si è liberato in modo un po’ forzato e io sono andato su tutte e due le volte come fallo in attacco. Cioè, piuttosto che venga fuori una contestazione, c’era il rischio che pareggiasse, vado su, almeno che la cosa sia pulita”».
L’Arezzo e il sistema. Narducci: «In riferimento all’Arezzo, sono state registrate telefonate tra alcuni degli imputati?» Auricchio: «Marzo 2005 tra Moggi e Mazzini, la conversazione verte su un incontro tra Moggi e la dirigenza dell’Arezzo, “com’è andato l’incontro con l’Arezzo?” chiede Mazzini. Moggi risponde, “Gli ho detto che bisogna cambiar tutto, ovviamente lui dice che ora no, non è possibile, lo facciamo alla fine dell’anno. Gli ho anche prospettato che se Tardelli non fa un altro risultato lo mandano via e si riprende quello che avevano. Poi Fioretti lo facciamo andar via e gli ho detto di Castagnini (l’amico di Baldini che per avere il posto grazie all’interessamento di Moggi, inscena una inimicizia con l’allora ds romanista, ndr)”. Mazzini raccomanda Castagnini a Moggi per fargli avere un ruolo dirigenziale all’Arezzo. Lo stesso Castagnini lo ritroviamo in una chiamata di Baldini a Mazzini. L’allora ds romanista si raccomanda di dire a Moggi che con “Castagnini avevano litigato da bambini e ancora non ci si parla più”».
Narducci: «Prima delle attività di indagine autorizzate dall’autorità giudiziaria napoletana, vi erano state intercettazioni effettuate per conto dell’autorità giudiziaria di Torino. Vorrei sapere se, a seguito della trasmissione degli atti dall’autorità torinese a quella napoletana, lei ha avuto possibilità di ascoltare in concreto queste conversazioni eseguite da altra polizia giudiziaria e di svolgere una sua attività di analisi e di interpretazione dei colloqui e dei fatti di cui si parlava». Prioreschi: «C’è opposizione presidente. Non credo che si possa chiedere l’interpretazione che il colonnello fa» Casoria: «Ma queste intercettazioni di Torino, sono state mandate già trascritte?» Narducci: «Sì, fanno parte anche del materiale che è stato trascritto qui». Non ha capito la domanda… Prioreschi: «C’è opposizione della difesa: non possiamo chiedere al colonnello di fornirci l’interpretazione delle intercettazioni di Torino. Ce le abbiamo, ce le leggiamo tutti quanti…» Casoria: «E vabbè, questa è la solita questione». Infatti, il pm ci prova sempre a condizionare l’esito del processo con questi mezzucci già più volte vietati. «Pubblico ministero, mi pare si vada un poco oltre». Narducci: «Stiamo parlando dell’analisi…», già si è rimangiato “l’interpretazione”- Casoria: «L’analisi quando farà la sua requisitoria ce la illustrerà. Che importanza ha adesso? Non ammetto questa interpretazione». Narducci: «Presidente, il teste è chiamato a fare una elencazione di attività di intercettazione che sono in questo procedimento», e si è rimangiato pure “l’analisi”. Casoria: «Tutto quello che abbiamo ascoltato finora è stato fatto sotto la sua (di Auricchio) supervisione, è stato fatto dai carabinieri che ascoltavano. Lì a Torino invece no». Narducci: «Ma è stato acquisito e visionato…» Casoria rivolta a tutte le difese: «Solo l’avvocato Prioreschi si oppone?» Tra le tante voci emerge quella dell’avvocato Messeri: «No, ci associamo tutti». Casoria: «Basta, non ammetto la domanda per quelle di Torino».
