Di A. Pavanello Sezione IV : il periodo di transizione
Parte III
La squadra non subì grosse variazioni di organico, specie conservando l’efficace difesa costituita da Foni e Rava. In porta invece ritornò Bodoira, dopo che per due anni si erano succeduti nel ruolo Valinasso prima e Amoretti poi. L’allenatore rimase Rosetta.
In campionato, la partenza della Juventus fu decisa con tre vittorie consecutive ed una serie di pareggi: la squadra rimase imbattuta fino alla 9° giornata, quando venne battuta dall’Ambrosiana Inter, una delle compagini più pericolose per la caccia allo scudetto. Dopo un primo tempo senza grossi scossoni, i padroni di casa (i nerazzurri) accelerarono il ritmo, malgrado l’inferiorità numerica (uno dei giocatori si era infortunato) e aprirono le marcature, la Juventus riuscì a pareggiare su rigore, ma subì il gol del definitivo 2-1, dopo una punizione contestata.
Alla sconfitta con i nerazzurri faranno seguito altre due sconfitte che allontanarono i bianconeri dal vertice, tuttavia a partire nelle ultime quattro giornate, gli uomini di Rosetta riuscirono a portare a casa due vittorie e due pareggi.
Il girone di ritorno vide una Juve arrembante che inanellò 11 risultati utili consecutivi, con vittorie a volte eclatanti come sull’Atalanta (5-0) o ancora sulla Fiorentina (5-2) alla 22° giornata, cosa che permise ai bianconeri di raggiungere i nerazzurri alla testa della classifica “…la rinnovata Juventus in soli 21 minuti di evoluzione aveva già totalizzato cinque palloni al proprio attivo” (La Stampa).
Ancor più eclatante fu, due settimane dopo, la vittoria proprio contro l’Inter a Torino. Andata in vantaggio grazie a Bellini, la Juventus aveva subito il pareggio di Ferrari, ma al 64° portò a casa la vittoria e primato in classifica con un gol di Gabetto tra i piu’ particolari “Quasi al segno dell’area di rigore, Gabetto termina la sua fuga con un tiro [...] un metro prima di arrivare al portiere, la palla, forse per aver picchiato in qualche asperità del terreno, ha un rimbalzo falso, devia alto sopra la testa del portiere e schizza in rete” (La Stampa).
La formazione di Rosetta rimase in testa alla classifica, accarezzando sogni di scudetto fino alla penultima giornata, quando, inaspettatamente, cadde contro la modesta squadra del Liguria (il nuovo nome con cui il regime aveva ribattezzato la Sampierdarenese) “la partita di ieri non è stata tanto vinta dal Liguria, quanto persa dalla Juventus […] l’undici bianconero ha respirato l’atmosfera dell’insuccesso […] giocando male, sbagliando impostazione e tattica…” (La Stampa).
Vincitrice del torneo sarà così l’Inter, che approfittando di precedenti risultati deludenti dei bianconeri, si era nuovamente avvicinata.
L’unica consolazione della stagione arriva con la vittoria della prima Coppa Italia, dopo la doppia vittoria in finale contro il Torino.
La vittoria del trofeo, permise alla Juventus di partecipare alla Coppa Europa Centrale: il primo ostacolo della squadra di Rosetta fu l’Hungaria, che costrinse Gabetto e compagni a un 3-3, specie perché la squadra dopo l’iniziale vantaggio si adagiò; ma la qualificazione non fu in discussione anche grazie al 6-1 del ritorno.
Il turno successivo, contro il Kladno, una Juventus non insuperabile s’impose 4-2 all’andata e 2-0 al ritorno (doppietta di Gabetto).
Tuttavia alle semifinali, l’avversario fu il temibile Ferencvaros; a Torino i bianconeri vinsero di misura, 3-2, il che lasciò aperti tutti gli scenari, anche quelli meno favorevoli. E sfortunatamente accadde il peggio : a Budapest, una formazione assai difensiva (Gabetto non giocò) subì il gioco del Ferencvaros e fu logicamente sconfitta (2-0).
Fu questa l’ultima partecipazione della Juventus a tale Coppa, che già dalla stagione successiva, non poté essere svolta completamente.
L’anno 1937/38 è anche quello della vittoria italiana al mondiale di Francia; l’Italia giocò all’estero e disputò gl’incontri in un clima perlopiù ostile, soprattutto a causa del regime fascista; da segnalare inoltre che, vincendo consecutivamente i mondiali 1934 e 1938 Meazza (attaccante nerazzurro che passerà sul finire della guerra alla Juventus) e Ferrari (giocatore dal passato bianconero) stabilirono un record tuttora rimasto ineguagliato.
La formazione che disputò il campionato, vincendo la Coppa Italia era composta da:
Bodoira, Bellini, Borel, Gabetto, Varglien I, Monti, Defilippis, Foni, Depetrini, Rava, Tommasi
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