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Attualità di M. LANCIERI del 02/04/2010 16:51:17
Il triste Moratti vuol dimenticare

 

Povera Inter! Poveri tifosi nerazzurri! Povero Moratti! La gioia più bella ottenuta dal 2006 ad oggi, quella di intravvedere un buon risultato in Europa, è offuscata da qualche cialtrone che si permette di gettare ombre sulla loro manifesta onestà.
Fortunatamente per lui e per i suoi adepti, il presidentissimo è sicuro di sé anche in questo caso e non si scompone: «Ma che vadano pure a sbobinare tutto quello che vogliono, non c’è alcun problema». Perfetto: allora, se non c’è nessun problema, ci permettiamo di “sbobinare” (ma qualcuno dei suoi collaboratori gli spieghi che le bobine non si usano più da quando la sua Inter vinse l’ultimo scudetto regolarmente, negli anni ’80!, ndr.).
Conoscendo la fama vendicativa del patron nerazzurro, sorprende che qualche giornalista abbia trovato il coraggio di porgli domande tanto scomode. Un conto è chiedergli di Balotelli, tutt’altro è fargli presente una situazione del genere! E infatti, nonostante l’apparente tranquillità, qualche segno di nervosismo traspare: «Che tristezza, forse non si rendono conto di quello che è successo veramente». Già, che tristezza! È la stessa cosa che diciamo noi da quattro anni: è una vera tristezza vedere come l’Inter, e ancora di più chi gli ha tenuto il banco, abbiano ridotto il nostro campionato! Tornano in mente le parole di Paolo Bergamo, che quando era designatore arbitrale confidava ai suoi collaboratori il suo vero cruccio: l’Inter non vinceva mai! Evidentemente l’ex-arbitro sapeva bene che qualcuno avrebbe pagato dazio, prima o poi. E del resto non era l’unico a preoccuparsi che la squadra che spendeva di più in Italia (e forse non solo in Italia) non raccogliesse mai alcuna soddisfazione. Ma era anche difficile portare alla vittoria una formazione capace di perdere uno scudetto all’ultima giornata, in uno stadio in cui anche i tifosi (e parte dei giocatori) avversari speravano che fossero loro ad aggiudicarselo, piuttosto che l’odiata Juve! Era difficile che ad aggiudicarsi uno scudetto fosse un club che spacciava per fenomeni giocatori del calibro di Vampeta, Farinos e Brechet! Era addirittura impossibile, se la principale avversaria poteva contare su una dirigenza di livello mondiale, sull’allenatore che più aveva vinto tra quelli in attività e su una formazione che vedeva tra le sue fila gente come Buffon (il migliore portiere del mondo), Cannavaro (che di lì a poco avrebbe alzato il pallone d’oro), Nedved (che il pallone d’oro già l’aveva alzato), Ibrahimovic (tanto forte da vincere, praticamente da solo, i campionati-farsa successivi al 2006) e Del Piero (recordman di reti segnate, nonché fuoriclasse capace di vincere tutto).
Il problema, caro (ma mica poi tanto) Moratti, è che noi ci rendiamo conto molto bene di quanto è successo veramente! Ci rendiamo conto che avete fornito ad un vostro giocatore un passaporto falso e grazie a quel reato, che voi stessi avete ammesso, l’avete schierato per un campionato intero, senza che nessuno ve ne chiedesse conto. Ci rendiamo conto che avete spiato i vostri avversari e i vostri stessi tesserati, realizzando veri e propri dossier: roba che normalmente si vede nei film sulla Germania Est degli anni ’70 e che mai ci saremmo sognati di scoprire fosse accaduta in Italia! Ci rendiamo conto che avevate una spia (già, perché quei personaggi si chiamano così…) tra gli arbitri, che vi forniva sistematicamente informazioni sui suoi ignari colleghi. E ci rendiamo conto che per quattro anni ci sono state celate le vostre conversazioni telefoniche con i designatori. Ma non lo scopriamo oggi: non avevamo dubbi che anche voi, come tutti gli altri, telefonaste a Bergamo e Pairetto. L’unico pezzo mancante di questo orrendo mosaico era chi avesse nascosto tutto quel materiale investigativo. Ora sappiamo anche quello.
Occorre però una precisazione. Noi, al contrario degli interisti, non abbiamo mai indossato una veste bianca e non abbiamo mai scagliato pietre agli altri, soprattutto quando si comportavano in maniera lecita. Inoltre, noi tendiamo ad essere coerenti, quando prendiamo una posizione. Nel 2006 sapevamo, e provavamo anche a spiegare a chi non sapeva o fingeva di non sapere, che parlare o incontrare i designatori era consentito. Non cambieremo la nostra linea ora che è palese che anche il proprietario ed il presidente interista alzavano spesso la cornetta per conversare con loro. L’unico problema è che, proprio in quanto coerenti, ci chiediamo una cosa. Se la Juve è finita in B perché ci dissero che era l’unica a telefonare, se Moggi e Giraudo sono stati squalificati per cinque anni (mentre molti chiedevano addirittura la radiazione) in quanto capi di un sistema e se all’Inter è stato assegnato lo “scudetto dell’onestà” perché fu dipinta come l’unica a non colloquiare mai con i designatori, ora cosa dobbiamo aspettarci? Se per la giustizia sportiva l’attività della Juve meritò una pena tanto importante, si deve partire da un punto fermo: anche l’Inter merita la stessa punizione. Ma c’è di più: l’Inter ha tratto vantaggio dalla punizione inflitta alla Juve per questi quattro anni, vincendo scudetti e giocando partite di Champions League alle quali evidentemente non avrebbe dovuto partecipare. E allora, come la mettiamo? Noi siamo sempre stati dell’idea che quella sportiva, nei confronti della Juve, fu tutto tranne che “giustizia”. Ma, visto che giochiamo nello stesso campionato e con le stesse regole, a questo punto ci aspettiamo parità di trattamento!
Tornando alle dichiarazioni di Moratti, non sorprende la consueta arroganza di chi è abituato a rivestire contemporaneamente i ruoli di accusatore, difensore e giudice: «So come ci siamo sempre comportati noi dell’Inter e ho letto come invece si comportavano gli altri. È tutto lì. La differenza è evidente, è emersa negli anni scorsi e non c’è altro da aggiungere». Purtroppo per il presidente nerazzurro, da aggiungere ce n’è eccome: anche noi sappiamo come si è comportata l’Inter e non siamo abituati ad accontentarci delle dichiarazioni della parte in causa, soprattutto quando ci sono fatti evidenti che dimostrano l’esatto opposto. Moratti continua a giocare come fanno i bambini: “Facciamo che io sono l’onesto e voi i cattivi?”. Ma noi l’età per certi giochi l’abbiamo passata da un pezzo. E abbiamo anche perso da molto tempo la pazienza per sopportare le manie di un personaggio più somigliante ad un bimbo viziato che ad un imprenditore di successo, veste nella quale ama calarsi il guru del popolo nerazzurro.
Il proprietario dell’Inter vorrebbe dimenticare quanto accaduto nel 2006 e concentrarsi sullo stato attuale delle cose. Ma gli va ricordata una frase di Benjamin Franklin: “I creditori hanno più memoria dei debitori”. E allora avvertiamo subito lui, e chi addirittura all’interno della stessa Juve vorrebbe calare un velo d’oblio su quella losca vicenda, che noi non dimenticheremo mai, non ci piegheremo mai e non ci fermeremo mai. Mettetevi tutti il cuore in pace.
 
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