Di A. Pavanello Sezione III: Il Quinquennio. Parte terza: La Juventus continuò il rinforzamento del proprio organico, con l’arrivo di Pedro Sernagiotto dal club brasiliano Palestra Italia, che i tifosi ribattezzeranno “Freccia d’oro”, di Baldo Depetrini dalla Pro Vercelli e di Felice Placido Borel dal vivaio il cui soprannome fu Farfallino “ centravanti dal talento alato” disse Caminiti, mentre di lui disse Pozzo “il suo pallone secco e preciso era sempre indirizzato fuori dalla portata e dalla parata dei portieri”.Il padre di Borel, tra l’altro era stato a sua volta calciatore bianconero agli albori del club…
Tuttavia l’inizio per i bianconeri non fu dei migliori: due sconfitte in tre gare (contro Alessandria e Napoli, che poi si isserà al vertice della classifica per diverse giornate), ma a partire dalle vittoria contro la Roma (gol di Cesarini), la Juventus inanellò un filotto di nove vittorie. L’Ambrosiana-Inter, che nutriva ambizioni tricolori, venne battuta con un secco 3-0, tanto che La Stampa così iniziò il resoconto “Vittoria della classe. Raramente è dato di assistere ad un incontro in cui, come fu ieri sul campo della Juventus, la differenza di levatura tecnica tra i due contendenti eserciti una così immediata influenza sull’andamento e sul risultato del giuoco”. La Juventus era ormai in testa alla classifica e iniziò a distanziare gli avversari. Dopo una nuova sconfitta con la Fiorentina e due pareggi (di cui uno col Bologna), i bianconeri conclusero il girone di andata con due vittorie. Il girone di ritorno la Juventus lo affrontò a ritmo sostenuto: nelle prime otto gare, gli uomini di Carcano ne vinsero sette (spicca il cappotto rifilato al Casale), prima di cadere contro la Lazio.
Nelle successive 5 giornate, i bianconeri accumularono altre vittorie, facendo il vuoto dietro di loro e alla 32° giornata, con la netta vittoria sul Milan (3-0) diventavano matematicamente Campioni d’Italia. Così scrisse Pozzo su La Stampa “…la Juventus voleva e riuscì a vincere bene. In quello stile che le è diventato caratteristico, stile in cui lo sforzo non è apparente e tutto pare semplice e naturale […] La squadra si muove con un gioco tale di intesa, di marcatura e di smarcatura, che fa parer facile il difficile. È la classe”.
Alla fine della stagione il distacco tra la Juventus e l’Ambrosiana Inter fu di 8 punti. Da segnalare pure il gran numero di gol segnati: 83! Cieligina sulla torta, Borel diventò capocannoniere con 29 gol.
La formazione:Combi, Rosetta, Caligaris,Ferrero, Munerati, Cesarini, Varglien I, Monti, Bertolini, Sernargiotto, Varglien II, Borel, Ferrari, Orsi
In Coppa Europa Centrale, la Juventus affrontò l’Ujpest a Budapest. Il match terminò con un 4-2 per i bianconeri, che poterono preparare tranquillamente il ritorno e in effetti, così fu: festival del gol con un Orsi scatenato, autore di ben quattro reti. Il risultato finale fu di 6-2, e i bianconeri passarono in semifinale, avversario l’Austria Vienna. Il match di andata si svolse al Prater, ma gli avversari si dimostrarono assai più forti collettivamente, segnando ai primi minuti del primo tempo e opponendosi agli attacchi degli ospiti. All’inizio del secondo tempo il raddoppio; l’espulsione di Monti verso la fine del secondo tempo costrinse la Juventus a giocare in inferiorità numerica e gli avversari ne approfittarono per fissare il punteggio sul 3-0.
Il ritorno a Torino non cambiò le cose, fu solo un pareggio (1-1) che lasciò ancora una volta la Juventus fuori dalla finale.
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