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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 27/03/2010 15:27:18
Calciopoli, Prioreschi difesa Moggi. I parte

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 23 marzo 2010. Quarta audizione teste Auricchio I parte. Prioreschi, difesa Moggi

Prioreschi: «Buongiorno Colonnello, sono l'avvocato Prioreschi difesa Moggi. Presidente credo che io farò anche l'esame perché è un nostro teste, il nostro teste n. 296… alla fine farò anche qualche domanda in esame, senza farlo tornare».

Prioreschi in apertura ricorda che il colonnello Auricchio ha presentato querela per diffamazione nei confronti di Moggi, chiedendone il motivo. La querela è stata presentata circa un anno fa, relativamente ad una puntata di "Porta a Porta": in quella sede, il colonnello ha ritenuto lesive alcune affermazioni di L. Moggi.

L'avvocato chiede la ricostruzione (per grandi linee) della carriera per vedere se ha avuto precedenti esperienze in tema di intercettazioni. La Casoria chiede il perché di questa domanda e sollecita ad andare direttamente al punto.

Informativa del 18.09.2004
Prioreschi: «Lei riceve una delega il 15.07.2004. Ci ripete un attimino quale era il tema della delega, le indagini che le erano delegate con questa delega da parte dei pm?».
Auricchio: «Sì, i pm di Napoli delegarono (non a me) ma al nucleo investigativo di Roma una serie di accertamenti derivanti da alcune loro attività tecniche di indagine condotto nell'ambito di un procedimento e in questo procedimento erano emersi degli elementi in relazione ad alcuni legami tra arbitri (mi ricordo, era citato l'uomo nero...), in materia di illeciti sportivi, scommesse sportive (credo) e sulla base di queste attività eravamo stati delegati come nucleo investigativo di Roma a svolgere a accertamenti in merito ai giocatori della società del Messina e eventuali loro legami alla società Gea; a eventuali legami della società Gea con alcuni arbitri, in particolare assolutamente individuati con l'appellativo "arbitri appartenenti alla combriccola romana". Grosso modo c'erano queste ipotesi di lavoro delegate».
Prioreschi: «Quindi il 15 luglio riceve la delega, il 18 settembre risponde con un'informativa. Mi dice quali accertamenti ha fatto tra il 15 luglio e il 18 settembre?».
Auricchio: «...tra gli arbitri della combriccola romana ne erano individuati 2 (Palanca e Gabriele) e su questi due arbitri sono stati svolti accertamenti (in chiave iniziale) economici sul profilo finanziario; ho svolto accertamenti sui calciatori della società del Messina calcio, abbiamo effettuato assunzione di informazioni nei confronti di alcuni presidenti, in particolare Spinelli del Livorno calcio e, anche non direttamente, ma acquisito verbalizzazione del presidente del Cagliari Cellino e dichiarazioni del presidente del Venezia Dal Cin (c'erano ipotesi di illecito sportivo e frode sportiva su una partita che vedeva coinvolto il Venezia e il Messina)».
Prioreschi: «È corretto dire che a questa informativa non allega documentazione ma solo dichiarazioni delle persone che ha indicate adesso?».
Auricchio: «Si. Anche Canova e Morabito (due agenti calciatori) più quelle che ho ricordato, più accertamenti sulla condotta, sulla struttura della Gea come società... i profili sui due citati arbitri».
Prioreschi: «Cosa era emerso?».
Auricchio: «Per noi era emerso un'ipotesi di lavoro che in questo senso riferivo sulla società Gea».
Prioreschi: «Quale era l'ipotesi che lei formula investigativamente e quali erano gli obiettivi investigativi che lei indicava?».
Auricchio: «Sono in premessa dell'informativa». Viene data lettura della parte: "Quadro indiziario in termini di assoluta concretezza circa l'esistenza di un gruppo di soggetti comunque riconducibili a Moggi Luciano in grado di sviluppare una posizione dominante all'interno del sistema del calcio professionistico... le ipotesi in particolare erano legate - sostanzialmente - tale gruppo di soggetti avvalendosi di una strategia sul ricatto e violenza psicologiche in grado di esercitare una pressione diretta e costante indirizzata al condizionamento…."
Prioreschi: «Le indagini si sono indirizzate subito verso Luciano Moggi?».
Auricchio: «Sì».
Prioreschi: «Con riferimento di un'ipotesi di controllo del mercato...».
Auricchio: «Gea-Luciano Moggi, si».
Prioreschi: «Ha fatto anche altre ipotesi sempre nei confronti all'obiettivo investigativo di Moggi, anche cioè sulla frode sportiva?».
Auricchio: «In quel momento, sempre per le parole che ho usato, quello che colpiva era "la posizione dominante esercitata sia in termini di gestione dei giocatori di calcio e delle società di calcio, sia intermini di controllo e collusione del sistema arbitrale, sia esso considerato con la struttura di designazioni, sia dei singoli arbitri…"».
Prioreschi: «Moggi e la Gea».
Auricchio: «Sì».
A questo punto, Prioreschi farà alcune domande di carattere generale per poi arrivare all'associazione a delinquere.

