Gli italiani? Un popolo di poeti, santi, navigatori e, aggiungiamo, inconsapevoli del contesto che li circonda. Negli ultimi mesi, la situazione è talmente chiara e limpida che sorprende chi non vede la realtà che si palesa.
I mondiali in Qatar - Il mondiale meno sentito della storia, forse il meno seguito. Un calcio senza anima, senza tifosi, in un paese dove non vengono rispettati i diritti umani, ma dove la ricchezza ha dato ampio sfoggio. Una tristezza vedere la popolazione locale prestarsi a fare i supporters per qualche ora, una tristezza ancora più grande vedere Messi con la tunica alzare la Coppa del Mondo. Congratularsi per lo spettacolo, fingere di vivere un mondiale di passione e sorvolare sui molti morti durante la costruzione degli impianti quando, ad oggi, come forse era prevedibile, sono scattate inchieste su finanziamenti e mazzette.
Il presidente Gravina - Colui che in concomitanza delle beghe tra Ceferin e Agnelli ha conseguito un cospicuo aumento del compenso e che non smette di tirare la volata alla Uefa anche se questo penalizza il calcio italiano. Già solo questo dovrebbe essere un motivo sufficiente per chiedergli di abbandonare la sua carica. Un rapporto di causa effetto tra Uefa e Figc talmente palese: escono notizie sulla Superlega, automaticamente arriva l'uscita pubblica di Gravina contro la Juve. Inutile poi non collegare il fatto che eventuali sanzioni della giustizia sportiva italiana verso i bianconeri aprirebbero a sanzioni della Uefa. Ricordiamo che Gravina è il presidente della Figc della mancata qualificazione ai mondiali; almeno Tavecchio, con dignità, dopo il fallimento degli azzurri di Ventura, abbandonò la sua carica.
La Giustizia sportiva - Ma a chi verrebbe in mente di investire nel calcio italiano in questa situazione di generale pochezza? Rammentiamo, solo in ordine di uscita, Piero Sandulli, che probabilmente dovrà giudicare il ricorso della Juventus, ha pensato bene di rilasciare un'intervista in cui sembra orientare la decisione del Coni. In un Paese normale, anche solo per dare una parvenza di credibilità, sarebbe stato rimosso dal suo ruolo e la Juve ne avrebbe chiesto la testa. In un Paese normale, perché in Italia non succede niente. Ancora una volta la giustizia sportiva, prende di mira una sola società, costruisce il suo castello di accuse, non permette una difesa da stato civile, accompagnando la farsa con dichiarazioni assurde che chiunque, con un minino di intelletto, dovrebbe contestare:
«La Juve deve finire dietro la Roma» affermato durante una requisitoria, dal procuratore della Figc.
La giustizia ordinaria - Sono mesi che tutto il materiale dell'accusa viene pubblicato come un romanzo, su tutti i principali media. I PM che hanno indagato sulla Juve devono appoggiarsi al sentimento popolare per dare forza alle accuse. Già questo dovrebbe far gridare allo scandolo, invece si creano interazioni parlando con suggestione del libro nero, che in realtà è un foglio A4 con degli appunti... Perché un conto è parlare di mala gestione della Juventus, e qui siamo i primi ad averla denunciata, un altro conto è costruirci un'accusa in questo modo. La Juve è colpevole di qualcosa? Lo devono dimostrare seriamente! Come si fa ad accettare queste ridicole ricostruzioni infarcite di odio e ignoranza?
Come se non bastasse, spunta un video del pm Santoriello dell’inchiesta prima in cui afferma, testualmente: “Odio la Juventus”, “come tifoso è importante il Napoli, come pm sono antijuventino, cioè contro i latrocini in campo”. Che tipo di credibilità possiamo dare a questa giustizia e quanto può essere considerata seria la sua inchiesta?
La fine del calcio italiano- Il calcio italiano è oramai di seconda fascia, i campioni sono di passaggio e questa ennesima violenza verso la Juve rischia di farlo scomparire del tutto. La Juve ha tenuto in piedi questo carrozzone investendo nel calcio italiano, permettendo a molte realtà di sopravvivere e trattenendo in Italia qualche nome importante che poteva ancora accendere l'interesse, anche all'estero. Il calcio italiano, senza la Juventus vale zero.
Le disdette alle pay TV - Il giochino si è rotto. I tifosi della Juventus sono stanchi di finanziare un sistema che è antiJuve. E senza la Juve e i suoi tifosi, non vedo un roseo futuro per il movimento. Siamo i più numerosi, possiamo fare la differenza inviando le disdette e spero e mi auguro che continuino a crescere. Una protesta pacifica che può fare tanto rumore. Ancora una volta siamo noi tifosi a dover difendere la Juve, mentre la proprietà è assente e silenziosa. E la cosa sorprendente è che avendo fatto due ricapitalizzazioni negli ultimi anni, l'azionista di maggioranza dovrebbe essere interessato a difendere il proprio investimento.
L'immobilità della Juventus - Se i vertici della Juventus decidono di difendersi, scompare tutta la FIGC, visti gli abusi della giustizia sportiva. Se la Juventus, come nel 2006, accetterà di buon grado di essere vittima di questa situazione è perché sarà complice (ancora una volta!). Le istituzioni sportive cambiano le regole in corsa per De Laurentiis, per l'Inter, permettono a Lotito di dilazionare anche la bolletta del gas. Credere che EXOR, con tutta la sua potenza, non possa fronteggiare un'evidente ingiustizia è da stolti. Se la Juve non si difenderà, vorrà dire che alla società bianconera non interessa il seguito dei suoi stessi tifosi e preferisce allontanarli anche dai colori bianconeri.
La funzione sociale dello Sport - Non esiste più, il tifo è scomparso per far spazio alle rivendicazioni da sentimento popolare. Ignoranza nutrita in modo consapevole di odio. Non crea più aggregazione, ma divide; non veicola messaggi positivi, ma nutre il tifoso di false realtà contando sul clima di odio e sulla molta ignoranza della massa dei tifosi.
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