La Procura di Napoli ha chiesto una condanna a un anno di reclusione per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e per quello dell’Atalanta Antonio Percassi, un anno e un mese di reclusione per l’ex AD del Milan Adriano Galliani e due anni e otto mesi per il manager Alessandro Moggi, al termine del processo sulle presunte operazioni inesistenti legate alla compravendita di alcuni giocatori. La notizia, circolata in settimana in qualche trafiletto, è finita subito nel dimenticatoio.
Scrive Calcio&finanza, che
“l’ipotesi battuta è di «utilizzo di false fatturazioni», in relazione alla triangolazione che si veniva a creare tra la società che intendeva acquistare un calciatore; il calciatore stesso e il suo procuratore. Fino al giorno prima della firma del contratto, il procuratore risultava manager del calciatore, ma al momento della stipula assumeva le vesti di consulente del club che acquistava il cartellino e le prestazioni dell’atleta. Un cambio di “vesti”, che consentiva al calciatore di abbattere i costi di stipendio per il proprio procuratore, facendo ricadere il netto dell’operazione sulle casse della società sportiva (per una operazione ritenuta fittizia)”. La Gazzetta dello Sport ha riportato la notizia con un breve articolo firmato da Maurizio Nicita, utilizzando un fuorviante titolo da click bait:
«I PM chiedono condanne per Moggi e tre dirigenti» (
LINK). Un tentativo, non mascherato, di non tiare in ballo De Laurentiis, Galliani e Percassi, cercando, con quel "Moggi", inserito nel titolo, di far credere chissà cosa, spostando le attenzioni dai veri protagonisti coinvolti. D'altra parte essendo nomi poco conosciuti non avrebbero detto molto ai lettori se citati nel titolo …
Non ci sono più le vene forcaiole di un tempo! La vicenda viene narrata nel momento stesso in cui intere stagioni sono prescritte: si dibatte infatti delle stagioni fino al 2013-2014, tra qualche mese saranno non più perseguibili neanche per la Procura federale. E se mai arrivassero delle condanne, lo scorrere del tempo per avviare gli altri gradi di giudizio avrebbe lo stesso effetto sulle sentenze dei tribunali italiani.
A distinguersi in questo caso è la stessa Procura della Repubblica di Napoli, che se da un lato persegue presunti colpevoli, dall'altra non manca di vestire panni del perdono, aprendo così la via al quello che sarà un nulla di fatto. Non altrimenti si spiega che
«La Procura ha fatto comunque una premessa: in questo scenario, le società vanno ritenute vittime di un sistema distorto, organizzato a tavolino» (Calcio&Finanza). Già, De Laurentiis, Galliani, ma anche Lotito e Della Valle e gli altri sono timorati di Dio e si fanno mettere i piedi in testa dagli agenti di qualunque calciatore.
Un copione, il solito ben consolidato negli anni, quello di non dare peso mediatico ad una vicenda che, qualora avesse coinvolto la Juve, avrebbe occupato ben altri spazi e mantenuta in vita per mesi.
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