In fondo è sempre stato così, tutti i peccati dell’umanità si possono ricondurre alla Juve. Sintesi comoda e al tempo stesso perfetta dei mali del mondo. È un fenomeno cartesiano: un fatto brutto esiste solo in quanto accostato alla Juventus.

Il falso in bilancio, la plusvalenza, il sequestro di persona, i potentati del nord, il razzismo e la discriminazione, la povertà, il calcio scommesse, le magliette tarocche, la disoccupazione, l’inquinamento, «il grammofono» e persino la violenza sessuale. Se operiamo quel regresso all’infinito noto a ogni penalista, prima o poi troviamo la Juve. Incontrata la squadra torinese la ricerca può dirsi compiuta, e non per stanchezza analitica, bensì per l’appagamento degli istinti del “ricercatore” di turno e dei consimili con lo stesso animo assetato di Juve.

Che dire? «È dallo straripamento del Pecos che non vedevo tanto sudiciume».

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