Informativa 19.04.05
Prioreschi: «Il 09 febbraio del 2005 viene intercettata una telefonata sul numero fisso di P. Bergamo che chiama un'utenza straniera. Si ricorda?».
Auricchio: «Sì».
Prioreschi: «Questa utenza, viene accertato, essere utenza di un gestore svizzero (Sunrise). Attraverso quali accertamenti lei ha potuto verificare che quella utenza e poi altre due ad esse collegate erano intestate a tale A. De Cillis?».
Auricchio: «L'accertamento è semplice. Io ho chiamato l'ufficiale di collegamento svizzero, mi sono informato sul tipo di procedura che esisteva in Svizzera sull'anagrafico delle schede, ho verificato che erano accertamenti di polizia, come tra l'altro accade in Italia, e mi sono fatto dare gli intestatari».
Prioreschi: «Non ho capito… l'ufficiale di collegamento svizzero?».
Auricchio: «Le forze di polizia hanno una serie di rappresentati in Italia (francese, tedesco, svizzero, spagnolo), che sono permanentemente in Italia a Roma a svolgere queste funzioni di collegamento di polizia. Fisicamente a Roma, ufficiale svizzero a Roma presso il ministero degli interni, hanno una collocazione istituzionale».
Prioreschi: «Per telefono?».
Auricchio: «Sì, l'avrò chiamato per telefono per chiedere quale è la procedura per ottenere l'intestatario delle schede… e mi ha detto, non ricordo perfettamente, ma il senso è in anagrafico telefonico».
Auricchio: «Accertamento di polizia così come noi oggi in Italia lo effettuiamo e mi sono fatto dare l'intestatario di questa scheda "Sunrise" che era appunto il De Cillis».
Prioreschi: «Dove l'ufficiale di collegamento ha accertato?».
Auricchio: «È irrilevante. Io ho chiesto all'ufficiale di collegamento svizzero e lui mi ha dato questo dato.
Prioreschi: «A voce?».
Auricchio: «Si, è un dato di polizia. che ci posso fare? Posso solo prenderlo come spunto investigativo».
Prioreschi: «Come si fa ad accertare se una scheda di un gestore straniero è intestato ad un soggetto; a chi, dove bisogna andare a fare l'accertamento?».
Auricchio: «Lo dice come accertamento giudiziario o di polizia? Per me ha un senso e ha una differenza. Io le sto parlando di accertamento di polizia. Significa che il signore di cui ho fatto riferimento prima che mi ha dato un intestatario è come un anagrafico telefonico. "A chi è intestato?". In Italia fa il 1412 e le risulta l'intestatario del numero telefonico, siccome non lo posso fare io dall'italia l'ho fatto fare al collega svizzero..».
Prioreschi: «L'avrà fatto in Svizzera?».
Auricchio: «Per me è irrilevante».
Prioreschi: «Un ufficiale di collegamento svizzero che si trova presso il ministero degli interni a Roma dove ha effettuato gli accertamenti?».
Auricchio: «Non lo so, per me è irrilevante».
Auricchio: «Non ricordo, lo avrò chiamato due volte: è una carica istituzione, non è un oscuro essere presso il ministero».
Auricchio: «Ne abbiamo di tutti i paesi con cui intratteniamo rapporti di polizia».
Prioreschi: «Vediamo il contrario. Se un ufficiale di collegamento francese chiama lei, ufficiale di collegamento italiano, per sapere a chi è intestato un numero Telecom?».
Auricchio: «Io faccio il 1412 e glielo dico».
Prioreschi: «Un telefonino, cellulare?».
Auricchio: «Lo abbiamo fatto per 14 anni…. Noi, arma dei carabinieri, finanza, siamo stati gli unici utenti ad utilizzare il 1412 per tanti anni».
Prioreschi: «Se lei fa il 1412 le danno a chi è intestato il numero cellulare?».
Auricchio: «La versione computerizzata della rubrica».
Prioreschi: «Non era disponibile per tutti, per il pubblico l'elenco».
Auricchio: «A quel tempo… non sono il tabaccaio, un ufficiale di polizia italiano che chiede ad un ufficiale di polizia svizzero».
Prioreschi: «Quando dice il 1412. Si è rivolto alla Telecom che sta in Italia? Ora adesso l'ufficiale di collegamento svizzero si sarà rivolto alla sunsire sviizzera».
Auricchio: «Non lo so, per me è irrilevante».
Casoria: «Vabbè, non glielo ha domandato».
Auricchio: «No, Presidente, ho fatto due osservazioni. Mi sono preoccupato di chiedere: "Nel tuo paese come funziona l'anagrafico?" …e lui mi ha detto l'anagrafico possiamo verificarlo. Quel dato ci interessava poteva essere interessante, quel dato».
Prioreschi: «Come teste di riferimento chiedo che venga sentito l'ufficiale di collegamento svizzero all'epoca dei fatti».
Prioreschi: «Le chiedo questo perché su questo punto ho sentito anche il suo collaboratore, Di Laroni, il quale ci ha parlato invece e ci ha…».
Narducci: «C'è opposizione, il dato dibattimentale che non può essere esternato. Deve fare una domanda senza fare riferimento ad una sua interpretazione del contenuto di deposizione».
Prioreschi: «È sicuro che è un ufficiale di collegamento che si trova a Roma o è un ufficiale di collegamento alla dogana di Chiasso?».
Prioreschi: «Di Chiasso lo dice lei, l'accertamento l'ho fatto personalmente io all'ufficio dell'interno (presso uffici di collegamento svizzero)».

