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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di N. REDAZIONE del 28/12/2023 08:12:55
L’Exor Fuggente

 

Di Crazeology

“La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi!”
Dal film “L'attimo fuggente” (Dead Poets Society) - 1989

Negli ultimi mesi sono circolate notizie molto interessanti sul gruppo Exor, riguardanti le tante proprietà in vendita in particolare. E questo ha generato molte riflessioni e critiche in tanti osservatori, perché è sempre più palese che il gruppo, nel silenzio generale dei media, sta lasciando totalmente l’Italia.
Gli affari di famiglia sono sempre stati curati con grande attenzione alla matematica, fin dall’alba della nascita del gruppo, passando per Mussolini, prima repubblica, seconda repubblica, fino ai giorni nostri.

Qualcuno ha osservato che il gruppo ha ricevuto 220 miliardi di contributi pubblici negli ultimi 37 anni, sotto forma di fondi, casse integrazioni, prestiti agevolati, rottamazioni, e via dicendo, eppure posti di lavoro e produzione sono in caduta libera ormai da parecchio tempo. Questo tipo di dati ovviamente lasciano il tempo che trovano, perché fare dei conteggi precisi su periodi molto lunghi è molto difficile. Diciamo però che in effetti c’è stato sicuramente un grande aiuto da parte dello Stato Italiano lungo i decenni, e che infatti il tema non è affatto nuovo. Non a caso già nel 1986 Gianni Agnelli, in un’intervista tv di Enzo Biagi, rispose in modo non banale a questa tipologia di critiche. Il succo delle sue risposte era che la Fiat ha ricevuto aiuti come tanti altri settori in difficoltà, la cassa integrazione è un fondo che garantisce una retribuzione al lavoratore che in teoria potenzialmente potrebbe essere disoccupato e senza reddito, non tutti i fondi dati all’industria sono uguali perché quelli di dotazione vengono dati solo alle partecipate statali e non ai privati, alcuni “stimoli economici” vengono dati per legge solo all’industria che decide di investire in alcune aree del paese ove serve creare lavoro, ecc, ecc. Detto questo, è evidente che l’autorevolezza, le argomentazioni, l’intelligenza e lo charme indiscutibili dell’Avvocato non sono sufficienti a nascondere il fatto che se è vero che Fiat ha dato tanto all’Italia, è anche vero che ha pure ricevuto parecchio, anche indirettamente. I benefici sono stati enormi. La causa famigliare ereditaria in corso sui supposti fondi esteri, la dice lunga sulla realtà dei fatti. Ma se le notizie degli ultimi anni vedevano la holding allontanarsi dall’Italia per abbattere i costi delle tasse esorbitanti, le notizie degli ultimi mesi invece mostrano che il gruppo ora si sta spostando definitivamente e totalmente all’estero. Ovviamente si sente in tutto questo anche il peso della nascita di Stellantis e del forte ramo francese della holding. Ma rispetto al passato degli ultimi anni che tutti conosciamo, qui non si parla più solo di sedi amministrative, sedi fiscali in Olanda, ecc, ma anche di produzione e soprattutto di storici beni privati. Ed è questa la cosa davvero nuova e interessante, ossia che in modo davvero inaspettato, si stanno rompendo degli storici tabù che sembravano simbolicamente intoccabili. Per i lettori che non fossero sufficientemente informati ricordiamo che attualmente, tra le tante proprietà di famiglia, sono in vendita:

- la palazzina Fiat del Lingotto, ove si era insediata l’ultima sede italiana di Exor, (dopo la cessione dello storico palazzo di Corso Matteotti 26 ove sono cresciuti i bambini Gianni, Umberto e gli altri fratelli, che era diventata tanti tanti anni dopo la sede di IFIL prima e di EXOR dopo).
- Villa Frescot, sulla collina di Torino, casa storica dell’Avvocato e della sua famiglia, con tenuta e giardini.
- Stabilimento Maserati di Corso Allamano (Grugliasco), ove erano stati investiti diverse centinaia di milioni per rimodernarlo
- Stabilimento di Mirafiori, che anche se non è ancora ufficialmente in vendita, lentamente vengono dismesse un’area dopo l’altra, e dove da fonti non sempre attendibili parrebbe che i pochi dipendenti rimasti vengono/verranno convinti al pensionamento con offerte di denaro abbastanza cospicue, ecc.
- Altri beni immobili sparsi sul territorio, come capannoni in zona aeroporto, e simili.
Questa la lista solo delle proprietà più note e riportate dai media e dagli annunci. Potenzialmente potrebbe esserci dell’altro meno in vista e meno conosciuto ai più.

