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Attualità di E. LOFFREDO del 27/12/2023 07:44:29
Only the brave!

 

Dopo mesi di silenzio, appena giunta la sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla questione Superlega, è tornato a cinguettare Andrea Agnelli. Lo ha fatto postando i primi versi di una canzone degli U2, “Where the street have non name”, aggiungendo “… Love football”.

Quello dell’ex presidente è stato un piccolo canto di vittoria al quale si sono accodati festanti tifosi in vena di riabilitazione. Ma è stata veramente una vittoria anche sua? Sicuramente è stato sempre convinto del progetto Superlega, dovrebbe essere però anche evidente che nel momento cruciale della disputa legale tra i fondatori della Superlega e tutto l’establishment del vecchio regime monopolista l’ex presidente juventino non ha fornito alcun contributo. Agnelli è stato estromesso dai ruoli all’interno della Juventus per le note vicende e con il nuovo orientamento politico della società bianconera ha visto sconfessato il suo ruolo di promotore della nuova lega.

Gioire per la vittoria della Superlega e la sonora sconfitta di FIFA e UEFA può essere anche comprensibile, tweettare per alludere a una vittoria personale anche sua è francamente fuori luogo semplicemente perché quando gli altri hanno continuato a combattere la battaglia legale lui semplicemente non c’era più.

La pronuncia della CGUE potrebbe anche riabilitarlo agli occhi di alcuni, bisognerebbe ricordare però che se Agnelli avesse mantenuto la Juve inattaccabile dalle accuse per le quali è stato indagato dalla giustizia ordinaria e sanzionato da quella sportiva sarebbe stato con Perez e Laporta e la Juve non sarebbe fuori dall’Europa, ai margini del calcio che conta. Prima di procedere alla facile riabilitazione Italian style, dovremmo pesare anche l’aver mortificato la Juve con la scelta di riaffidare al suo amico Allegri la panchina bianconera. Perché ad oggi facciamo ancora fatica a immaginare una Superlega come il torneo dello spettacolo e del non plus ultra del calcio mondiale con tra le partecipanti una squadra che se va bene gioca dieci o quindici minuti per dedicarsi poi alla “halma” e alla “gestione” soporifera.

Se vogliamo restare alle contese in ambito di giustizia europea, dobbiamo con rammarico considerare che sì, quello comunitario «è un tribunale che esiste» (altra citazione) ed è “una strada non senza nome” che la Juve (e Agnelli) poteva percorrere per eliminare l’ingiustizia subita nel 2006, ma bisognava metterci la stessa convinzione messa in campo da Perez, Laporta e A22.

Where the streets have no name. And the Lambs had no brave!
Love Juventus, if you want you can.

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