Sezione XIII : il nuovo periodo di transizione
Parte VII e ultima
Di A.Pavanello

La rosa venne ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Porrini, Di Livio, Fortunato (che avrebbe conosciuto un tragico destino…) e Del Piero.
In campionato l’inizio non fu dei più esaltanti, con una sconfitta già alla 2° giornata.
Gli uomini allenati da Trapattoni si ripresero rapidamente e inanellarono otto risultati utili consecutivi, vincendo cinque volte. Tra le vittorie più larghe, quelle con la Reggiana, che vide il primo gol di Del Piero (data la giovane età, l’ex giocatore del Padova venne dirottato alla Primavera, dove vinse il Campionato ed il Torneo di Viareggio) e con il Genoa.
La serie positiva dei bianconeri si interruppe a Parma e nelle successive giornate per la squadra fu più difficile allineare dei buoni risultati (con solamente una vittoria in quattro gare).
Nelle ultime due giornate, la Juventus batté il Piacenza e l’Udinese, issandosi al secondo posto, dietro il Milan, ancora una volta saldamente al comando “Con super Baggio, la Juventus vola e agguanta la Sampdoria al secondo posto in classifica, scavalcando il Parma. Dopo quasi nove mesi d’attesa, la Signora ha partorito la prima vittoria esterna in campionato” (La Stampa).
Nel girone di ritorno, dopo tre pareggi consecutivi, la Juventus si sbloccò, vincendo col Foggia.
Due settimane più tardi, i bianconeri si ripeterono, vincendo largamente sul Lecce, ma dopo il pareggio nel derby e la vittoria sull’Atalanta, arrivò la sconfitta sul Milan, che pose fine alle ultime velleità di rincorsa.
La Juventus poi riuscì a inanellare una striscia di sei risultati utili consecutivi, terminando la stagione con una netta vittoria sulla Lazio per 6-1 “D’accordo: la Lazio non sapendo quali motivazioni darsi in questo finale di stagione, aveva deciso di regalarsi una domenica da Zeman […]. Ma i sei gol della Juve contano […] Tre gol ha segnato il Gianlucaccio, il primo di testa, gli altri con l’uso sapiente del sinistro , il piede che gli ha causato tanti problemi e un’annata sostanzialmente persa” (La Stampa).
Alla fine sarà per i bianconeri solamente un piazzamento d’onore al 2° posto.

Nelle altre competizioni, le cose non andarono meglio: in Coppa Italia la squadra venne eliminata dal Venezia.
In Coppa UEFA, ai trentaduesimi, una doppietta di Baggio e un gol di Ravanelli, permise ai bianconeri di ipotecare il passaggio del turno col Lokomotiv Mosca. Nel ritorno a Mosca fu Marocchi a segnare l’unico gol della gara.
Ai sedicesimi, l’avversario di turno fu il club norvegese Kongsvinger: all’andata fu pareggio per 1-1, mentre il ritorno a Torino fu più agevole (Moller e Ravanelli).
Il Tenerife fu l’avversario degli ottavi: la Juventus risolse la pratica con relativa facilità: 3-0 a Torino e sconfitta di misura a Tenerife (con Moller che segnò il gol del provvisorio pareggio).
Nei quarti di finale, scontro tutto italiano tra Juventus e Cagliari.
A Cagliari, la Juventus pensò più a contenere i padroni di casa, che ad attaccare. Il Cagliari si rese pericoloso soprattutto verso la mezzora del primo tempo. L’attitudine bianconera non cambiò nella ripresa e le uniche occasioni per i sardi vennero da errori dei giocatori juventini. Al 60’ furono i cagliaritani a segnare l’unico gol della partita.
Nella partita di ritorno, Dino Baggio aprì le marcature (23’) e fece sperare agli uomini del Trap di ribaltare il risultato dell’andata, ma il Cagliari pareggiò al 33’ e due minuti dopo i bianconeri rimasero in 10 dopo l’espulsione di Kholer. Alla ripresa, il rigore fallito da Roberto Baggio fu un duro colpo per la Juventus e al 60’ il Cagliari segnò il gol del definitivo 2-1.

In campo internazionale, il Milan vinse anche la Coppa Campioni, l’Inter la Coppa UEFA e l’Arsenal la Coppa della Coppe.
L’andamento complessivamente al di sotto delle aspettative della recente gestione, imposero un cambio: Umberto Agnelli tornò a prendere parte attiva alle vicende societarie e il primo cambiamento si ebbe nel gennaio quando Roberto Bettega, ex-gloria bianconera affiancò Boniperti e dopo le dimissioni di quest’ultimo (non senza qualche polemica) assunse la carica di vicepresidente. Alla fine della stagione arrivò anche Antonio Giraudo che già lavorava all’IFIL e sarebbe poi diventato amministratore delegato. Infine arrivò anche Luciano Moggi come direttore generale.

Trapattoni decise di andarsene, emigrando in Germania ed andando ad allenare un altro prestigioso club come il Bayern Monaco: purtroppo non era riuscito nella missione di riportare la Juventus ai fasti, come ai tempi della sua prima esperienza sulla panchina bianconera.

Il 1994 fu anche l’anno dei mondiali, i primi della storia che si svolsero negli Stati Uniti, la Nazionale (sovente contestata) di Arrigo Sacchi arrivò fino alla finale col Brasile, ma perse ai rigori: decisivi erano stati gli errori dal dischetto di Massaro, Baresi e Baggio (arrivato comunque malconcio alla finale).

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