Quante volte abbiamo chiesto e quasi preteso una presa di posizione della Juventus in tutte quelle situazioni in cui viene capziosamente trascinata dai professionisti dell’antijuventinismo militante? Aneliamo purtroppo ancora vanamente a una difesa dell’immagine che non sia solo mediatica, ma sostanziale e politica.
Una difesa che andrebbe intrapresa non solo per considerazione dei tifosi bianconeri (magari ci fosse anche affetto!), ma almeno per conservare la partecipazione e la fidelizzazione dei clienti. Invece… Lo stesso discorso si potrebbe estendere ai tesserati: come dovrebbe sentirsi un giocatore bianconero vedendo che altrove si alimentano moti per portare alla grazia verso un collega giustamente ammonito mentre a Torino si fanno spallucce davanti alle offese e alle campagne mediatiche che denigrano la professionalità dei propri tesserati? Chi vorrebbe lavorare per un datore che non tutela i propri dipendenti?
Eppure a Torino nel corso degli anni hanno mostrato di conoscere lo strumento della querela! Per fare due esempi, Boniperti vs Zeffirelli e di recente Agnelli vs Ziliani. Due querele a difesa della Juventus? No, due azioni intraprese a titolo personale e solo per tutelare sé stessi.
E quindi se in virtù di un malinteso senso dello stile si evita di agire a difesa dei colori ma solo delle proprie persone, dobbiamo ricavarne quanto sintetizzato nel titolo: la Juve odia sé stessa.
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