Ma c’è di più, dopo l’ennesimo riassetto societario, completato attraverso un’OPA lampo da 750 milioni, tra annullamento di azioni e compensazioni interne, Exor ha raggiunto un nuovo equilibrio azionario. Sono spariti ben 100 azionisti e gli 11 rami famigliari, e sono rimasti tre blocchi azionari di riferimento (Elkann, Agnelli, Nasi), ove Elkann è salito al 40% circa, e Andrea è passato dal 12 al 9%.
Andrea Agnelli dunque, non solo è uscito dai board di Juve, Fiat, Stellantis, ecc, ma sembra anche sempre meno in grado e interessato a contrastare l’avanzata del potentissimo cugino.
Ed è così che gli Juventini, anche quelli più scettici, stanno cominciando a chiedersi se la Juve non possa essere una delle future dismissioni. Elkann ha detto apertamente di no, durante un’intervista recente: “L’obiettivo ora è conciliare i risultati sportivi con la sostenibilità finanziaria. Non siamo stati avvicinati da fondi interessati al club, né ne abbiamo cercati, non è una prospettiva che ci interessa. Così come non siamo interessati al delisting in Borsa.”
Ma i dubbi in effetti possono fisiologicamente sorgere ugualmente. Cosa farsene di qualcosa per cui non hai nessun interesse e che ti costa tanti milioni sia che vinci sia che perdi?
Perché, parliamoci chiaro, la sostenibilità finanziaria del club, con questo calcio attuale, si può ottenere solo se si vive senza ambizioni di vittoria e senza campioni, perché la concorrenza estera è agguerritissima, e il campionato italico è diventato una barzelletta sporca che non ha nessun valore vincere.

Quelle di Elkann, dopo i disastri di questi ultimi mesi dove ancora una volta si è svenduta la storia e l’onorabilità del club, sono le solite fumose chiacchiere per clienti allocchi che vengono invitati ad aprire il portafoglio senza pensare.
A vedere la lista delle proprietà in vendita, la Juve, utilizzando un ragionamento matematico semplice semplice, da quinta elementare, sarebbe da vendere all’istante, per chi ha come interesse solo il profitto.
In tutto questo, dopo le notizione degli ultimi giorni, non dobbiamo nemmeno dimenticarci della complicata questione Superlega (ne parleremo con calma in altro momento), e della chiusura delle indagini presso il Tribunale di Roma, con la quale sono state confermate tutte le accuse mosse alla gestione finanziaria e del calciomercato di Andrea Agnelli. La situazione è parecchio ingarbugliata da tutti i punti di vista.

Comunque sia, ora, ci sono più o meno tre possibilità su una ipotetica cessione.
1 - La Juve un giorno verrà venduta al primo cinese rampante e viziato che passa, o qualcosa di simile. Un investitore interessato non al club in quanto tale, ma i grandi vantaggi indiretti, economici e non, che può portare ai suoi altri affari in altro settore. Il rischio sarebbe a quel punto che la Juve venga definitivamente appesa in un virtuale piazzale Loreto, per dare da mangiare gratis agli affamati sfigati delle altre parrocchiette dalle casacche variopinte, invidiosi e nati perdenti. Oppure, se i mafiosetti antiJuventini d’Italy sono più furbi e meno istintivi, si limiteranno a perimetrare costantemente il club dalle parti basse della classifica, in modo da avere ancora il popolo bue che finanzia il carrozzone, e poter umiliare un ex grande club con vittorie facili. Per poter così realizzare il fenomeno del “Big in Japan” (sfigato, non considerato da chi fa tendenza, il quale si consola con encomi minori). Ossia competere e vincere in campionati minori fingendo di essere come chi ha vinto la Premier. Insomma, come vincere il campionato di Baseball in Giappone, per l’appunto, per poi vantarsi di essere dei campionissimi come gli Yankees.
2- Arriva un acquirente ricco, forte, agguerrito e potente. In questo caso, si spera che utilizzi tutto l’armamentario a disposizione per difendere il club dagli attacchi mediatici continui e che recuperi storia, onore, e trofei vecchi e nuovi. (Io ci sto. Dove devo firmare?)
3- Elkann è spietatamente sincero e il club resta e resterà in mano sua, anche se tifa per l’Inter dai tempi dell’Università. E conseguentemente continuerà questa agonia fatta di menefreghismo, simpatie per altri club, assenza di progetto di sviluppo del club e del brand, promesse fumose per clienti allocchi, e periodiche accuse di ruberie da chiunque, a cui nessuno dall’Olanda risponderà mai a dovere. Come sempre insomma.
Ad oggi non sembra ci siano altre possibilità all’orizzonte nel breve/medio periodo, se arriveranno le commenteremo.

Chiudiamo con una triste riflessione. Qualunque cosa avverrà, la certezza è che oggi, in questo preciso momento, la Juve è prigioniera, chiusa in un vicolo cieco, al buio mentre il mondo fuori brilla. Chi dovrebbe liberarla e scatenarla contro tutto e contro tutti, la tiene chiusa in una scatola, in un impasse che sembra lungo un’eternità. Un’eternità che dura da più di 20 anni. La verità è che la zebra, anche nei 9 anni in cui sembrava correre libera nella savana, correva solo e semplicemente in una gabbia un po’ più grande del solito. Fa male, ma la verità, come si diceva nel film, ci lascia scoperti i piedi. E a Torino fa sempre più freddo. Vero Jaky?

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