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Attualità di P. CICCONOFRI del 31/03/2023 07:20:57
L’ora delle decisioni inqualificabili

 

Quindi parliamo di Paratici, non della sua insoddisfacente gestione sportiva alla Juve, ma della squalifica che lo ha colpito il 20 gennaio e che, da qualche giorno, la FIFA ha esteso a tutte le federazioni che le sono affiliate. Stiamo assistendo ad una volgare guerra di potere in cui a cadere per primo è il rispetto delle basilari norme di giustizia. Sinceramente, parlare di calciomercato o di calcio giocato, mi sembra fuori contesto.

L’estensione della squalifica
La FIGC ha chiesto ed ottenuto dalla FIFA che le inibizioni decise il 20 gennaio siano valide in modo globale. In questo modo Paratici non può più lavorare al Tottenham (tra i sanzionati l’ex dirigente bianconero attualmente è l'unico ancora in attività perché non tesserato in Italia).

La richiesta non è stata avanzata contestualmente all’adozione della sanzione decisa dalla FIGC e il club inglese si chiede per quale motivo la FIFA ha deciso di rendere a "effetto globale" l'inibizione a 30 mesi inflitta a Paratici. Una presa di posizione senza precedenti, senza attendere la sentenza definitiva, senza preavviso per i diretti interessati e senza contattare la società estera.

La FIGC ha agito sulla base al suo codice di giustizia sportiva: è una facoltà della Federazione richiedere l’estensione, ma andava fatto nei tempi e nei modi giusti, cioè subito dopo la sentenza della corte federale, non a distanza di due mesi e dopo che il ricorso al TAR di Paratici. In questo modo sembra solo una ritorsione. Non è chiaro se le responsabilità siano della FIGC o della FIFA.

La FIFA decide di punire sulla base di un processo che per due volte è finito con un’assoluzione, che è stata riformata con una discutibile revocazione e sul quale pende ancora un grado di giustizia domestica prima di una probabile fase davanti ai giudici ordinari.

Paratici e il ricorso al TAR
Paratici e Cherubini hanno fatto ricorso al TAR, che si è espresso con una decisione non favorevole alla FIGC che a sua volta ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, prendendo un’altra batosta visto il rifiuto della sospensiva che l’ha costretta a fornire la famosa carta segreta alle difese. Non paga, La Federcalcio decide di rivolgersi alla FIFA come farebbe come una bambina capricciosa o un bullo di periferia che le ha prese. Una mossa che sembra a tutti gli effetti una ritorsione verso chi aveva osato far ricorso al TAR.

“Cosa rischia la Juve”
La mossa riservata a Paratici è anche un avvertimento ad altri. La FIGC di Gravina va a braccetto con l’UEFA di Ceferin sperando nell’assegnazione degli Europei 2032 che dovrebbero servire, stando alle dichiarazioni di Malagò e dello stesso Gravina, a ristrutturare le fatiscenti strutture italiane perché i club, fortemente indebitati e con gestioni alla meno peggio, non ci riuscirebbero mai. Non è difficile pronosticare che una condanna in Italia per la Juve sarebbe estesa in ambito FIFA e UEFA. Un tentativo evidente di isolare La Juve con ogni mezzo (e mezzuccio). Non solo si cerca di intaccare l’appeal verso i giocatori, ma anche un disincentivo a lavorare, a qualsiasi livello, per la società torinese.

E le regole?
FIGC e UEFA hanno creato un mondo dove sembra vietato difendersi, dove esiste solo il loro potere fatto di arbitrio e prepotenza. Fin quando non interverranno le Istituzioni degli stati e dell’Unione Europea la giustizia sportiva continuerà ad agire al di fuori delle regole e dei principi del diritto. Ci auguriamo che un tribunale vero, prima o poi, emani una sentenza che metta fine a questa vessatoria autonomia decisionale.

Intanto il Tottenham non sembra molto propenso ad accettare la decisione della FIFA ed ha chiesto pareri legali. Paratici, che ad oggi non è stato licenziato, potrebbe fare ricorso al TAR del Lazio e creare nuovi “pericolosi” precedenti.

Un primo effetto positivo questa grottesca vicenda lo ha giù sortito: anche all'estero hanno potuto constatare l'opacità dell’operato della giustizia sportiva italiana.


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