Sezione XIII : Il nuovo periodo di transizione

Parte II

L’organico subì un profondo rinnovamento, arrivarono Alessio, Bruno, De Agostini, Magrin, Napoli, Tricella. Il grosso colpo di mercato fu però l’acquisto di Ian Rush dal Liverpool. Sfortunatamente si trattò a posteriori di una delusione, visto che il gallese non riuscì mai ad ambientarsi e alla fine della stagione segnò appena 13 gol (di cui 7 in campionato).
Sul fronte partenze, oltre a Platini (che finì la carriera), partirono Briaschi, Caricola, Manfredonia, Pioli, Serena e Soldà.
Sulla panchina, l’allenatore era sempre Rino Marchesi.

Il debutto dei bianconeri in campionato fu altalenante con due vittorie e due sconfitte nelle prime giornate.
Nelle partite successive, gli uomini di Marchesi non riuscirono a trovare continuità, così la squadra continuò con l’incostanza (vittoria sulla Roma, seguita da sconfitta contro l’Inter…).
Nel mese di novembre ci fu un miglioramento, visto che la squadra vinse 3 gare in 4 incontri; ci fu tuttavia spazio per un episodio: durante l’intervallo di Juventus-Cesena, il giocatore Sanguin venne stordito da un petardo lanciato dalla tifoseria bianconera. La partita finì 2-1 per la Juventus, ma il Cesena fece ricorso ed il punteggio venne ribaltato in favore degli ospiti.
La Juventus riprese a vincere contro l’Ascoli, anche se di misura “Piove. E il Comunale inzuppato d’acqua ha un aspetto sinistro. Che Juventus occorre per superare l’ostacolo marchigiano in uno scenario del genere? Ci vuole una Signora che smetta gli abiti da cerimonia […] Ed ecco che la squadra di Marchesi replica, per certi versi, la prova di carattere sfoggiata contro la Roma” (La Stampa).
L’ultima parte del girone d’andata fu all’insegna dell’incostanza, con le sconfitte con Napoli e Milan e i pareggi con Sampdoria, Torino e Fiorentina all’ultima giornata.
Con l’inizio del girone di ritorno, il passo della Juventus non cambiò: pareggio con il Como, seguito da una bella vittoria sull’Empoli e poi sconfitta col Pescara.
I bianconeri furono battuti anche dalla Roma, che così vendicò la sconfitta dell’andata, ma riuscirono a bloccare l’Inter.
Alla 26° giornata, gli uomini di Marchesi crearono la sorpresa battendo nettamente il Napoli capolista e favorendo così la rincorsa del Milan (che avrebbe scavalcato i partenopei sul finale di stagione) “L’orgoglio della Juve vale tre reti (subito Cabrini, quindi di Rush e poi di De Agostini su rigore), l’orgoglio di Bianchi solo un palo di Carnevale ed un gol di Careca, quando i giochi erano ormai fatti […] Bianconeri superiori per ritmo, coraggio e iniziative, azzurri con le gambe molli” (La Stampa).
Il campionato si concluse con una sconfitta con la Fiorentina; i bianconeri dovettero disputare con il Torino uno spareggio per accedere alla Coppa UEFA. La squadra di Marchesi vinse la partita ai calci di rigore.
La stagione conclusasi con un deludente 6° posto, non riservò alcuna soddisfazione : in Coppa Italia, la squadra venne eliminata nelle semifinali.

Le cose non andarono meglio in coppa UEFA. Al primo turno, la squadra maltese del Valletta fu facilmente eliminata dagli uomini di Marchesi che vinsero sia a Malta (4-0, doppiette di Laudrup e Alessio), che a Torino (3-0).
L’avventura bianconera però terminò già al turno successivo, contro il Panathinaikos.
Ad Atene la squadra greca si dimostrò aggressivo, specie fisicamente e aprì le marcature già al 5’; la partita s’invelenì progressivamente e i padroni di casa si dimostrarono ancora pericolosi. Nella ripresa, i greci abbassarono di molto il ritmo e si vide la reazione della Juventus, sfortunatamente ci si mise di mezzo pure l’arbitro che annullò un gol di Magrin (per un dubbio fuorigioco) e negò un rigore su Laudrup atterrato in area.
Tuttavia i bianconeri non riuscirono a sfruttare la dominazione e nemmeno a concretizzare le azioni pericolose.
A Torino, la Juventus partiva di slancio fin dai primi minuti, ma poi si affievoliva e gli ospiti si resero pericolosi verso la fine del primo tempo. Avvisaglie di un gol che arrivò al 3’ della ripresa, a causa di un errore difensivo. Rabbiosa fu la reazione della Juventus, che pareggiò 3 minuti dopo con Cabrini. Gli ospiti tuttavia andarono di nuovo in vantaggio dopo quattro minuti, ancora una volta su un errore difensivo. I bianconeri non si persero d’animo e continuarono ad attaccare, fino al gol del pareggio di Alessio, sette minuti dopo. Al 73’ la Juventus passava in vantaggio, grazie al rigore di Cabrini, ma il punteggio non cambiò più e salvo qualche fiammata finale, la Juventus fu eliminata.

Dando uno sguardo al campo internazionale, vincitore della Coppa Campioni fu il PSV Eindhoven, in coppa UEFA vinse il Bayer Leverkusen e in Coppa delle Coppe fu il Malines ad aggiudicarsi il trofeo.
A fine stagione appese gli scarpini al chiodo un’altra gloria bianconera, il “capitano” Gaetano Scirea, deciso ad intraprendere la carriera di allenatore.

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