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Attualità di P. CICCONOFRI del 13/04/2022 13:58:44
Juve. La casa chiusa delle polemiche

 

Gli incroci tra Juve e Inter sono sempre pregni di asti, sospetti e polemiche. Potremmo commentare l'ultimo Juve-Inter facendo un salto nel tempo a quel Inter-Juventus del 28 aprile del 2018, partita ricordata come quella del mancato secondo giallo a Pjanic, quella dello scudetto perso in albergo, quella dell’audio tra arbitro e sala VAR mai ascoltato, delle trasmissioni di Filippo Roma, e dell’arbitro, Orsato, il migliore italiano, che per quattro anni non ha più fischiato in un match dell’Inter.

Tutti conoscono l’episodio, le trasmissioni sportive lo ricordano ancora oggi prima del derby d’Italia; Orsato, in un’esperienza rimasta unica, dopo anni, come a dover scontare una pena, si è presentato in TV, in Rai, a fare pubblica ammenda per essere riammesso ad arbitrare un match dei cartonati d’Italia. Con l'equilibrato Varriale a fare da moderatore.

Anche la Procura federale, come in uno show infinito, con allora alla guida il procuratore Federale Pecoraro, chiedeva la testa del direttore di gara, accusando pubblicamente dell’errore pro-Juve. Il procuratore federale ipotizzava audio, tanto cercati e mai ascoltati, ma sempre considerati di parte, fatti estrapolare con la lettura del labiale da parte di consulenti non udenti nella ricostruzione trash delle Iene, sono così diventati nell’immaginario collettivo, il momento in cui si manifesta l’oscuro potere della Juve.

In realtà l’andamento di quel match, per chi seriamente segue il calcio, racconta altro. Il primo giallo a Pjanic è per protesta per un fallo fischiato a Higuain, diciamo punizione molto severa. Il rosso a Vecino è stato dato dopo l’analisi del VAR e per un intervento con i tacchetti sullo stinco di Mandzukic. Nello stesso match, tanto per ricordare che se parliamo di errori arbitrali ce ne sono stati altri, anche abbastanza gravi, ricordiamo il mancato rigore su Matuidi sullo 0-1. Episodio che siamo certi nessuno ricorderà (LINK).

Veniamo ad oggi parlando dell’ultimo derby d’Italia. Dopo pochi minuti dall’inizio della partita, Lautaro Martinez interviene a gamba alta su Locatelli rifilandogli un bel calcione in volto. Irrati, senza scomporsi più di tanto, ammonisce il giocatore. Passano pochi minuti e Lautaro interviene con piede a martello su Chiellini. Irrati non se la sente di dare il doppio giallo e Lautaro viene letteralmente graziato. Non ci saranno molte polemiche, se non da parte di qualche tifoso juventino. Sulle TV è un tributo all’inter lanciata verso lo scudetto, non ci sono veleni e se siete ben attenti potete anche ascoltare il canto degli angeli.

Se c’è un modo per capire il diverso peso mediatico degli episodi pro Juve e pro inter, questo è proprio esaustivo. Locatelli che esce con un occhio gonfio e nero e viene accompagnato dal commento che loda Lautaro che va a sincerarsi delle condizioni. La cronaca sportiva, in brodo di giuggiole per la vittoria dell’Inter, ha quasi paura a ricordare l’episodio e non si sforza di mostrarli nella loro durezza.

Mediaticamente, quelli del nerazzurro, sono interventi fatti passare, in buonafede, volutamente raccontati in modo propositivo; la campagna mediatica contro Pjanic è da quattro anni, una vera e propria propaganda antijuventina.

Acquisire consapevolezza è il primo passo per evitare di essere presi in giro. Parliamone, ricordiamolo, non per trovare l’alibi da perdenti, ma per restituire un po’ di realtà e anche dignità al nostro calcio.

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