Scardina Narducci attinge all’informativa del 2 novembre 2005. Il teste riferisce di un’intercettazione del febbraio 2005 tra Moggi e Scardina che verte su una intervista che il presidente dell’Ancona concesse a Corrado Zunino de La Repubblica. Non appena il teste comincia a riportare il testo dell’intervista interviene l’avvocato Prioreschi: «Abbiamo avuto Pieroni qui per questa vicenda, ora che vogliamo fare anche l’interpretazione dell’intervista?» Casoria: «Lo abbiamo già sentito Pieroni, che ci ha spiegato. Pubblico ministero le attività superflue le potremmo anche evitare». Chi non ha niente cerca di allungare quel poco di brodaglia di cui dispone. Auricchio continua quasi come se nulla fosse a parlare dell’attività che origina da questo articolo e, giustamente, Prioreschi fa le sue rimostranze. Casoria: «Vabbè, ma non è dannosa per la difesa, tanto lo dobbiamo leggere» Prioreschi: «Presidente, qui non c’è niente di dannoso per la difesa. Almeno per quello che ho visto fino ad oggi…» . Mi piacerebbe avere un primo piano del pm Narducci…
Escludendo le valutazioni su articoli et smilia del teste, si passa ad elencare le telefonate. Moggi dopo l’articolo chiede a Scardina di chiamare Pieroni perché ritiene certe affermazioni infondate e non tollerabili. Il teste riferisce che dalle intercettazioni si scopre che al termine dell’intermediazione di Scardina a Pieroni e allo stesso Scardina fu consegnata un’autovettura FIAT Panda con lo sconto del 50%. Brusio delle difese che contestano la ricostruzione. Casoria: «Si dà atto che interviene Scardina e dice che non è stata mai consegnata. Però Pieroni lo ha ammesso». Scardina: «Quella di Pieroni, la mia no, a me mai! L’ho comprata e l’ho pagata!» . Intende che l’ha pagata per intero, senza favoritismi. Dopo alcune telefonate tra Moggi e Pieroni, Auricchio «il dato oggettivo che è stato rilevato è che Pieroni è diventato dirigente sportivo dell’Arezzo». Non era il posto che interessava a Castagnini? Che sistema sgangherato!
I sorteggi arbitrali (2004/2005). Tempi e metodi. Il pm chiede le modalità e i tempi con cui si svolgeva il sorteggio arbitrale e le designazioni degli assistenti. In particolare è di interesse del pm la tempistica della comunicazione e pubblicazione degli esiti. Auricchio: «Il sorteggio avveniva pubblicamente presso la sede AIA a Roma o presso la sede AIA a Firenze. Abbiamo svolto due servizi di osservazione, che sono compendiate in due annotazioni di polizia giudiziaria. Una per il sorteggio del 31 gennaio 2005 e il secondo del 13 maggio 2005». Solo due servizi su trentotto possibili occasioni di reato?! «Il sorteggio era presieduto da un notaio. Il notaio oltre a registrare le operazioni accadute davanti a lui, non controllava l’integrità o la predisposizione delle partite». Si leva l’opposizione delle difese: “Non può riferire fatti che non ha appreso direttamente, anche se ha sovrainteso alla redazione della nota investigativa. E comunque i medesimi fatti sono stati già oggetto di indagine dibattimentale”. Casoria: «In effetti, pubblico ministero, non è che la circostanza diventa più pesante se la riferisce il colonnello piuttosto che il maresciallo».
Auricchio: «I sorteggi cominciavano verso le 11:00 e duravano circa quindici minuti». Narducci: «Indipendentemente dai due servizi di osservazione, vorrei sapere se lei ha acquisito relativamente ai sorteggi di tutto il campionato la documentazione che si riferisce al sorteggio stesso e poi alla pubblicità assicurata agli esiti dei sorteggi». Auricchio: «Sì, la Federazione pubblicava un comunicato sul suo sito». Narducci: «Il contenuto del comunicato riguardava solo abbinamento arbitro-partita?» Auricchio: «Comprendeva la terna e i due arbitri di riserva». Narducci chiede come venivano scelti i due guardalinee e il quarto uomo e i tempi della scelta. Auricchio ricorda che tale scelta era di pertinenza del vice-commissario della CAN di A e B, ma in realtà era attese da Bergamo e Pairetto. «Questa attività era successiva al sorteggio, motivo per cui il comunicato ufficiale era delle 12:30. Comunque mai prima delle 12:15». Narducci: «Questa designazione era riservata e fuori dalla possibile osservazione di persone terze?» Auricchio: «Non vi era pubblicità. Era una designazione diretta».
Narducci: «Con riguardo ai sorteggi e alle relative intercettazioni, avete mai avuto modo di ascoltare colloqui di qualcuno dei presenti ai sorteggi e l’imputato Moggi?» Auricchio: «No. All’esito del sorteggio non abbiamo avuto modo di censurare conversazioni tra i presenti al sorteggio AIA e Moggi».