Inter – Fiorentina, Barella viene ammonito dal direttore di gara, inquadrato dalle telecamere, si nota molto bene il suo labiale mentre manda a quel paese l’arbitro. In una situazione normale, senza nessun tipo di condizionamento, il giocatore dell’Inter sarebbe stato espulso.
Un episodio come altri che ci dà l’occasione per mostrare la differenza di giudizio per un episodio per il quale non si deve valutare l’intenzione o l’intensità, ma che cambia al cambiare del colore della maglia.
L’Inter da sempre è la squadra che recrimina per qualsiasi cosa. Super protetta mediaticamente, gode di una leggenda che rimanda ai ricordi di calciopoli e la racconta come vittima del sistema. Conta su una claque mediatica che ancora oggi accompagna ogni sua mossa e la protegge.
Anche in questo caso, oltre ad esserle permesso di mandare a quel paese l’arbitro in mondovisione, l’episodio che vede protagonista Barella non viene pompato dai media, ma lasciato cadere come se niente fosse.
Solo qualche anno fa, era il 2020, Morata, un ragazzo molto corretto, che non si rotola a terra ogni cinque minuti come fosse colpito da una pallottola, che non accerchia l’arbitro, che non protesta in nessun modo, viene espulso al triplice fischio finale, per aver detto al fischietto “Era un rigore imbarazzante”.
È vero che gli arbitri sono sottoposti a pressione, ma adesso domandatevi a quale pressione (di quale colore), perché ogni giornata di campionato si arricchisce di episodi che lasciano intendere che la vittima nerazzurra, tanto vittima non è.
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