La Serie A Made in Italy è il nuovo brand con cui il campionato italiano sarà identificato all'estero. Secondo De Siervo, AD della Lega di A, un modo per rilanciare la Serie A; un maquillage costato ben dieci milioni.
"Calcio is back", anche se, dopo la bistrattata stagione appena chiusa, per i diritti TV le televisioni offrono meno della metà di quella che era la richiesta per il prossimo triennio. In Italia sono stati offerti 3.5 miliardi (700 milioni a stagione per 5 anni), in Premier si parla di 30 miliardi (5 miliardi a stagione per 6 anni), credo che non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Ci limitiamo a far notare che dall’Inghilterra, offrono una borsata di soldi e si portano tranquillamente in Premier due giovani promettenti come Tonali e Vicario e un po’ del nostro futuro.
Ma dobbiamo restare tranquilli, gli uomini del calcio a capo delle nostre istituzioni sportive, ci assicurano che la pluralità di vincitori dello scudetto degli ultimi anni, è un motivo di vanto e di rilancio per il calcio made in Italy.
In questo contesto, i media si preoccupano di come farà la Juventus a trovare i soldi per Milinkovic Savic senza considerare che ci sono squadre iscritte al campionato con un miliardo di debiti. Capiamo la necessità di sviare le attenzioni, ma il debito e la realtà fallimentare di quella società restano e pesano su tutti.
Il tentativo di annullare il vantaggio della Juve sulle altre squadre Italiane sta portando al fallimento di tutto il movimento. Non ci voleva certamente l’asta per i diritti tv a capire che senza una Juve forte, quella che porta i campioni a giocare in Serie A dandole visibilità, il nostro calcio vale sempre meno. Bastava semplicemente vedere quanto successo con l’arrivo di CR7 in Italia: diritti aumentati del 15% con tutti a beneficiarne. Le nostre istituzioni, anziché appoggiare e cercare di diffondere il modello chi potrebbe portare lustro a tutti gli altri e di conseguenza a tutto il movimento, sta ancora cercando la “Carta Ronaldo” per infliggere altre penalizzazioni alla Juve.
Fa poi sorridere vedere come il Napoli e l’Inter, grazie alla stampa complice, cerchino di creare soluzioni che in realtà qualcun altro, prima di loro ha già proposto: De Laurentiis ha avuto la brillante idea di un campionato tra le migliori squadre europee (come la superlega) e Marotta un campionato per le squadre composte da under 23 (la Juve, con la next gen ha già una realtà competitiva). Lungimiranza imbarazzante.
Ma la Serie A è proprio una strana realtà, quella in cui un GIP smonta due tesi sulle plusvalenze (dolo e false fatturazioni), di una società appena condannata con dieci punti di penalizzazione e alla perdita milionaria dei ricavi della Champions League (conquistata sul campo), mentre, alcuni giornali, continuano l’opera di sciacallaggio iniziata qualche mese fa come campagna a sostegno dell’accusa.
Forse, anziché cambiare il nome, ci sarebbe da cambiare il modo di agire.
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