Sarebbe stato uno scandalo passato alla storia. Le premesse c’erano tutte, il primo nome uscito era juventino, certo non un pezzo da novanta, ma l’iter per trascinare dentro altri giocatori bianconeri sembrava ben avviato.
Sarebbe stato, ma non sarà. Si vocifera che il malaffare vede coinvolti in modo diffuso molti giocatori della Serie A attuale o che si sono trasferiti all’estero, ma dopo pochi giorni si sta già sgonfiando tutto. Perché? Squadre inglesi che hanno visto coinvolto il neo acquisto si sono già schierate a difesa del proprio tesserato (id est il proprio investimento). In Italia invece, a parte la Juventus che si è affrettata a comunicare di aver denunciato alla Procura federale il giocatore bianconero coinvolto ancora non si registrano prese di posizione ufficiali. Alla cacciata di Tonali e Zaniolo dal ritiro della Nazionale non sono seguite smentite al presunto coinvolgimento dei molti nomi che circolano.
Quindi perché a nostro avviso il tutto si rivelerà una bolla di sapone? Se è vero che la fonte che sta imbeccando Corona risiede all’interno della Procura federale è evidente che tutti i nomi, anche quelli ancora non resi noti, sono ben conosciuti alla giustizia sportiva, che, stranamente, per una volta (quando forse al centro non c’è la Juve?) è rimasta abbastanza ermetica sulle vicende di indagine.
Vi sono forse la consapevolezza e le pressioni per non far crollare un sistema che vede coinvolti troppi attori del campionato di calcio? Immaginate la reazione di quei presidenti fumantini ai quali una lunga squalifica dovesse togliere tre o quattro giocatori, il danno tecnico e soprattutto economico (il cartellino varrebbe zero) sarebbe insopportabile.
C’è da considerare infine la reazione dell’Assocalciatori, che al momento non ha espresso una formale condanna della vicenda e che nei prossimi giorni potrebbe assumere una posizione che, forte anche della volontà delle istituzioni sportive di non far deprezzare ulteriormente il prodotto, farà leva sulla necessità di non poter paralizzare il giocattolo Serie A.
Non succederà nulla perché è un gioco di ruoli in cui nessuno ha interesse a far saltare il tavolo, ci rimetterebbero tutti: Federazione, Lega di Serie A, calciatori e forse le stesse televisioni che potrebbero sì approfittare dello scandalo per abbassare ancora il prezzo dei diritti TV, ma non avrebbero più abbonamenti da vendere. “Calcioscommesse23” ha tutte le premesse per essere una tipica storia italiana in cui tutto si risolverà per non scontentare nessuno, e accontentare qualcuno più degli altri.
È (sarebbe) malapolitica bellezza!
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