Proprio ieri, da buon politico, con l’approvazione della legge anti pirateria, Andrea Abodi, Ministro dello Sport, ha pensato bene di pubblicare sui social la sua auto lode, complimentandosi per il grande traguardo raggiunto.

Andando diretti al punto: la pirateria si sconfigge offrendo un prodotto di qualità, non alterato come la scorsa stagione. La qualità si ottiene con una giustizia sportiva credibile che possa essere garante di una competizione leale, che non appoggi decisioni politiche.

Era necessario commissariare la FIGC, procedere con una veloce riforma della giustizia sportiva, togliendo la poltrona a chi ha perso credibilità, procedere con una revisione dello statuto ed evitare condanne di piazza da sentimento popolare. Abbiamo visto un atteggiamento volto ad ottenere gli europei per finanziare gli stadi con i soldi pubblici, un obiettivo che ora sembra compromesso dalla candidatura della Turchia. Un fine allettante perseguito dalla FIGC con l'acquisizione di nuove cariche che hanno fatto aumentare i compensi di Gravina.

Non so se il Ministro Abodi si rende conto che oltre alla Premier League, anche gli arabi fanno razzia nel nostro campionato dei pochi giocatori buoni a disposizione per attrarre investitori. I diritti tv hanno subito un deprezzamento importante per il poco appeal di un campionato che appare manipolato e per la campagna di disdette che da gennaio, inesorabilmente, ha avuto il suo peso.

A questo punto, poco importa l’oscuramento dei siti pirata dopo 30 minuti, pochi hanno ancora voglia di vedere e pagare per questo sport gestito in modo inadeguato e non più credibile.

L’importante era fermare la Juventus, ma per ottenere la rivincita di qualcuno con molto potere, che ha fermato, invece, la crescita del calcio italiano.



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