Metodo delle intercettazioni
Sempre sulle intercettazioni, l'avvocato chiede di spiegare il metodo usato per seguire le intercettazioni con il sistema del riascolto.

Prioreschi: «Volevo sapere se il reparto operativo di Roma era collegato in fibra ottica con la procura di Roma, con l'ufficio…».
Auricchio: «Si, permanentemente. Solo due reparti a Roma avevano questo collegamento: squadra mobile e nucleo investigativo».
Prioreschi: «Con una linea, quante utenze si intercettano?».
Auricchio: «Ricordo questa domanda già su Roma. Con la fibra ottica si intercettano… non c'è un'utenza che si intercetta, ma un fascio di intercettazione, una linea poteva dare spazio a più intercettazioni».
Prioreschi: «Se le dico 150?»
Auricchio: «E' possibile, forse anche… la tecnologia avrà consentito anche di più».
Il colonnello fa presente che il dato è «un dato potenziale, tecnologicamente un collegamento in fibra ottica consente fino ad un certo numero di intercettazioni». Incalzato dall'Avvocato, spiega come tecnicamente e materialmente avviene il sistema del riascolto: «Le intercettazioni, come il codice prevede, sono effettuate presso la sala cit della procura autorizzante e questo accadeva. Quello che ottenevamo attraverso il sistema del riascolto, ma è un riascolto di quella intercettazione che fisicamente, legalmente e strutturalmente avviene presso la sala cit della procura a Roma». Per fare questo tipo di attività, era necessario «il collegamento, che in questo caso era permanente».
Seguono delle battute che riepilogano il funzionamento del riascolto.
Prioreschi: «Mi spiega perché lei il 03.11.04 rivolge una richiesta alla procura di installare lo stesso sistema, lo stesso server (trs) che era stato installato presso la sala ascolto della procura di Roma? Se era sufficiente la fibra ottica…».
Auricchio: «Tecnologicamente, è necessaria la fibra ottica. Il sistema per interleggere le intercettazioni non lo decidevo io ma la procura di Roma, con delle regole sue, standardizzate. Ogni qual volta si intercettava una utenza, bisognava, per problemi di politica gestionale di quella procura… quando scattava l'intercettazione, occorreva utilizzare il sistema applicativo (software) fornito in quel momento dalla società che era di turno, altrimenti si crea un sistema di monopoli (trs). La fibra ottica è il meccanismo tecnologico attraverso cui si ottiene il trasporto dell’intercettazione in senso telematico su questa linea in fibra ottica, poi occorre un sistema che fisicamente (un personal computer) riesce a farci leggere l'intercettazione. La fibra ottica è il veicolo di trasporto. Il software non ce l'ha l'arma dei carabinieri: lo dava a noleggio la procura della Repubblica di Roma, per evitare che ci fosse una fornitura unilaterale in regime di monopolio di una società e a turno varie società fornivano questo apparato. Se mi fa vedere la lettera a cui faceva riferimento… si riferisce ad attivazione di intercettazioni non gestite in quel momento da trs. È cambiata semplicemente la società che forniva il software».
L'avvocato Prioreschi chiede se il sistema trs era lo stesso adottato dalla procura e legge un richiesta del 03.11.2004 di Auricchio (alla procura), con cui si chiede il noleggio del sistema fortino da trs, perché in quel «momento sono state attivate altre intercettazioni in aggiunta a quelle iniziali (non sono quelle di settembre). Implementate in quel momento, quindi ulteriore richiesta per la stessa procedura».
Seguono ulteriori battute tra avvocato e Auricchio, in cui Prioreschi fa presente di credere che prima fosse stata fatta richiesta per avere un «sistema diverso, per evitare problemi» e Auricchio che continua la sua spiegazione: «A Roma, la squadra mobile e nucleo investigativo per economia sono ritenuti i due reparti che maggiormente intercettano sulla capitale, invece di affittarlo ogni volta che si attivava un'intercettazione a fibra ottica (gestore sfugge), è più conveniente permanentemente lasciare in collegamento queste due strutture con la procura con il collegamento in fibra ottica…», giustificandola come una scelta di carattere economico.

