Non siamo tra quanti storcono il naso per la presenza di un inviato di Report nella conferenza prepartita di Cremonese-Juventus, non siamo quindi tra quanti vorrebbero che la selezione per gli accessi fosse più restrittiva. Fossimo stati nell’ufficio stampa della Juventus, alla vista di quella richiesta non avremmo negato l’accredito ma avremmo fatto in modo di arrivare con le necessarie contromisure a domande che evidentemente sarebbero state proditorie e fuori luogo in una conferenza di presentazione di una partita. Dopo anni in cui Report si interessa di calcio quasi esclusivamente per fare giornalismo d’accusa sulla Juve, era così difficile pensare al motivo, in questo particolare momento, per cui chiedevano di essere ammessi alla conferenza stampa?
La redazione di Report si è presentata in conferenza stampa per porre una domanda ad Allegri, sapendo di non ricevere risposta e al solo scopo di poterci montare un teatrino utile a fare da apripista allo “speciale” che a breve manderà in onda. Ranucci ha mandato qualcuno dei suoi a fare ‘a mmuìna per alimentare l’attesa, questo rende bene l’idea del punto cui siamo arrivati.
La domanda dell’inviato della trasmissione di Rai 3 è stata a dir poco capziosa e con l’intenzione di
addebitare ad Allegri parole mai dette: «Nelle intercettazioni lei parla di bilancio falsato dalle plusvalenze». L’allenatore ha liquidato l’argomento con una fin troppo educata risposta di circostanza: «Sull'argomento inchiesta si è già espressa la società con un comunicato. Non ho altro da aggiungere», ma avrebbe fatto meglio a ricordare quanto alcuni hanno puntualizzato sui social, e cioè che nell’intercettazione cui fa riferimento il Sigfrido’s boy dice: «Il mercato dell'anno scorso era solo plusvalenze e quindi era un mercato del cazzo».
Un significato ben diverso. Una domanda tendenziosa, sciocca e sbagliata nei contenuti che produrrà l’elemento di maggiore impatto televisivo di una delle prossime puntate della trasmissione, che assumerà come al solito un tono sobillante utile a sostenere quell’inquisizione che Ranucci e compagni hanno deciso di celebrare mediaticamente.
Ricordiamo alla redazione di Rai 3 che, ad oggi, esiste solo la chiusura delle indagini ed il materiale conosciuto è solo quello accusatorio, casualmente fuoriuscito dalla procura e che coincide con quanto sostiene l’accusa. Presentarsi in una conferenza prepartita per porre domande a chi non ha competenze specifiche non rispetta quel dovere di contraddittorio che si dovrebbe dare a tutte le parti tirate in una inchiesta giornalistica. Un pubblico maturo si avvede immediatamente della puerilità della mossa giornalistica, per questo crediamo
che Ranucci e compagni abbiano da un po’ deciso di accantonare il giornalismo di qualità per ottenere quell’immediato ritorno in ascolti che solo il comune sentire popolare garantisce. Infine rinnoviamo l’invito al nuovo CDA della Juventus e a chi ha le competenze per farlo, di curare maggiormente tutti i momenti di esposizione mediatica e di iniziare a difendere la Juve da tutti gli avvoltoi che le girano intorno sfruttando il suo nome e l’appeal del suo brand.
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