Di A. Pavanello Sezione III: Il Quinquennio. Parte quarta: L’organico restò il medesimo della stagione precedente. L’unica vera novità riguarda la città di Torino che si doterà di un nuovo stadio: nel febbraio 1934 infatti, verrà inaugurato lo stadio “Mussolini”, ribattezzato dopo la fine della seconda guerra mondiale in “Comunale”. Il campionato assume la regola “tre retrocessioni dalla serie A- una promozione dalla serie B”.
La Juventus, dopo la vittoria sul Livorno alla 1° giornata, incappò nella sconfitta con l’Alessandria. I bianconeri ripartirono, inanellando quattro vittorie consecutive in cinque match : spiccarono le vittorie 6-1 contro il Casale e contro il Torino (4-0) “…il Torino attaccò subito con tanto slancio e tanta furia da mettere a dura prova la difesa bianconera. La sfuriata pericolosa invero durò poco meno di un quarto d’ora. Poi la Juventus partì al contrattacco, segnò subito e da quel momento più non esistette praticamente che una squadra in campo : quella della Juventus…” (La Stampa). Allo stesso tempo gli avversari della Juventus per il titolo, ovvero l’Ambrosiana Inter si issava alla testa del campionato e proprio nello scontro diretto, i nerazzurri ebbero la meglio: per due volte gli uomini di Carcano erano riusciti ad agguantare il pareggio, ma nulla poterono contro il terzo gol dei padroni di casa che fissarono il punteggio sul 3-2 “L’Ambrosiana è in piena fuga. Con la vittoria di ieri ha portato a quattro i suoi punti di vantaggio […] La Juventus, sua accanita rivale, ha ceduto proprio nel chiudersi di una partita memorabile” (La Stampa). La Juventus si rifece battendo il Genoa per 8-1, ma non riuscì a stabilire una nuova striscia di vittorie, cadendo contro il Milan già 2 turni dopo. Le ultime quattro giornate fruttarono ai bianconeri due pareggi e due vittorie.
Il girone di ritorno fu per Orsi, Borel e compagni totalmente differente, in quanto non persero una sola partita: dopo il pareggio col Livorno, iniziò una striscia di quattro vittorie consecutive. La vittoria contro la Triestina e la contemporanea sconfitta dei nerazzurri contro il Livorno portò la Juventus a un solo punto dalla capolista. Due settimane dopo, il sorpasso: approfittando di una nuova sconfitta dell’Inter contro la Fiorentina, i bianconeri vinsero contro il Brescia (gol di Varglien II e di Orsi) e si issarono alla testa del campionato “Giornata memorabile per la Juventus. Dicevano i giuocatori bianco-neri al termine della partita : “adesso possiamo anche perdere il campionato, ma in testa alla classifica ci siamo giunti…” E soggiungevano “ma non lo perderemo”..” (La Stampa).
E in effetti, una volta agguantata la vetta, la Juventus non la lasciò più, vincendo le ultime cinque gare, con successi rotondi contro Bologna, Milan o ancora Padova. La Juventus così si laureò Campione d’Italia per la sesta volta complessiva della sua storia. “Farfallino” Borel si confermò per la seconda volta implacabile goleador, migliorando il suo bottino: 31 gol.
Quattro anni dopo la prima edizione, si svolge la seconda edizione della Coppa Rimet, stavolta in Italia e sarà proprio la squadra di casa a conquistarla, non bisogna dimenticare però l’apporto di ben sette juventini; tuttavia vi saranno critiche provenienti dall’estero, per lo più riferite alla situazione politica italiana, tristemente dominata dal fascismo. Da notare che nella Nazionale erano ben 9 i giocatori della Juventus!
La formazione: Combi, Rosetta, Caligaris, Sernargiotto, Varglien I, Varglien II, Bertolini, Borel, Cesarini, Orsi La formazione appena scritta si riferisce alla squadra che giocò l’ultima partita di campionato: Monti, che fu tra i protagonisti della conquista al titolo, per un motivo ignoto non partecipò a quella partita. Da ricordare che alla fine della stagione si ritirò Giampiero Combi dopo una stupenda carriera culminata con la conquista del titolo mondiale. In Coppa Europa Centrale, dopo aver affrontato il Teplitzer, club emergente dell’allora Cecoslovacchia negli ottavi (turno supplementare introdotto per la nuova edizione) ed averlo facilmente battuto, la Juventus affrontò l’Ujpest. Furono due match senza storia: 3-1 per i bianconeri all’andata a Budapest e 1-1 nel match di ritorno. Dopo una pausa di ben quindici giorni, si ritornò in campo per le semifinali, ma l’assassinio a Vienna del cancelliere austriaco Dollfuss per mano dei nazisti Vienna dove appunto la Juventus doveva giocare con l’Admira…
In un clima da guerra civile il match si svolse ugualmente, ma le comunicazioni vennero interrotte e il risultato fu possibile conoscerlo solo dopo che la squadra e i cronisti al seguito poterono ritornare in Italia: sportivamente fu una sconfitta pesante per i bianconeri (3-1), che mai riuscirono a contrastare i padroni di casa, malgrado il loro impegno per tutta la gara. Gli austriaci furono però più abili a sfruttare le occasioni che si erano presentate. La speranza di un ribaltamento nel match di ritorno si vanificò verso la fine del primo tempo, quando gli ospiti accorciarono le distanze. Il punteggio rimase così fissato sul 2-1. Una vittoria che per la Juventus fu perfettamente inutile.
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