Di Crazeology Quello che sta capitando in questo periodo alla Juventus è considerato da tutti uno dei momenti più brutti della storia del club, insieme a calciopoli. E’ sicuramente vero, ma la verità è che i tifosi hanno molte colpe riguardo ciò che sta succedendo. Dopo la porcheria subita nel 2006 in troppi si sono rifugiati nella “comfort zone scudettata" del periodo Agnelli, il quale con parole inglesi prese in prestito da testi economici, da buon affabulatore ha distratto l’attenzione dai problemi veri. Lui stesso guardandosi allo specchio si è sentito il migliore del reame, e ha creduto ai sogni che raccontava. E ha fatto tutto ciò con compiacenza non scevra di vanità egoistiche, e passando sopra a molti aiuti ricevuti da amici. Pur di sedersi su quella poltrona ha messo nel cassetto tutti i veri temi che invece avrebbe dovuto trattare pesantemente con il cugino grande capo e pessimo padrone, principale del vapore bianconero. Sappiamo tutti a chi mi riferisco, vero?
Il resto è storia. Storia che, tra le altre cose, abbiamo raccontato da tempo immemore fino a farci venire i calli ai polpastrelli. Si perché diciotto anni a battere le dita su una tastiera e scrivere di Juventus sono tanti, anzi, troppi se non si riceve uno stipendio per farlo.
Dopo Calciopoli c’era fuoco sotto la cenere, era evidente, e c’è stato fin da subito, appena egli si è seduto alla presidenza. E questo perché il "Giovin Signore" voleva farsi bello e vincere al di là delle necessità reali del calcio italiano. Oggi quel fuoco è diventato incendio e sta bruciando, dopo aver bruciato lui in primis, tutta la casa. Ora, che si creda o no alle faide famigliari di cui in tanti raccontano, tutti i nodi sono venuti ugualmente di nuovo al pettine.
Il sistema è marcio fino al midollo. E questo basta e avanza. Dallo scandalo insabbiato dei passaporti falsi con cui andavano retrocesse quasi tutte le grandi meno la Juve, tutte le classifiche successive sono state alterate. Poi ne sono state combinate tante, tante, tante altre (calciopoli su tutte). Quindi è ormai molto tempo che non si giocano campionati completamente regolari, perché ogni volta che scoppiano scandali il trattamento ricevuto dai diversi club cambia a seconda dei potentati che regnano nel cortiletto sporco d’Italy.
Ai loro tempi Moggi e Giraudo, che già si muovevano con enormi difficoltà e nessun appoggio dalla proprietà, non poterono fare nulla. E poi abbiamo visto cosa gli è successo. Ora la storia si ripete, con molte similitudini. E la Juventus ha cominciato a rimetterci di nuovo (e forse non è ancora finita).
In tutto questo marciume però c’è qualche lato positivo, anche se indiretto. I tifosi bianconeri finalmente, anche se a scoppio molto ritardato, sembrano stufi di essere sempre spremuti economicamente a convenienza, e presi in giro da un sistema calcio che non è più in grado nemmeno di simulare una regolarità posticcia e di facciata. Le frequenti porcherie giuridiche in particolare, che ogni maledetta volta tentano di giustificare decisioni arbitrarie e puzzolenti, hanno sfiancato e abbattuto la passione di molti tifosi, e questo vale anche per molti di quelli più costituzionalmente pazienti e moderati di natura. Nonostante la dirigenza Agnelli degli ultimi anni sia oggetto di feroci critiche da parte di molti gobbi (io per primo), ormai nessuna scenografia costruita a tavolino da giuristi antijuventini è abbastanza credibile da poter nascondere lo stato di oscenità sociale e culturale in cui è caduto lo sport italiano.
Il Re è nudo, lo hanno capito ormai anche le pietre. E dentro queste considerazioni ci sono tutti i motivi per cui il calcio italiano è diventato meno competitivo degli altri, meno ricco degli altri, e decadente. Lo specchio perfetto del resto del paese. Il paese dove i magistrati indagano a tappeto la Juve ogni giorno, e i boss mafiosi stragisti girano liberi nella loro regione per interi decenni facendo affari e intrattenendosi con donnine piccantine.
Invece di incanalarsi nei successi della Juve, prendendone spunto e costruendo realtà importanti, si è preferito invidiare, odiare, tramare, sabotare, distruggere e rubare. E si è finito così per avvelenare il ruscello da cui tutti bevono, alimentando odio, incomprensioni, bugie, e pasticci illegali di ogni genere.
Ora tutti gli Juventini finalmente, dopo l’ennesimo schiaffone ricevuto, hanno definitivamente capito come stanno le cose, e che tutto quello che guardano come calcio giocato ha valore pari a zero. Adesso è tempo che ogni tifoso decida chi è, e in cosa crede, perché a queste condizioni nessun campionato, anche con eventuale restituzione di punti o soluzioni palliative, ha più senso. Servono soluzioni radicali senza compromessi.
Purtroppo questo tipo di battaglie lo juventino se le deve sempre combattere da solo, perché a Torino non si muove un dito. È così da decenni. E se il dito per caso invece si muove, è molto probabile che per motivi famigliari di tipo medievale lo faccia in direzione opposta. E così ci siamo capiti… Nevvero Gionnino?
Questa volta per molti tifosi è l’ultima volta. In tanti hanno già deciso che questa è la battaglia, probabilmente già persa in partenza, che vedrà la fine della propria passione per il club. Ma prima di vedere tirare le cuoia alla propria passione in tanti venderanno cara la pelle. Sarà un noi contro tutti. Adesso basta, il Re è nudo, e questa volta,
anche se faremo tutto da soli, o si fa la Juve o si muore. Commenta nel
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