Durante la partita Inter-Sampdoria del 29 ottobre scorso diversi ultrà interisti hanno fatto sgomberato la curva Nord dello stadio di Milano, alcuni tra gli stessi tifosi nerazzurri sono stati costretti con le minacce e la violenza a lasciare il settore. Il motivo dell'improvvisa smobilitazione risiede nel sopraggiungere la notizia della morte di uno storico capo ultrà nerazzurro Vittorio Boiocchi (26 anni di carcere e tra le accuse che lo vedono coinvolto, ricordiamo: tentata estorsione, traffico di droga, rapina, sequestro di persona).
Il primo provvedimento delle autorità competenti è stato dare il daspo a quattro persone e il divieto ad esporre striscioni e bandiere durante Inter-Bologna di mercoledì. Vietato anche l’accesso e l’utilizzo di megafoni e tamburi in Curva Nord. Insomma hanno silenziato la curva, come se i tamburi o i megafoni, in un contesto così pericoloso, possano fare la differenza.
Quanti agenti delle forze dell'ordine sarebbero stati necessari per sgombrare la curva e nello stesso tempo? Quattro daspo sembrano veramente pochi in relazione a quanti verosimilmente si sono adoperati per lo sgombero.
La vicenda si arricchisce velocemente di nuovi elementi, tanto che le accuse sembrano aggravarsi: Il dominio di alcune frange di tifosi "sarebbe" così opprimente e radicato al punto da vedere coinvolte anche società di comodo vicine alla ‘ndrangheta che nella zona dello stadio si occuperebbero dei servizi di viabilità e ristorazione (parcheggi, e paninoteche ambulanti). Inoltre le forze dell'ordine avrebbero individuato un giro droga in cui sarebbero coinvolti le stesse frange del tifo milanese.
La storia sembra ricalcare la stessa dinamica che qualche anno fa coinvolse la Juventus: bagarinaggio e infiltrazioni della malavita.
La differenza sta solo nel modo di raccontare le vicende e cambia, di conseguenza, la percezione dello stesso racconto.
In questo caso, la Procura di Milano, in assenza di indagati, non comunica i nomi dei dirigenti dell’ Inter che sarebbero finiti nelle intercettazioni sulle indagini sulla curva nord (almeno fino a questo momento). I nomi nei faldoni ci sono, ma, a differenza di altri casi, come per la Juve,
i magistrati sono più “sensibili” ed evitano di creare sentimento popolare, non prestandosi, ad esempio, a far inventare da parte dei colleghi della giustizia sportiva fantomatiche telefonate per appesantire la vicenda.
Storia all'italiana, dove, durante una partita in uno stadio pieno di telecamere, con accesso garantito da biglietti individuali e nominativi, viene svuotato un intero settore con violenza e minacce, vengono identificate solo quattro persone e la punizione esemplare è il silenzio della curva che non potrà usare tamburi e megafoni.
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