A molti è sfuggito il tentativo dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) di difendere Santoriello, il pm della Procura di Torino che ad ogni evento pubblico, tra l’ilarità generale, ha tenuto a manifestare il suo tifo per il Napoli e il suo odio per la Juventus.
Giuseppe Santalucia, presidente dell’ANM, in riferimento alle esternazioni del pm che ha seguito l’inchiesta Prisma, si è così espresso:
«Nel video
ha preso il sopravvento l'essere tifoso, un gergo che può animare la tifoseria. Posso capire che la sovrapposizione della figura del tifoso e del magistrato possa creare disorientamento e sorpresa, lo capisco, ma a freddo penso si possa convenire che un lessico del genere non abbia niente a che vedere e che non inquini con lo svolgimento della professione. Mi sembrerebbe eccessivo.
Quando si parla di calcio si eccede».
«Credo che la questione vada fortemente
ridimensionata. Mi sembra che stia montando un caso per una
vicenda banale, si tratta di riportare il tutto all'interno di uno scambio di
battute tra tifosi”.
“La parola odio?
Il calcio rende tollerabili toni inaccettabili in altri ambiti».
«Santoriello?
Ha preso il sopravvento l'essere tifoso... a freddo penso si possa convenire che lessico del genere non inquini lo svolgimento della professione. Capisco che Abodi abbia recepito male le colorite esternazioni del collega»
.
Provate a leggere, in sequenza, le parole in neretto ricordandovi che chi le pronunciata è il Presidente dell’associazione Magistrati e lo fa riferendosi ad un pm che rappresenta l’accusa alla Juve nell’inchiesta Prisma.
Proviamo anche ad applicare queste dinamiche al calcio e se la parola “odio” è tollerabile, qualcuno dovrebbe spiegarci perché il tifoso, spesso culturalmente non preparato come un PM, che vive la passione in modo più viscerale e non avendo un ruolo in cui serve dimostrarsi serio e affidabile, viene colpito da provvedimenti, soggetto a daspo, quando offende un avversario per il colore della pelle o per offese legate al territorio di origine. D’altra parte, questi toni, nel calcio sono accettabili.
Avete presente le campagne Uefa e Fifa appositamente portate avanti per combattere l’odio nel calcio? Inutili per Santalucia, sono da ridimensionare perchè, nell’ambito nel quale vengono pronunciate, sono ammissibili.
Quindi, sembra, che l’odio che esce dalla bocca o dalla penna di un tifoso per un coro o uno striscione, è intollerabile e sanzionato, se invece lo dice un PM, per giunta sulla squadra su cui indaga, di colpo diventa tollerabile.
Seguendo lo stesso ragionamento, la vicenda va ridimensionata, ci sarebbe anche da farlo comprendere agli indagati che da mesi vedono materiale che dovrebbe essere soggetto a segreto istruttorio, anche irrilevante ai fini investigativi, sbattuto in prima pagina su tutti i quotidiani. Gli stessi indagati, dovrebbero minimizzare anche la richiesta di carcere preventivo richiesto da Santoriello! Che vuoi che sia!
Santalucia, avrebbe potuto semplicemente dire che Santoriello è un professionista serio e al tempo stesso fare un richiamo ad una maggiore responsabilità, indispensabile per il ruolo che ricopre. Invece, oltre al danno arriva la beffa,
bisogna trovare una giustificazione anche per chi la fa fuori dal vaso in questo modo. L’immagine della giustizia non ne esce bene, l’inchiesta non sembra condotta con serietà (ancora oggi vengono pubblicate intercettazioni irrilevanti, ma provenienti da materiale investigativo).
Il calcio ne uscirà devastato: le istituzioni sportive sembrano la combriccola del bar con membri più attenti a pubblicare sui social post da bimbomikia che a fare seriamente e con professionalità il proprio lavoro.
È necessario per Nordio, anche per come si è esposto ad oggi, intervenire e porre rimediato a questo siparietto non degno di essere chiamato “giustizia”.
Attendiamo che qualcuno prenda provvedimenti seri e che magari non si renda ancora più ridicolo pubblicamente.
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