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Attualità di P. CICCONOFRI del 08/02/2023 07:26:05
Cupidi iudices Juventus

 

Se qualcuno mostra curiosità per quanto sta succedendo in Italia in merito alla situazione della Juventus, può leggere questo articolo.

Il contesto
Sala Sforza di Spazio Chiossetto a Milano, convegno organizzato dallo Studio Fornari e Associati con lo Studio Grassi e Associati e PwC TLS, il 14 giugno 2019. Tra i partecipanti: Piero Sandulli, Mattia Grassani, Ciro Santoriello. Per vari motivi, nomi che si intrecciano nell’attuale vicenda che coinvolge la Juve.

Santoriello, il magistrato tifoso
Uno dei relatori, Santoriello, è il pm che da anni indaga la Juventus, e che è balzato agli onori della cronaca, di recente, per l’inchiesta Prisma e il terremoto che ha causato nel calcio italiano. Durante il convegno pubblico ha testualmente affermato: «Sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus. Diciamo che come tifoso è importante il Napoli e come pubblico ministero ovviamente sono anti-juventino cioè contro i latrocini in campo». Le parole di Santoriello, seppur datate, sono semplicemente inopportune, forse inquietanti: leggerezza e inopportunità che si dica anti-juventino nell’esercizio delle sue funzioni di pm che lascia francamente attoniti. Grave che un Pubblico Ministero, rappresentante della Repubblica Italiana, incaricato di indagare su una società quotata in borsa, dichiara apertamente di odiare quella società. Viene pagato dai contribuenti per sfogare la sua antipatia sportiva?

C'è troppa leggerezza e una voglia di protagonismo ed esposizione personale che mal si conciliano, sia con quanto richiesto dal proprio lavoro, sia con la gravità delle ripercussioni che si possono causare. Per un magistrato l'apparenza è anche sostanza, quindi anche la forma ha la sua importanza e va mantenuta per dare credibilità al proprio lavoro. Si sta confondendo la libertà di essere tifoso di una squadra con la legittimazione ad "odiarne" un'altra, al punto da fare battute simili in convegni pubblici o ad indagarla e a portarla in tribunale, dove non si decide sollo sulla penalità di una squadra di calcio, ma sulla vita delle persone. È grave che un pm si vanti pubblicamente dell’odio nei confronti di una squadra e poi, in seguito, condurre (di nuovo) indagini su quella squadra. Possiamo veramente parlare di folklore come alcuni stanno cercando di derubricare questo sintomatico malaffare intellettuale?

Il materiale alla giustizia sportiva
Se pensiamo che tutto il materiale che è servito alla giustizia sportiva per scrivere la sentenza con la quale è stata decisa la penalizzazione di quindici punti alla Juventus, con intercettazioni decontestualizzate e ben selezionate, arriva dalla Procura di Torino e dal pm Santoriello, allora dobbiamo farci venire "cattivi pensieri" e dobbiamo guardare il tutto con «occhio malevolo» . Vi sentite tutelati in questo contesto? Cosa ci dobbiamo aspettare? Che magari l'utilizzo di brogliacci e intercettazioni decontestualizzate e ben selezionate avranno "valenza confessoria"?

La magistratura intervenga in autotutela!
In Santoriello non si scorge quel distacco necessario tra passione personale e dovere professionale. Il magistrato non espone una apprezzabile "scala delle durezze" nelle priorità, per ruolo dovrebbe possederla; palesa una commistione attitudinale che dovrebbe essere oggetto di seria e attenta valutazione dei competenti organi della magistratura. Vieppiù un conflitto di interessi tra passioni e dovere dall'elevato disvalore etico, che, stante il silenzio del mondo togato, restituisce un'immagine poco attendibile dell'intera categoria di cui fa parte.

"Per questi motivi" il CSM dovrebbe intervenire. Per il bene della giustizia intervenga la Procura di Torino per tutelare un’indagine ora finita sotto i riflettori, sollevi quel magistrato dall'inchiesta. Intervenga il Ministro di Giustizia. Il silenzio fa ancora più rumore delle dichiarazioni di Santoriello. Il pm ha appena fatto fare alla magistratura una figuraccia epocale, intaccando ulteriormente la debole credibilità di uno dei poteri dello Stato.

Il monito
Nel 2022 il Presidente della Repubblica incontrando i magistrati ordinari in tirocinio disse: «Perché possa considerarsi violato il principio di indipendenza non occorre che il magistrato sia condizionato, ma è sufficiente che possa esserlo, e il solo sospetto che possa esserlo basta a far venire meno la fiducia dei cittadini. Il giudice, come anche il pubblico ministero, non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire imparziale, e per apparire tale occorre che sia privo di legami politici, economici, sociali, personali o anche solo ideologici che possano farlo ritenere condizionato o condizionabile. Non deve potersi anche solo dubitare che il giudice sia parziale, che cioè agisca tradendo la sua naturale posizione di terzietà e prenda in qualche modo parte nella contesa»
Non possono esserci dubbi.


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