Da anni, nel nostro piccolo, stiamo cercando di evidenziare alcune dinamiche aduse a chi
maneggia il potere mediatico, quel potere che rappresenta, in modo alterato la realtà. Quest'opera di narrazione alterata applicata al contesto juventino ha finito per creare delle fazioni all’interno della tifoseria bianconera. Ci sono gruppi pro-Allegri e quelli dell’Allegri-out, come se la Juventus fosse rappresentata dal solo allenatore.
Pochi anni fa abbiamo gioito per i nove scudetti di fila, per tutti i record battuti in Italia, da tifosi abbiamo coltivato ambizioni europee e con l’arrivo di Cristiano Ronaldo ci eravamo illusi di aver riacquistato la stessa dimensione degli anni di Lippi.
Arriviamo ad oggi:
le aspirazioni sono quelle di arrivare al quarto posto in campionato per disputare la prossima Champions League. Una "ambizione" accettata pedissequamente da una buona parte del tifo, che sostiene la politica portata avanti dall’attuale proprietà della Juventus che, attraverso i suoi tesserati, ricorda "l’obiettivo" ad ogni intervista.
Non si festeggiano più le vittorie bianconere, ma le sconfitte del Brighton di De Zerbi, il nuovo nemico giurato. Non parliamo poi della gioia all’annuncio della rinuncia di Linus di partecipare all’evento organizzato dalla Juve per festeggiare il secolo Agnelli-Elkann, si gode quasi come per la conquista della coppa dalle grandi orecchie.
Da una parte si accetta l'obiettivo quarto posto ma poi, quasi per tacitare la coscienza, in un impeto di rancorosità d'epoca calciopoliana, ci si scaglia contro Linus (le cui pregresse posizioni raccapricciano anche noi).
Sono gli stessi che non criticheranno mai una scelta della società, come la rinuncia alla difesa della passata stagione, l’ennesima resa alla FIGC seguita poi dalla presa in giro a livello mondiale; in quel caso, uno stuolo di avvocati in pectore apparsi in ogni social, ci spiegava come la povera Juve non ha potuto far altro che accettare il male minore, costretta dalla potente FIGC ad arrendersi nonostante l’evidente ingiustizia. La Juve che ha alle spalle la EXOR il cui potere è tale e grande che la Federcalcio non sarebbe niente altro che un piccolo fastidio… Un particolare difficile da far capire a chi deve per forza (o per qualche altro povero motivo) sostenere la tesi della povera società che a momenti sembra quasi aver bisogno di un avvocato d’ufficio con studio sui social network… Più difficile far comprendere come la Juve paghi per l’ennesima guerra interna.
In realtà, quello della Juve, è un ridimensionamento vero e proprio. Un downgrade che passa anche e ancora attraverso un racconto mediatico sempre inquisitorio che evidentemente va bene alla dirigenza visto che mai si sente in dovere di intervenire.
L’errore in sfavore della Juve è tollerato tanto che il designatore arbitrale Rocchi può tranquillamente negarlo arrivando a disconoscere l’evidenza davanti alle immagini. Siamo vittime di noi stessi e di una società che non ci ha mai tutelato. Poi ognuno la veda come vuole.
COMMENTA CON NOI!
La nostra pagina FACEBOOK
La nostra pagina TWITTER
La nostra pagina INSTAGRAM
La nostra pagina TELEGRAM