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Attualità di P. CICCONOFRI del 12/04/2022 13:44:08
La Juve in prospettiva

 

Smaltita la rabbia per l’ennesima uscita dalla Champions con una squadra abbordabilissima, vogliamo analizzare quanto successo e quanto potrebbe succedere. Dopo Juve-Villareal, una delle eliminazioni più brutte della nostra storia, l'unica dichiarazione dirigenziale è stata quella di Arrivabene, in un’intervista al Corriere dello Sport ha affermato: «Dormire ho dormito, anche se sono uno che dorme poche ore, quattro o cinque per notte. Se ho assorbito la sconfitta? Sono un parsimonioso bresciano molto pragmatico e non racconto frottole. L’obiettivo di questa stagione era il passaggio agli ottavi e il posto Champions per la prossima. Raggiunto il primo, abbiamo proceduto partita dopo partita».

Solo il tempo ci dirà come andranno interpretate queste parole di Arrivabene, perché lui specifica un obiettivo minimo di questa stagione, ma parla anche di progetto triennale, senza che abbia accennato a quali risultati preveda questo progetto o, perlomeno, che obiettivo si pone.

Il dubbio è legato proprio alle prospettive: sarà una riaffermazione del "fino al confine" o una crescita reale per cercare di vincere anche la Champions? Le parole pesano e le sensazioni sono quelle di un ridimensionamento. Considerando il forte indebitamento e l’ennesimo aumento di capitale, con la premessa che l'aumento di capitale serve in primis a risanare il debito, oltre alle dichiarazioni dello stesso Arrivabene che da subito hanno messo in chiaro che quelle derivanti dalla ricapitalizzazione non saranno risorse per il mercato, qualche perplessità su questo progetto triennale resta. Sarebbe utile, a tal fine, conoscere le reali prospettive.

Sugli obiettivi Champions appena raggiunti (a detta di Arrivabene) c’è una parte di tifosi che fa notare che il traguardo, veramente minimale dichiarato a inizio stagione, poteva a ragione essere ridefinito al rialzo con l'ingaggio invernale di Vlahovic. Il ragionamento molto logico è: rinforzi la squadra, considerando l'avversario degli ottavi, l'obiettivo minimo può ben diventare arrivare almeno ai quarti.

Proiettando le stesse dichiarazioni sul futuro, l' interpretazione può diventare preoccupante. Si deve infatti tener conto che Arrivabene ha chiaramente detto che per reggere l'acquisto dell'ex viola si è dovuto scegliere di cedere altri tre giocatori. E qui l'interrogativo deve essere come può coniugarsi l'obiettivo riduzione dei costi con l'incremento del tasso tecnico della squadra. Ad oggi qualche dubbio rimane. ma lasciamoci appunto il beneficio del dubbio. In questo contesto "parsimonioso" ci sarà da verificare se assisteremo ad una ulteriore valorizzazione dell'ex attaccante viola o se invece l'investimento sarà dissipato dal contesto tecnico che sarà.

Una situazione tecnica e finanziaria dovuta agli errori grossolani degli ultimi anni e delle relative scelte di calciomercato della quale ad oggi il solo a pagare è stato Paratici. Tutti gli altri, che dichiarano di aver sempre fatto squadra, sono ancora al proprio posto. Sì, sono gli stessi dirigenti che «eh, ma ci hanno fatto vincere nove scudetti, ingrati!»; bene, bravissimi, complimenti sinceri, tutti noi li abbiamo festeggiati e ne andiamo orgogliosi, ma sono gli stessi dirigenti sotto cui Juventus è regredita dopo un periodo di crescita contabile, che hanno firmato scelte ed investimenti totalmente sbagliati. Se oggi gran parte della rosa è messa in dubbio, lo si deve proprio a tante operazioni senza senso. Quindi la fiducia, questa dirigenza, che oltre ad aver vinto ha anche impoverito la Juventus non facendole fare il salto in Europa, dovrà riguadagnarsela sul campo!

In un momento in cui le scelte dovranno viaggiare insieme, investimenti, cessioni, acquisti dovranno riflettere le competenze dei singoli e i risultati dovranno marcare la differenza. Non sempre, questa dirigenza targata Agnelli-Nedved, ha saputo mostrarsi all’altezza.

E se questo è un momento di transizione, che lo sia anche per tutto quanto riguarda l'immagine del Club. Si abbandoni l'eccessivo manierismo che da anni è sinonimo di eccessiva tolleranza verso le ingiurie che sedimentandosi formano poi il basamento per conseguenze a dir poco negative per i colori bianconeri. Inutile negare che il gruppo di cui fa parte la Juve abbia una certa forza mediatica, ed è evidente che non si permette di trattare gli altri asset del gruppo come invece si consente venga fatto alla Juventus. Il non voler difendere l'immagine bianconera è una scelta? Una scelta dal sapore sabaudo che, memori di calciopoli, sarebbe a dir poco pericolosa e rappresenterebbe anche una mancanza di rispetto per i tifosi.

L' immagine del Club si salvaguarda anche evitando atteggiamenti inappropriati dei singoli, evitando di prestarsi a chi non vuole far altro che esasperare l'odio antijuventino. I dirigenti devono avere sempre bene a mente che alla Juve ogni comportamento è oggetto di curiosità, di controllo e di indagine. Una leggerezza che altrove non farebbe scomodare nessuno, a Torino anima per anni la Procura. Anche il parlare con troppa sufficienza al telefono alimenta fantasiose dietrologie. Ogni azione va meditata, ogni parola usata nel modo corretto e nel giusto contesto. I riflettori sono costantemente puntati verso la Continassa, bisogna non solo essere, ma anche sembrare inappuntabili. Una volta per tutte, si faccia tesoro delle esperienze passate, si adottino atteggiamenti ancora più adeguati alla realtà che la Juventus rappresenta.

In prospettiva dunque riteniamo vi sia tanto da fare sia per gli aspetti mediatici che per quelle forme di autotutela richiamate da ultimo ed anche per la parte tecnico-economica, per la quale speriamo che il lavoro di Arrivabene porti a quell’equilibrio e quella crescita che da sempre ha distinto la Juve dalle altre società. Purtroppo però dopo l’illusione degli ultimi anni e lo stato attuale della rosa, dei contratti, del bilancio, delle inchieste in corso, qualche interrogativo resta e non abbiamo timore ad esporlo.

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