Prioreschi chiede la verifica di alcuni documenti.
Prioreschi: «Il pm autorizza per l'utilizzo del sistema(?) Per l'esecuzione delle intercettazioni del decreto 2614 (15 utenze)».
Auricchio: «Bisognerebbe vedere il 2614 a cosa fa riferimento per rispondere alla sua osservazione».

L'avvocato fa presente che «il giorno prima e per lo stesso decreto», (2614) era stato già autorizzato al riascolto e chiede spiegazioni. «L'11 viene autorizzato al riascolto e si fa con il collegamento in fibra ottica e pc portatile, il server non serve, quello serve in procura. Il 03.10 l'installazione dello stesso server. Il giorno prima lei già era stato autorizzato al riascolto e in questo provvedimento non si fa riferimento a sistemi da installare, ritengo perchè non servivano».

Auricchio risponde che, «siccome le intercettazioni sono state disposte da Napoli, a Napoli abbiamo chiesto le intercettazioni (doc.6). Il pm di Napoli dispone le intercettazioni e delega per le esecuzioni gli uffici della sezione "rono" di Roma, ed indica il sistema "sito" a cui lei faceva riferimento. In questo caso, come da documento 8-9 invece, noi quando scriviamo, scriviamo autorizzazione è perché Roma voleva la nostra richiesta per essere autorizzato il nostro riascolto (sito)».

Prioreschi: «La autorizza ad installare 18 linee. Perché installare 18 linee?»

Auricchio risponde che il problema è di «ordine amministrativo, un problema di autorizzazione alla spesa. Napoli mi autorizza ed evidentemente occorreva la nostra richiesta e non l'iniziativa del pm perché il riascolto esula in termini di spesa dalle intercettazioni. Una cosa le intercettazioni, una cosa è il riascolto. Occorreva stabilire, in termini di pagamento chi lo doveva pagare, se Napoli o Roma ed in termini pratici dovevano essere loro a chiederlo (il decreto è quello che nasce dalla nostra richiesta di intercettazione)».

Dopo questo scambio, sono iniziate le intercettazioni, in data 11.10.

Prioreschi: «Se lei va all'allegato, vede che c'è un'altra autorizzazione del pm del 06.10. Questa si riferisce alla prima richiesta: vi autorizzano ad installare una linea per effettuare il riascolto. Mi spiega perché nel decreto del 06.10 con una linea e in quella del 5 novembre sono necessarie 18 linee?»

Auricchio spiega che è un problema di spesa: «anche se tecnicamente ha una linea, devo pagare 18 intercettazioni effettuate e 18 sistemi di riascolto». La richiesta è stata fatta a Napoli per la titolarità e perché il problema della spesa era incardinato proprio presso la procura di Napoli

L'avvocato si rivolge al teste dicendo che «non è in grado di spiegare», il teste che ripete che «dal punto di vista tecnico non c'é differenza. Intercettiamo dei telefoni con decreto autorizzativo ed abbiamo utilizzato il metodo del rilancio del segnale». Prosegue: «Il server è permanentemente in procura».

Casoria: «Sì, pagavano 18. Problema amministrativo, avvocato, questa è la risposta».

L'Avvocato chiede conto della dicitura "rono", che identifica il reparto che gestisce le intercettazioni, il centro incaricato, riportato in calce ai documenti.
Auricchio risponde dicendo che «é sbagliato riferimento. È sbagliato nel senso… è improprio…», che è a firma di Gabriella Berti («può chiedere a lei»).

Prioreschi: «Quindi è un errore che si è ripetuto più….

Auricchio si giustifica a più riprese: «No, è una improprietà, sta ad indicare coloro che si occupano delle intercettazioni. Dal punto di vista tecnico è un'improprietà che porta a ben poco, tanto eravamo noi a fare le intercettazioni». Ed ancora: «Non è un errore, ma una comodità, per quanto mi riguarda per me è irrilevante, dovete chiedere alla Berti. Conta poco il responsabile, è il reparto che fa materialmente le intercettazioni».

Ci sono diversi scambi su questa situazione, in cui l'avvocato ritiene un errore di una certa importanza, mentre Auricchio continua a ripetere che è «irrilevante».

Auricchio: «Per me no. Per Lei, lo ha detto prima, è fondamentale questo documento».


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